14 dicembre 2010

Laureati on line (1): Evoluzione e Prospettive degli Stadi Italiani

Alcuni mesi fa dissi alla preside della Facoltà di Scienze dell'Economia e della Gestione aziendale Chiara Mauri che mi sarebbe piaciuto attraverso il mio blog mettere in contatto il mondo delle imprese valdostane con quello dei nostri laureati.


Qualche giorno fa ho ricevuto dalla stessa Mauri un'e-mail: «Gentilissimo dr. Favre, tempo fa mi aveva suggerito un'idea che non ho dimenticato. Aspettavo i tempi per renderla operativa, ed è per questo che sono da lei. Gli studenti che si laureano presso l'UniVdA svolgono spesso tesi pregevoli, ed è un peccato che rimangano sulla carta. Ho quindi pensato di predisporre un abstract delle tesi meritevoli e/o che abbiano importanti ricadute sul territorio perché .. meritano attenzione! Le invio  quindi un primo abstract della tesi di Alessandro Borluzzi sugli stadi di calcio italiani. Se lei ritiene l'iniziativa interessante, potremmo inviarle periodicamente altri abstract di tesi». 


Inutile dire che l'iniziativa mi ha trovato più che favorevole (tanto che a breve la ospiterò anche sul Corriere della Valle) e oggi do il via ad una rubrica che devo dire con scarsa fantasia ho chiamato «Laureati on line». 
Sono però aperto a suggerimenti, soprattutto se provenienti dal mondo studentesco.
Ecco il primo laureato.




Nome: Alessandro
Cognome: Borluzzi
Titolo: EVOLUZIONE E PROSPETTIVE DEGLI STADI ITALIANI
Relatore: Prof.ssa Chiara Mauri
Anno accademico: 2009-2010

Obiettivi della tesi
La tesi si propone di indagare il tema degli stadi italiani, avendo come principali ambiti disciplinari di riferimento quelli dell’economia e gestione delle imprese e quello del marketing.
Dopo un periodo di forte crescita fino a 38.000, dalla stagione 1984/1985 il numero di spettatori che assistono alle partite di serie A è in netto calo e ha raggiunto il livello di 18.000 nel 2006/2007 (vedi figura 1). Si tratta quindi di una crisi strutturale, da risolvere con un ripensamento complessivo del ruolo e del concetto di stadio. La tesi propone un confronto con i dati assai meno negativi degli altri principali paesi europei, cerca di individuare le cause delle difficoltà e, ispirandosi a casi di successo, propone iniziative per ridisegnare lo stadio, discutendo dei vantaggi e delle modalità della privatizzazione, di un efficace approccio di marketing strategico, di attività di marketing operativo.


Figura 1. Numero medio degli spettatori nel campionati di  serie A: 1962/1963-2006/2007


Metodo di indagine
La tesi applica diverse teorie e approcci dell’economia e gestione delle imprese per analizzare e interpretare dati attinti a varie fonti istituzionali. Sono stati utilizzati gli strumenti della SWOT analysis,  con l’esplicitazione dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e delle minacce del sistema degli stadi; il modello delle cinque forze di Porter, con l’individuazione di concorrenti, clienti, fornitori, prodotti sostitutivi e potenziali entranti; e l’analisi del sistema degli stakeholder degli stadi, con la suddivisione tra stakeholder interni, esterni primari ed esterni secondari e la loro classificazione in base al grado di rilevanza.

Conclusioni
La tesi conclude che la strada da seguire è quella della privatizzazione degli impianti, seguita da politiche di marketing strategico e operativo mirate.
Il segmento target delle attività di marketing è quello dei “tifosi veri” (vedi figura 2), cui gli stadi devono rivolgersi tramite una strategia di marketing concentrato ma differenziato in base all’età e al sesso degli individui che ne fanno parte, offrendo un prodotto caratterizzato dagli attributi di sicurezza, modernità e polifunzionalità; in questo contesto si avviano le proposte di marketing operativo in merito alle caratteristiche delle quattro leve del mix. Tutto ciò porterebbe, come conseguenza più “rivoluzionaria”, a un ripensamento e a una reinterpretazione del concetto di stadio, con la creazione di strutture e attività accessorie e con l’estensione del periodo di fruibilità all’intera settimana.
Il caso Juventus, che conclude la tesi, presenta il progetto del nuovo stadio di proprietà della società torinese che, prima in Italia, si sta muovendo verso nuove interessanti direzioni.


Figura 2. Segmenti target del marketing degli stadi





Bibliografia di riferimento

AA.VV., Gli stadi di Italia ‘90, Il Mulino, Bologna, 1991
F. Bof, F. Montanari, G. Silvestri, Il management del calcio, Franco Angeli, 2008
P. L. Marzola, L’industria del calcio, NIS, 1990
C. Jeanrenaud and S. Késenne, The economics of Sport and the Media, Edward Elgar, 2006
U. Lago, A. Baroncelli, S. Szymanski, Il business del calcio, Egea, 2004
O. Beha e A. Di Caro, Indagine sul calcio, BUR, 2006
S. Pivato, N. Misani, A. Ordanini, F. Perrini, Economia e gestione delle imprese, Egea, 2004
G. Airoldi, G. Brunetti, G. Coda, Corso di economia aziendale, Il Mulino, 2005


Altri riferimenti a cui la tesi ha attinto
Articoli dei principali quotidiani sportivi nazionali (“Gazzetta dello sport”, “Tuttosport”, Corriere dello sport”) e articoli tratti dalle pagine sportive di alcuni altri quotidiani (“Repubblica”, “La Stampa”, “Corriere della sera”); dati tratti dalla Lega Calcio e dalle altre Leghe europee; dati tratti dalla COVISOC.

3 commenti:

giancarlo borluzzi ha detto...

Bello leggere ad Abu Dhabi gli scritti di un figlio qui con me: questa volta pero' non posso criticare..

ImpresaVda on 14 dicembre 2010 alle ore 13:05 ha detto...

@Borluzzi
Mi raccomando non lo accusi di collaborazionismo con il nemico.

Battute a parte credo che questa rubrica possa rivelarsi un bel modo per dare spazio ai giovani meritevoli della nostra regione.

giancarlo borluzzi ha detto...

Un quiz per il direttore: tra Alessandro, Federico e Giancarlo quale è la colomba verso i tre integralismi valdostani interconnessi tra loro? Credo che Favre risponderebbe in cuor suo in modo errato, salvo fare centro visto come ho confezionato il quiz.
Un consiglio: va bene pubblicare il succo di tesi di laurea, ma sarebbe opportuna anche un'altra angolazione. Chi ha completato il triennio aostano e soprattutto anche il biennio "magistrale"( brutto nome, ma i due anni di specializzazione ora si intitolano così) ha dei commenti da fare sul triennio aostano e sul passaggio da quest'ultimo ai due anni successivi. Basti dire che c'è un solo indirizzo in Valle, mentre a Torino( che cito perchè conosco meglio) ve ne sono parecchi ma nessuno può essere considerato il seguito di quello chez nous.
I numeri valdostani sono un handicap, forse discutendo si possono programmare modifiche alla facoltà di Economia locale, facoltà che si giova di un validissimo corpo docente, generalmente lombardo, cui potrebbe esserne affiancato un altro, pure lui sostanzialmente itinerante, per un ulteriore indirizzo che privilegi l'economia finanziaria.

 

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