12 marzo 2010

Gran San Bernardo: l'Addio all'Iva Attende l'Ok del Senato

Costerà il 20% in meno raggiungere la Svizzera attraverso il Traforo del Gran San Bernardo. Con il placet dell’Unione Europea la Camera ha ratificato l’accordo sulla non imponibilità dell’IVA sui pedaggi riscossi al traforo valdostano che collega l’Italia alla Svizzera, quasi una legge «ad personam», trattandosi dell’unico Tunnel che collega ad uno stato non Ue. Una decisione che ora dovrà anche essere ratificata dal Senato - attualmente il provvedimento dal 16 febbraio è stato assegnato alla terza Commissione permanente «Affari esteri e comunitari» - in modo da porre fine ad un ingiusto balzello che gravava soprattutto sul traffico turistico.
«Non essendo prevista in Svizzera l’IVA sui pedaggi, - ha spiegato il deputato valdostano Roberto Nicco che aveva depositato il primo progetto di legge sulla materia poi confluito in un ddl di iniziativa governativa - si era venuta a creare una disparità dei costi per gli utenti italiani rispetto a quelli elvetici, nonché una distorsione nel settore della concorrenza degli abbonamenti – per il minor costo di quelli acquistati in Svizzera – oltre a difficoltà amministrative nella gestione congiunta italo-elvetica del traffico del Gran San Bernardo e della ripartizione degli introiti connessi».
 In pratica un auto che dall’Italia va in Svizzera paga un biglietto di andata di 23,60 euro ed uno di ritorno di 19,60. «Una situazione – spiega Ugo Voyat, Presidente di Sitrasb, la società italiana di gestione del Traforo – che spesso causava non poche discussioni con la clientela, la quale, giustamente, non comprendeva come fosse possibile una simile disparità».

Ora la palla è nelle mani del senatore valdostano Antonio Fosson chiamato a seguire nelle varie commissioni l’iter del disegno di legge. Valutando che dall’approvazione devono trascorrere 30 giorni per la pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale e che il giorno dopo l’uscita il testo è immediatamente in vigore si potrebbe ipotizzare che già in primavera qualche automobilista potrebbe avvantaggiarsi dello sconto. I vertici aziendali sperano anche che il prezzo maggiormente conveniente permetta di recuperare qualche piccola quota di mercato nel cantone di Ginevra che, da sempre, preferisce utilizzare il Traforo del Monte Bianco rispetto a quello del Grande. «Da parte nostra – commenta Voyat – abbiamo già preso contatti con la società che gestisce il nostro software di tariffazione in modo da poter essere quasi immediatamente operativi. Tuttavia il passaggio al senato non va dato per scontato».

I precedenti, in effetti, inducono ad una certa prudenza. Già in occasione della riunione della Commissione Mista italo svizzera tenutasi nell’ottobre del 2006 era stata data notizia dell’imminente sigla dell’accordo tra lo stato svizzero e quello italiano. Successivamente il 31 ottobre 2006 l’accordo era stato firmato e l’8 novembre 2007 la Commissione Trasporti della Camera aveva approvato il disegno di legge di ratifica, ma l’iter di votazione del provvedimento si era interrotto a causa della caduta del Governo Prodi. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 3 marzo 2010)

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