14 giugno 2011

L'Economia Valdostana nel corso del 2010 secondo Banca d'Italia

Al centro della foto il direttore della Banca d'Italia Gennaro Maria Argirò
Oggi (come già annunciato in un precedente post) il nuovo direttore della filiale di Aosta Gennaro Maria Argirò ha presentato il rapporto di Banca d’Italia sull’andamento dell’economia regionale nel corso del 2010, come già fatto negli anni passati ti propongo il testo di sintesi che si trova all’inizio della relazione. Qui trovi il testo completo. Alcuni passaggi li posterò anche nei prossimi giorni.

L'economia della Valle d'Aosta nel 2010 ha mostrato segni di ripresa. In base alle stime di Prometeia, il PII, regionale è cresciuto dell'1,4 per cento recuperando meno della metà della riduzione del precedente biennio. All'incremento dell'attività hanno contribuito il settore dei servizi e quello dell'industria in senso stretto, a fronte di un ulteriore calo del valore aggiunto nelle costruzioni.

Gli ordini e la produzione nell'industria hanno registrato un miglioramento nel 2010, dopo la riduzione rilevata nei due anni precedenti, grazie soprattutto all'incremento del commercio internazionale. Le esportazioni delle imprese valdostane hanno avuto una ripresa intensa, superiore a quanto osservato al Nord Ovest e a livello nazionale, senza tuttavia raggiungere i livelli precedenti la crisi: vi ha contribuito l'andamento particolarmente positivo delle vendite di prodotti in metallo, principale comparto di esportazione regionale. Gli ampi margini di capacità produttiva inutilizzata non hanno favorito la ripresa degli investimenti.

Nelle costruzioni le indagini congiunturali hanno evidenziato ancora una contrazione dell'attività; alcune indicazioni di miglioramento sono giunte dal mercato immobiliare, che ha registrato un aumento del numero delle transazioni e dei prezzi di vendita.

Deboli segnali di ripresa sono venuti dai principali comparti del settore dei servizi: sono aumentati i flussi turistici e i transiti di automezzi pesanti; in presenza di un lieve aumento dei consumi finali delle famiglie, nel 2010 si è contratta la spesa per beni durevoli.

I1 recupero dell'attività economica ha favorito un incremento dell'occupazione complessiva, in controtendenza con il Nord Ovest e il resto dell'Italia. Tra i settori, il contributo positivo è venuto solamente dai servizi, a fronte di un andamento negativo nell'agricoltura e nell'industria; l'aumento ha riguardato quasi esclusivamente la componente femminile e i lavoratori indipendenti. Il recupero dell'occupazione è testimoniato anche dal brusco calo della Cassa integrazione guadagni (CIG), tornata ai livelli precedenti la crisi.

I dati congiunturali più recenti, relativi in particolare all'andamento degli ordini nell'industria e della CIG, indicano un rallentamento della ripresa economica nel primo trimestre di quest'anno.

Alla fine del 2010 i prestiti bancari ai residenti in regione sono tornati a crescere dopo la lieve flessione dell'anno precedente. La dinamica positiva del credito è riconducibile sia ai prestiti alle famiglie consumatrici, in lieve accelerazione rispetto al 2009, sia ai prestiti alle imprese, che erano calati nell'anno precedente. I.'incremento dei finanziamenti bancari è proseguito anche nel primo trimestre del 2011, benché ad un tasso inferiore a duello del 2010. La qualità del credito si è mantenuta elevata nei confronti delle famiglie consumatrici, mentre quella dei finanziamenti alle imprese si è deteriorata, in particolare con riferimento alle famiglie produttrici. Per queste ultime, il peggioramento della qualità creditizia si è riflesso in un aumento dell'incidenza sui prestiti sia delle sofferenze bancarie sia dei crediti verso soggetti in temporanea difficoltà.

Il risparmio finanziario in regione e aumentato per le imprese, mentre è diminuito per le famiglie. I risparmiatori valdostani, pur continuando a prediligere in prevalenza strumenti finanziari caratterizzati da livelli di rischio contenuti, si sono indirizzati verso attività a maggior rendimento. Sono diminuiti i depositi delle famiglie a favore dei titoli di Stato e delle quote di OICR, mentre le imprese hanno ridotto i conti correnti, attuando una ricomposizione del portafoglio in favore dei depositi in pronti contro termine, dei titoli di Stato italiani, delle obbligazioni non bancarie e delle azioni.

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