14 luglio 2011

Il Mondo della Cooperazione Valdostana: il Bilancio 2010 e le Novità del 2011

La sede della Fédération des Coopératives
Oltre 110 milioni di valore della produzione, circa 240 cooperative (149 aderenti alla Fédération des Coopératives, 20 all’Associazione Generale Coop Italiane, 19 alla Lega delle Cooperative e una sessantina non affiliate) e più di ventimila soci cooperatori. Sono questi i numeri del mondo della cooperazione valdostana che nonostante tutto sta uscendo con poche ammaccature dalla crisi economica, accusando alla fin fine, in maniera più evidente, l’unico colpo dell’appalto da 5 milioni della gestione dei servizi per anziani del Comune di Aosta, affidato nel 2010 ad una cooperativa proveniente da fuori Valle, la parmense Proges. 

A dare un’istantanea fedele del mondo cooperativo della piccola regione autonoma, è Luigi Cerise, presidente  della Fédération des Coopératives, aderente a Confcooperative,  e che rappresenta da sola il 60% dei soggetti in gioco. Nell’ultimo bilancio il valore aggiunto della produzione è calato del 3,4%, passando da 94,93 milioni a 91,70. Positivi i conti della Fèdération (che si occupa anche dei 135 Consorzi di miglioramento fondiario presenti sul territorio regionale) con ricavi per 1,43 milioni ed un attivo patrimoniale di 3,1. «Il settore delle cooperative sociali ha subito un decremento di fatturato del 16% – spiega Cerise – rispetto al 2009. Le cause sono da imputarsi principalmente alla riduzione di operatività del Consorzio Trait d’Union a seguito della mancata aggiudicazione di alcuni appalti. Il comparto delle cooperative elettriche è quello che ha fatto registrare l’aumento più significativo di volume d’affari». Numeri alla mano le cooperative sociali sono passate da 25,8 milioni a 21,5 con un calo di 4,3 milioni, mentre nel settore elettrico da 5,89 si è saliti a 7,57. «Non va dimenticato – aggiunge Cerise – che soltanto sei anni fa i ricavi si attestavano intorno agli 85 milioni». 

Umberto Fossà, direttore della Lega, e Luigi Lorenzin, presidente dell’Agc rilevano una sostanziale tenuta di tutto il comparto. «La produzione di lavoro è stata stabile in quest’ultimo triennio – commenta Fossà -. Calano leggermente le cooperative legate alla produzione di lavoro, ma sono in aumento quelle sociali». Fossà non manca di far notare come in Valle siano anche operanti realtà cooperative aderenti alla Lega ma provenienti da fuori valle a partire dalla già citata Proges, alla Edil Atellana che segue i lavori del parco archeologico dell’area megalitica di Saint-Martin de Corlèans fino alla Cooperativa Costruzioni che sta realizzando i condomini del Quartiere Dora. 

Roberto Presciani, presidente del Consorzio Trait d’Union, sostiene che il mondo della cooperazione sociale non si è contratto anche se certi appalti oggi sono stati vinti da altre casacche. «La nostra produzione nel 2010 e nei primi mesi del 2011 – osserva Presciani - è in crescita. Le risorse messe in campo dalla pubblica amministrazione nel sociale non stanno diminuendo e le cooperative attive nel settore hanno investito nella formazione mantenendo contemporaneamente i livelli occupazionali quasi inalterati grazie alle risorse accantonate in tutti questi anni». Per Presciani gli ultimi eventi hanno posto come prioritaria una piccola rivoluzione copernicana: l’attività del Consorzio non deve avere come interlocutore privilegiato la pubblica amministrazione. «Dobbiamo proporci anche ai privati. Occorre un riequilibrio dal punto di vista del portafoglio clienti in modo da fronteggiare il calo di risorse che potrebbe verificarsi in futuro nel pubblico». 

Sul fronte legislativo arrivano comunque buone notizie. I comuni valdostani potranno convenzionarsi con le cooperative sociali di tipo B (che hanno al loro interno persone svantaggiate) per l'affidamento di lavori con un importo inferiore a 100.000 euro, mentre per appalti superiori e non oltre i 200.000 euro dovranno chiedere almeno tre preventivi. A prevederlo è l’ipotesi di direttiva e di convenzione predisposta dalla Giunta regionale della Valle d'Aosta e presentata nei giorni scorsi al Patto per lo Sviluppo. «E’ un provvedimento molto importante – spiega Presciani – anche se presenta due problemi contrastanti. Il primo è che il comune può comunque decidere di ricorrere allo strumento dell’appalto. Il secondo è che se ci fosse un grande ricorso alle cooperative non è detto che quelle attualmente operanti siano in grado di rispondere ad una domanda così importante». «Per ovviare al primo problema – conclude Presciani – si potrebbe stabilire un premio per il comune che ricorre a questo tipo di convenzione. Per il secondo tocca invece a noi investire in formazione e attrezzature in modo da farci trovare pronti a soddisfare la domanda degli enti locali». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 13 Luglio)

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