24 luglio 2009

ImpresaVda sale in cattedra: il caso Les Crêtes (1)

Prosegue la pubblicazioni delle tesine universitarie degli studenti del seminario del professor Carmine Garzia (chi si fosse perso qualche puntata clicchi qui e avrà tutto più chiaro). Questa volta tocca a Manuela Frasson che si è occupata dell'azienda Les Crêtes. Il testo è piuttosto esteso di conseguenza occuperà ben cinque puntate. Buona lettura.

L’AZIENDA AGRICOLA LES CRÊTES: COME UNA PICCOLA-MEDIA IMPRESA POSSA COSTRUIRE E SOSTENERE UN VANTAGGIO COMPETITIVO VALORIZZANDO LE RISORSE DEL TERRITORIO

LE ORIGINI
L’azienda Agricola Les Crêtes ha sede a Aymavilles dove Costantino Charrère e la sua famiglia operano da cinque generazioni nel settore agroalimentare, tramandandosi un acuto spirito imprenditoriale che ha saputo evolversi secondo le peculiarità di ogni epoca giungendo sino ai giorni nostri: il trisnonno Bernardin Charrère, immigra dall'alta Savoia all’incirca nel lontano 1750 e costruisce l'immobile ancor oggi esistente dotato di cantine e frantoio per le noci; il bisnonno Etienne continua l'attività aggiungendo una macina per il sidro; il nonno Louis costruisce un mulino per macinare frumento, segale ed orzo; il padre Antoine continua l’operato fino al 1955 quando con l’arrivo da fuori valle di oli d'oliva e macinati si rende d’obbligo una riconversione optando per i vini pregiati. L’esperienza vitivinicola vera e propria della famiglia prende quindi l’avvio nella seconda metà degli anni ’50 orientandosi, per meglio distinguersi, verso un'opera di personalizzazione sia a livello colturale, crus vinificati separatamente, sia a livello commerciale indicando le localizzazioni geografiche di ciascun vigneto, sia a livello storico rimanendo fedeli ai vitigni autoctoni che hanno fatto, da sempre, grande la Valle d'Aosta (Petit Rouge, Fumin, Prié Rouge o Premetta, Tinturier).

Costantino continua l'opera del papà Antoine selezionando vitigni che altrimenti sarebbero andati perduti: la Premetta, rarissimo vino, vinificato in purezza dal vitigno Prié Rouge in via di estinzione, il Fumin, altro ceppo "autoctono", ripreso e vinificato con ottimi risultati, tanto da meritarsi l'attenzione della critica nazionale (Il sole di Luigi Veronelli per l'annata 1999). Successivamente, Costantino, spinto dal desiderio di realizzare una nuova e più grande Azienda vitivinicola, nel 1989 con un gruppo di amici fonda l'Azienda Agricola Les Crêtes: nasce la nuova cantina di trasformazione ad Aymavilles, si realizzano nuovi vigneti in altri in 5 comuni posizionati lungo l’asse orografico della Dora Baltea, fino ad arrivare agli attuali 55 ettari di vigneto e quest’anno festeggia il suo ventesimo anniversario.

L'azienda è partita con una produzione di 50.000 bottiglie circa e nell’arco di vent'anni è arrivata ad una produzione di circa 230.000 bottiglie, numeri indice di grande crescita di produzione e fatturato che hanno portato il nome della Valle d'Aosta al di là dei confini regionali, nazionali e non solo.

Apparentemente al momento l'azienda Les Cretes non ha il problema tipico del c.d. «family business», cioè come rendere la famiglia un punto di forza e non, come avviene spesso, una debolezza. All'interno del nucleo familiare Costantino è un personaggio particolare, coerente con il prodotto che vende e che mantiene saldo il suo ruolo di capofamiglia, ma si è iniziato a suddividere i compiti tra le due sorelle con l'entrata nel 2008 di Eleonora che ha l'obiettivo di dedicarsi maggiormente al lato produttivo, mentre Elena, che vi lavora già dal 2005 è orientata al lato commerciale e amministrativo; naturalmente date le ridotte dimensioni dell'azienda è bene essere intercambiabili, pur stando sempre bene attenti a non sovrapporre i ruoli e destare confusione, nella ferma volontà di mantenere tutto nell'ambito familiare forti dell'amore per quello che si fa e della consapevolezza di avere una buona azienda in un settore molto particolare, ricco di possibilità e bello come quello del vino. La filosofia aziendale di fondo rimane comunque sempre la stessa: attento lavoro in vigna, giusta resa di uva per pianta, grande attenzione a tutti gli interventi sulla filiera di trasformazione per esaltare la potenzialità di un territorio vitivinicolo unico e irripetibile: la montagna Valdostana.

I vini dell’azienda hanno ottenuto, negli ultimi anni, importanti riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. L'ultimo in ordine di tempo ha visto il 'Valle d'Aosta Chardonnay Cuvee Bois '06' insignito da Slow Food e Gambero Rosso del Premio speciale relativo ai vini bianchi della Guida dei vini d'Italia 2009.

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