Ti propongo l'articolo di presentazione della tornata elettorale che ho pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest di questa settimana, mercoledì 19 maggio.
Domenica 23 maggio gli elettori di 68 Comuni valdostani (su 74) saranno chiamati alle urne per eleggere il Sindaco, il Vice Sindaco e il Consiglio comunale. Fra questi ci sono anche i quasi 28mila elettori della città di Aosta che saranno chiamati a dare, qualunque sia il risultato, una nuova guida alla città. Guido Grimod, primo cittadino dell’Union Valdôtaine dopo dieci anni non si ricandida più e la sua giunta si presenta in ordine sparso. L’Union Valdôtaine, per la prima volta, ha abbandonato l’alleanza di centrosinistra per formare una coalizione con Pdl e Lega, insieme a due altri alleati storici, i movimenti autonomisti Stella Alpina e Fédération. Candidati della coalizione come sindaco e vicesindaco sono due assessori uscenti Bruno Giordano, e Alberto Follien, rispettivamente alle Attività Produttive e alle Opere Pubbliche. In gara anche altre due coalizioni di centrosinistra. La prima composta da Alpe, che raggruppa alcuni movimenti scissionisti dell’Uv e il locale movimento ambientalista, e Sinistra per la Città, sigla sotto la quale hanno trovato casa i partiti di estrema sinistra. A guidare la città sono stati indicati come primo cittadino Carlo Curtaz, un’esperienza fra i banchi del Consiglio regionale, e come vice Iris Morandi, insegnante, nota nel mondo culturale regionale. Infine il Partito Democratico con l’Italia dei Valori raccoglie la sfida di tornare a governare la città proponendo Michele Monteleone, consigliere comunale uscente ed esperto di politiche del lavoro, come sindaco e Fabio Platania, bancario, in qualità di vice.
I programmi
Sul fronte delle ricette per il rilancio economico della città il ticket Curtaz-Morandi suggerisce che «alcune opere, quali la trasformazione della Caserma Testafochi in Università e il restauro del Collège Saint- Bénin, vanno fatte. Altre, come il folle progetto del metrò di un chilometro, al costo di 50 milioni di euro, vanno decisamente accantonate». La coppia Giordano-Follien sostiene invece che «gli interventi di grande trasformazione del nostro programma, non mancheranno di presentare ricadute basilari per il rilancio economico del tessuto cittadino, dal momento che l'investimento complessivo per la loro attuazione è stimabile in un miliardo di Euro». Per Monteleone e Platania, infine, «l’amministrazione municipale può giocare un ruolo di primo piano per il rilancio delle attività economiche sia attraverso i lavori pubblici di piccola entità che possono essere affidati con procedure di evidenza pubblica più snella sia attraverso la sburocratizzazione delle procedure per ottenere permessi, autorizzazioni nei vari settori produttivi».
Le attese
Inutile dire come stia crescendo anche l’interesse della società civile per questa tornata elettorale. Monica Pirovano, presidente di Confindustria Valle d’Aosta e amministratore delegato della Cogne Acciai Speciali, vede un’Aosta che punti definitivamente sulla sua vocazione turistica suggerendo come possa essere utile «l’allargamento del centro storico con una maggiore pedonalizzazione in modo da dare più visibilità ai negozi», inoltre pone come nodo da affrontare in una prossima legislatura la vicinanza dell’area industriale alla città. «Posso capire che sia un problema per i cittadini, ma lo è anche per le industrie. Non so quale sia una possibile soluzione, ma probabilmente il prossimo sindaco dovrebbe interrogarsi sulle eventuali alternative». Roberto Sapia, presidente di Cna Costruzioni, esprime il desiderio che i candidati dicano chiaramente quale Aosta vogliono. «Il sogno di molti imprenditori è che si sia coinvolti su una possibile progettualità dell’Aosta del futuro. Se si pensa, ad esempio, ad una città turistica, capitale dello sci, è chiaro che Aosta e Pila non possono più essere percepite come due entità a sé stanti». Giuseppe Sagaria, vicepresidente di Ascom Confcommercio, chiede «prima di far partire qualunque tipo di cantiere per realizzare grandi opere di chiudere tutti quelli attualmente aperti in città. Diversamente si mette in ginocchio il commercio». Infine Paolo Tripodi, vicepresidente dei ristoratori aderenti ad Ascom, ritiene necessari «un piano d’azione e di proposte concrete di partecipazione diretta alla fase ascendente e discendente delle decisioni che riguardano il nostro settore e le nostre attività» e «la creazione di eventi di richiamo a carattere puntuale e ricorrente in grado di aumentare i flussi turistici, soprattutto mei periodi di bassa frequentazione e di sviluppare nuovi mercati quali quello congressuale, oggi ancora poco sviluppati soprattutto nella città di Aosta».
I numeri
Quasi 35mila abitanti (di cui oltre 8000 over 65) su 127.819 residenti su tutto il territorio della piccola regione autonoma, 3.793 imprese insediate, su 12.337 attive, fra cui 1006 esercizi commerciali (su un totale regionale di 2.438) e 767 imprese di costruzione (2.798 il dato valdostano). Sono questi alcuni dei numeri che danno un’idea del peso economico di un città che in virtù del fatto di essere anche capoluogo ha la possibilità di attingere ad ingenti risorse, ma allo stesso tempo deve co-gestire determinati dossier con l’amministrazione regionale con tutte le difficoltà del caso nel definire i reciproci spazi di intervento. E’ sufficiente leggersi l’elenco dei vari accordi di programma, in massima parte sottoscritti con la Regione, per comprendere quanti siano i fronti aperti, molti dei quali destinati ad incidere sull’identità della città per i prossimi quindici anni. Si va dall’accordo per la realizzazione del presidio unico ospedaliero regionale “Umberto Parini” a quello della Caserma Testafochi da adibire a polo universitario. Fino a quello, per ora ancora sulla carta, che potrebbe definire la nascita del nuovo «MiniMetrò» o «People Mover», evoluzioni col senno di poi di quella che inizialmente, in occasione delle elezioni regionali del 2008, era stata presentata come la futura metropolitana cittadina, uno dei temi su cui appare più evidente la distanza fra le tre coalizioni in gara. Ma qual è la situazione dei conti comunali? Il bilancio pareggia, per il 2010, sulla cifra di 86 milioni 50 mila 182 euro. Nei capitoli delle entrate, 12 milioni 282 mila euro arriveranno da entrate tributarie, oltre 33 milioni da trasferimenti statali e regionali, quasi 12,5 milioni da entrate extratributarie e poco più di 20 milioni da alienazioni e crediti. Per quanto riguarda le uscite, oltre la metà (59 milioni 972.963 euro) se ne andranno in spese correnti.
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