Giornata di mercato per Alessio Nicoletta |
Sulla carta, almeno in base ai dati dell’ultimo censimento agricolo, un potenziale di circa 150 ettari, tra autoconsumo e commercializzato. Un'analisi confermata anche dagli imprenditori del settore.
Alessio Nicoletta, classe 1988, di Fénis, località della media valle d’Aosta nota per il suo castello, studente presso l'Università di Agraria a Grugliasco, da tre anni con il fratello Mattia, classe 1980, dipendente presso il laboratorio regionale di enologia, ha preso in mano l'azienda di famiglia, pigiando l'acceleratore sulle ampliamento dimensionale. «Il primo anno siamo partiti con 1500 metri - spiega Nicoletta -. Oggi ci occupiamo di 5000 metri di orticolo, cioè pomodori, zucche, porri, verze, cavoli, finocchi e insalata. Nei primi due anni abbiamo registrato una discreta crescita della clientela privata presso il nostro punto vendita».
Un cliente che, se nei primi mesi era più saltuario, con il passare del tempo ha iniziato a visitare l'esercizio commerciale con più costanza, passando da una volta al mese ad una alla settimana, come se fosse il negozio sotto casa. «Del resto - prosegue il giovane imprenditore - noi ci siamo strutturati per poter offrire un'offerta ampia in grado di coprire tutto l'anno e fidelizzare il cliente».
I 5000 metri raggiunti hanno anche indotto i due fratelli ad aderire ad un progetto realizzato in partnership tra Institut Agricole e l'ipermercato Gros Cidac, mirato ad offrire prodotti orticoli a chilometro zero sui banchi della più grossa struttura regionale di Gdo. «Dovevamo consolidare la produzione – spiega Nicoletta – e ci servivano dei flussi costanti almeno per alcuni prodotti».
Ma anche le istituzioni guardano con interesse alla diffusione di nuovi modello alimentari più attenti al territorio. Nei giorni scorsi il Consorzio degli enti locali della Valle d’Aosta (CELVA) ha presentato il progetto «Io mangio valdostano» che intende portare nelle mense gestite dalle pubbliche amministrazioni i prodotti regionali. Importanti i numeri dell’iniziativa, che a regime varrà complessivamente 6mila pasti giornalieri. Da un lato è previsto infatti il coinvolgimento di più di 8mila bambini delle scuole dell’infanzia e della scuola primaria (80 classi scolastiche saranno inoltre coinvolte in laboratori didattici su misura), così come diretti destinatari di “io mangio valdostano” sono circa 1000 anziani, sia ospiti delle microcomunità sia utenti del servizio di consegna dei pasti a domicilio. «Dobbiamo essere consapevoli – ha detto il Presidente del Celva Elso Gerandin - che quest’iniziativa, come tutti i progetti ambiziosi e che mirano a importanti e forti cambiamenti culturali, organizzativi ed economici, non sarà di facile attuazione, perché richiede uno sforzo notevole da parte di tutti gli attori coinvolti. Attenzione, però, perché chi lascia andare questa opportunità non sta rinunciando solo al progetto, ma rinuncia ad una grande possibilità di crescita e sviluppo della Valle d’Aosta».
Sul tappeto del resto rimane il nodo di mediare tra due aspetti molto delicati: rispettare la giusta redditività per i produttori e, al contempo, mantenere costi che, in questo periodo di crisi, non siano proibitivi per i cittadini. A questo si aggiunge la decisione della Camera di Commercio di Aosta, guidata dal presidente Nicola Rosset, di avviare iniziative di promo-commercializzazione di prodotti enogastronomici e dell’offerta turistica in collaborazione con il marchio Eataly e finalizzate ad azioni promozionali a Torino, Genova, Bologna, Tokyo e New York.
Un po' di numeri
Nel dettaglio il potenziale di 150 ettari deriva dall’ultimo Censimento Generale dell’Agricoltura dell’Istat ed è il risultato della somma delle superfici degli orti familiari, caratterizzati principalmente dall’autoconsumo, pari a 101,08 e delle superfici cosiddette «ortive», le aree commercializzate, pari a 54. Da notare che il dato dell’autoconsumo è uno dei pochi in crescita di tutto il censimento. Nel 2000 gli ettari erano 81,26. Coldiretti Valle d’Aosta tuttavia fa notare come l’Istat definisca autoconsumo tutte le superfici inferiori a determinate metrature il che, soprattutto per una realtà montana come la Valle d’Aosta, non è un parametro sempre valido. Da notare che l’Istat rileva a parte le produzioni dei cereali (71 ettari), della patata (351) e dei legumi secchi (13).
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