Si è svolto, venerdì 9 scorso, al Centro congressi del Gran Hôtel Billia di Saint-Vincent, il convegno «Oltre la crisi: scenari possibili nel settore industriale e ruolo dei territori. Le prospettive della Valle d’Aosta», organizzato dall’Assessorato delle attività produttive.
Data la sua lunghezza ho suddiviso in due parti che saranno comunque pubblicate nell'arco della giornata di oggi. Nella prima parte faccio riferimenro ad una nota dell'Assessorato alle Attività Produttive. Io infatti ho assistito direttamente al dibattito del pomeriggio di cui ti scriverò nel prossimo post.
L’iniziativa è stata l’occasione per un dibattito e un confronto del settore industriale sui futuri scenari del comparto, a partire dalla congiuntura economica mondiale negativa. L’appuntamento ha visto il coinvolgimento dei principali attori chiamati ad intervenire nel rilancio dello sviluppo industriale: Amministrazione pubblica, imprese e privati, enti di formazione e Università. In questo contesto, l’appuntamento di Saint-Vincent si è concentrato in particolare sul ruolo del territori nella creazione di realtà competitive e di eccellenza, e sulle strategie del breve e medio termine che dovranno disegnare il nuovo modo di fare impresa sul territorio regionale e nazionale.
Ad aprire la prima sessione del convegno è stato l’Assessore alle attività produttive, Ennio Pastoret, che nel portare i saluti del Governo regionale, ha ripercorso brevemente le azioni anti-crisi messe in campo dall’Amministrazione regionale «Il sistema Valle d’Aosta fin da subito ha messo in atto una serie di efficaci misure anticrisi con l’unanime coesione di tutte le forze politiche – ha precisato Pastoret – Di fronte alla crisi molte aziende hanno saputo tenere. È intenzione del Governo regionale continuare a fornire strumenti per sviluppare capacità e opportunità sul territorio, con un’attenzione particolare alle maestranze, il cui ruolo è fondamentale all’interno del processo di crescita delle aziende».
Il Presidente di Confindustria Valle d’Aosta, Monica Pirovano, ha dipinto il quadro economico valdostano attuale alla luce delle indicazioni e previsioni che emergono dall’indagine di Confindustria del quarto trimestre 2009 (di cui potete leggere anche qui). L’analisi previsionale si è soffermata su diversi aspetti del comparto industriale: produzione, utilizzo degli impianti, competitività interna, ordini, investimenti e occupazione. «La contrazione negativa che si registra in tutti i comparti del settore riguarda tutte le tipologie di aziende – ha commentato Pirovano – Dal mese di settembre 2009 abbiamo registrato i primi e timidi segnali positivi, ma la ripresa avverrà molto gradualmente. Ci troviamo in questo momento in una fase di crisi diversa, che obbliga a pensare in modo diverso. Abbiamo toccato il fondo e resteranno a galla le imprese che si sono sapute e che sapranno reinventarsi e che hanno il coraggio di investire. Le conseguenze peggiori di questa crisi le sta vivendo l’occupazione dato costantemente negativo che si caratterizza per continui ricorsi alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria da parte delle aziende». Per evitare che il fenomeno continui, per il Presidente di Confindustria è necessario che le imprese di indirizzino «verso nicchie di mercato e canali di distribuzione più capillari» e che si continui a fare «sinergia e sistema tra tutti gli attori del territorio, pubblici e privati», con un’attenzione privilegiata alla ricerca e all’innovazione e allo sviluppo di un fil rouge tra Università e mondo delle imprese «tema fondamentale – ha concluso - è infatti migliorare la cultura di fare impresa partendo dai giovani».
Questo è un tema molto caro alla Presidente e ogni volta che ne parla mi viene in mente che già far conoscere «ImpresaVda» nelle scuole potrebbe essere utile in questa logica.
Ad approfondire le linee strategiche della Regione, gli obiettivi per il prossimo futuro e il quadro degli strumenti a servizio delle imprese in Valle d’Aosta è stato l’Assessore Pastoret: «La Valle d’Aosta ha bisogno di progettualità e di insistere sull’apertura di nuove strade per uscire dalla crisi. Tra queste figurano il Piano triennale delle Politiche del Lavoro, recentemente approvato dal Consiglio regionale, il nuovo Piano energetico, che rappresenterà un volano importante e fondamentale per i futuri scenari imprenditoriali valdostani, e il Piano Triennale dell’Industria e Artigianato, che sarà sottoposto in Consiglio regionale e che dovrà segnare nuove vie di sviluppo e il cui obiettivo sarà quello di intensificare il significato delle economie locali in un sistema competitivo con prospettive strutturali capaci di tenere a lungo termine».
«La strategia di sviluppo da attuare – ha continuato Pastoret – soggiace ad alcuni elementi imprescindibili: la vocazione territoriale, incentrata su sicurezza, monitoraggio e salvaguardia ambientale; gli ambiti di specializzazione e le piattaforme tecnologiche; i nuovi modelli di trasferimento tecnologico». Tra gli altri elementi fondamentali per questo processo di sviluppo, l’Assessore si è soffermato poi sull’importanza delle risorse umane che devono essere adeguate per un sistema competitivo efficace e ha infine posto attenzione sulla realtà infrastrutturale presente in Valle d’Aosta, che «rappresenta un valore aggiunto per le imprese».
Il giornalista Marco Cattaneo, direttore della rivista Le Scienze, edizione italiana di Scientific American si è concentrato sui temi della ricerca industriale intesi quale motore di innovazione e soluzione della crisi. Dati alla mano, Cattaneo ha evidenziato la stagnazione dell’andamento della spesa complessiva tra pubblico e privato nella ricerca in Italia negli ultimi 30 anni rispetto al PIL. «In questi ultimi anni si assiste ad una timida crescita degli investimenti privati – ha precisato il giornalista – elemento questo positivo ed unica strada per una competitività duratura. Il problema italiano è il basso numero di personale dedicato alla ricerca e allo sviluppo: l’età media dei ricercatori è molto alta e la percentuale di giovani ricercatori sotto i 35 anni molto bassa. Siamo un Paese che sta ancora soffrendo della crisi e dobbiamo stare attenti a come e da dove ricominciare». In merito all’investimento complessivo in ricerca tra fondi pubblici e privati (il dato è del 2006) l’Italia è ventitreesima, subito prima dell’Ungheria e subito dopo l’Estonia.
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