14 luglio 2009

Una Valle, un piano e 17 prodotti

Che cosa hanno in comune la bicicletta di montagna e la traversata del Monte Bianco in funivia? Sono due dei diciassette prodotti turistici regionali (su un’offerta complessiva di circa 100), su cui il nuovo piano di marketing strategico regionale, presentato venerdì scorso all’Hôtel Billia di Saint-Vincent, intende costruire la programmazione turistica 2010-2012 della Regione autonoma Valle d’Aosta. I prodotti si suddividono in «star», che possono aspirare ad un mercato globale (oltre a quelli già citati anche la filiera del lusso, lo sci alpino, lo sci alpinismo, la filiera dell’alpinismo nelle sue varie forme fino al volo libero) e che in seconda battuta vanno affiancati ad altri dieci prodotti definiti «connotanti», rappresentanti una ricerca motivazionale che trova una risposta specifica tipicamente valdostana in grado di affrontare i mercati di medio raggi, cioè Europa e Russia, e suscitare grande attenzione in quelli di prossimità. Qui si va dal rafting ai prodotti tipici, al turismo religioso passando per i castelli e le testimonianze romane.

La cassetta degli attrezzi
Particolarmente soddisfatto l’assessore regionale al Turismo Aurelio Marguerettaz non soltanto per la definizione di una strategia, ma anche per l’eccezionale concertazione fra dirigenti regionali, operatori del settore e società di consulenza (la romana SL&A e la valdostana Turismo Ok) che ha portato alla redazione del piano. «Oggi – ha spiegato Marguerettaz - disponiamo finalmente di un nuovo potente strumento di lavoro. Una “cassetta degli attrezzi” che non è solo filosofia e analisi, ma un insieme di scelte motivate e priorità argomentate, un manuale d’uso di prodotti, mercati e strumenti di marketing che può guidare, per i prossimi anni, il lavoro dei singoli come quello delle istituzioni. Ed è oggi per noi motivo di grande soddisfazione — a meno di un anno dall’avvio di questo percorso — poter presentare quest’opera».

Una soddisfazione condivisa anche dall’associazione regionale degli albergatori. «Questo piano – ha detto il vicepresidente di Adava Andrea Celesiaè il passo giusto che aspettavamo. Siamo pronti ad impegnarci».


La «marca» Valle d'Aosta
Il testo di 240 pagine parte da un’analisi attenta prima di tutto della «marca» evidenziando, come fatto dal responsabile scientifico della pubblicazione Stefano Landi, che la valle d’Aosta si conferma «come una grande realtà di livello internazionale, che vede la componente straniera crescere sia in termini di arrivi che di presenze». Ma come spesso succede, la marca Valle d’Aosta ha caratteri più spontanei che gestiti, «è la risultante – si legge nel piano – di una grande sedimentazione nella memori collettiva del mercato, più che non di una azione intenzionale da parte dei suoi “detentori”, che nel caso specifico sono in primo luogo gli Amministratori pubblici, e poi gli imprenditori ed operatori del settore, e più in generale dell’economia e della società locale».


Nuova geografia dei mercati turistici
C’è insomma necessità di un governo delle strategie da mettere in campo e di un’azione comune di cui il lavoro fatto in questi mesi appare come un positivo prologo. Il piano a fronte delle tendenze in atto, leggasi voli low cost e poin to point, ridefinisce una nuova geografia dei mercati turistici. Si va così da una prossimità consolidata, fatta delle regioni più vicine, Piemonte, Liguria e Lombardia, che rappresentano lo zoccolo duro del turismo regionale su cui agire con stimoli sempre nuovi; viè poi una nuova frontiera vicina composta da alcune parti d’Italia (Emilia-Romagna, Toscana e Lazio) senza dimenticare l’Euroregione Alpi Mediterraneo che oltre al già citato Nord Ovest include Rhône-Alpes e Provence,- Alpes – te d’Azur. I mercati di medio raggio continentale come Belgio, Francia, Svizzera e Paesi Bassi, favoriti dalla vicinanza geografica; Regno Unito e Svezia come mercati maggiormente intermediati; Spagna, Germania e Polonia numericamente rilevanti e la Russia per le potenzialità ancora parzialmente espresse di paese emergente. Infine quelli di lungo raggio con un gruppo di nazioni che rappresentano l’attuale bacino di interesse per il turismo valdostano: Australia, Canada, Giappone e Usa. Il testo guarda anche al prodotto che verrà e, più sul lungo periodo, chiarisce la necessità di rivedere con attenzione il sistema dei trasporti valdostani, con, ad esempio, una maggior efficienza del sistema di relazione con gli scali aeroportuali più vicini (Caselle, Malpensa, Orio, Serio…) e indicando la necessità di espandere la ricettività riconvertendo ad uso turistico le seconde case.

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