Per il quotidiano Avvenire ho scritto un articolo (pubblicato domenica 31 maggio giorno della colletta nazionale) sulla crisi economica in Valle d'Aosta dal titolo «Val d'Aosta: le misure anticrisi frenano la recessione».
L'articolo è un po' una sintesi di diversi interventi letti anche in questo blog e può costituire uno spunto per dibattere su a che livello la crisi economica sta incidendo sulle famiglie e sulle imprese valdostane. Non è facile sintetizzare uno scenario così complesso nelle poche righe di un articolo di conseguenza osservazioni e critiche sono ben accette.
Mi piacerebbe intervenisse qualche docente di economia.
Eccovi l'articolo così come è stato pubblicato dal quotidiano cattolico:
DA AOSTA FABRIZIO FAVRE
La crisi economica in Val d’Aosta sembra più ovattata rispetto ad altre realtà anche se i segnali della perturbazione non mancano: cresce infatti il ricorso alla cassa integrazione e le misure anticrisi del governo regionale hanno raccolto un’adesione ampia. Sono state, ad esempio, presentate ben 1.356 (1052 privati e 304 imprese) domande di sospensione per un anno del pagamento delle rate dei mutui regionali stipulati entro il 28 febbraio 2009, senza interessi e senza oneri aggiuntivi. Più in generale, per le fasce più deboli, aumenta il fenomeno dell’esclusione a livello occupazionale.
D’altra parte l’assenza di un contesto metropolitano e un welfare piuttosto consolidato, aiutato dalla natura di regione a Statuto speciale, per ora mettono ancora al riparo quella fascia di cittadinanza che altrove ha visto erodersi la propria sicurezza economica.
L'osservatorio della Caritas: raddoppiato l'utilizzo della mensa
«Gli utenti dei nostri sportelli non sono cambiati - spiega il direttore della Caritas di Aosta don Aldo Armellin - però si rivolgono a noi con maggiore intensità».
Un dato su tutti. «L’utilizzo della nostra mensa - spiega Andrea Gatto, responsabile del centro di ascolto diocesano - nel giro di un biennio è raddoppiato. Siamo passati da 9.000 utenti nel 2006 a oltre 18mila nel 2009 e per la prima volta gli italiani hanno superato la comunità marocchina. Va però precisato che non è il numero degli utenti a essere aumentato, ma la loro frequenza. È un chiaro segno che chi svolge attività stagionali incontra grosse difficoltà: extracomunitari che vengono in Valle ormai da quindici anni per la prima volta non sono riusciti a trovare occupazione in un alpeggio. Difficoltà più evidenti si incontrano nel settore edile, mentre alberghiero e ristorazione hanno accorciato la stagione».
La nuova fascia vulnerabile, quella che sta sul confine della povertà, probabilmente sta lentamente erodendo i propri risparmi nella speranza di una ripresa.
Provato il sistema imprenditoriale
Tuttavia se la rete familiare cerca di far fronte comunque alla difficile congiuntura il sistema imprenditoriale avverte tutta la durezza della crisi. L’economista Massimo Lévêque ipotizza comunque una tenuta del sistema locale anche se nei primi mesi del 2009 non sono mancati segnali che inducono a non sottovalutare la gestione della crisi. Lévêque fa notare, in particolare, come alcuni dati dimostrino che gli effetti della congiuntura negativa non si sono esauriti: prima di tutto il fatto che le ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria nel primo trimestre del 2009 risultano triple rispetto all’anno scorso e pari a circa i tre quarti di tutte le ore utilizzate nel 2008. Inoltre le periodiche indagini trimestrali della Confindustria locale evidenzino per i primi mesi di quest’anno un deterioramento ulteriore del quadro rispetto alla fine del 2008, caratterizzato da una netta contrazione di produzione e ordinativi, interni ed esteri, che si accompagna a un peggioramento nell’utilizzo degli impianti e a un calo della produttività delle imprese. (Qui potete leggere un mio post per approfondire l'analisi fatta da Lévêque).
Le previsioni disponibili disaggregate a livello regionale (Prometeia e Unioncamere) sono sostanzialmente concordi nell’indicare un 2009 a carattere ancora recessivo, con, per Prometeia, una flessione del valore aggiunto superiore ai due punti percentuali, un 2010 caratterizzato ancora da criticità congiunturali e staticità degli indicatori, e una ripresa a partire dal 2011, con tassi di crescita nuovamente intorno all’1,2-1,3%.
Molto cauta Monica Pirovano, ad della Cogne Acciai Speciali e neo-eletta presidente di Confindustria Valle d’Aosta: «A essere ottimisti si potrebbe ipotizzare una ripresa per settembre, ma volendo essere un po’ più realisti credo che la svolta possa essere seriamente ipotizzabile soltanto dalla fine dell’anno».
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