20 marzo 2011

Mario Calderini: Nuovi schemi per Innovare


Per darti un'idea del relatore che interverrà questo giovedì, il 24 marzo, presso la Pépinière d’Entreprises di Aosta, in via Lavoratori vittime del Col du Mont, 24, all'interno del ciclo «I dialoghi dell’Innovazione», .sul tema «Internet e impresa: il nuovo sistema nervoso dell’economia», ti offro un suo commneto pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 3 marzo 2010, dal titolo «Nuovi schemi per innovare». Il testo è stato scritto quando Calderini era ancora presidente di Finpiemonte.

La concezione di una nuova generazione di strumenti di finanza pubblica a sostegno dell'innovazione non può prescindere dalla considerazione che nel prossimo futuro le risorse disponibili saranno largamente insufficienti a sostenere un impianto politico simile a quello che ha caratterizzato gli anni passati. Ciò in ragione non solo della difficile situazione della finanza pubblica ma soprattutto dell'esaurirsi dei fondi strutturali destinati alle Regioni, così come li abbiamo conosciuti fino ad oggi, già a partire del 2013.

In particolare, per Regioni che – come il Piemonte – hanno destinato nel passato quinquennio ingenti risorse alle politiche per la ricerca e l'innovazione, in particolare nel settore delle cosiddette clean tech, è indifferibile il problema di concepire un portafoglio di strumenti di intervento più coerente e compatibile con la presumibile futura dotazione di risorse pubbliche. Già in questa legislatura, con la forte concentrazione delle risorse su alcuni grandi progetti innovativi e con l'introduzione del principio di negoziazione diretta tra finanziatore e finanziato, ad esempio attraverso le piattaforme tecnologiche e i poli di innovazione, il Governo regionale ha avviato il processo di progressiva sostituzione dei tradizionali strumenti di finanza agevolata con un portafoglio di strumenti di finanziamento di nuova generazione. Nell'assumere la sua forma futura, tale portafoglio dovrà necessariamente articolarsi lungo due grandi linee d'azione, le forme evolute di partenariato pubblico-privato da un lato e l'utilizzo della domanda pubblica come leva di sostegno all' innovazione dall'altro.
 
Il ricorso al partenariato pubblico-privato prevede la compartecipazione del finanziatore pubblico e di partner privati in progetti finalizzati alla realizzazione di infrastrutture tangibili o intangibili; senza entrare nel dettaglio delle diverse articolazioni specifiche del partenariato, una caratteristica distintiva di tale forma di intervento è
 la volontà della Pa di appropriarsi del valore associato ai progetti di innovazione di cui è finanziatrice. Tale appropriazione, nel caso della ricerca ed innovazione, può avvenire sia attraverso la definizione di un opportuno regime di proprietà intellettuale sui risultati attesi, sia attraverso iniziative imprenditoriali congiunte, tipiche del partenariato pubblico-privato istituzionalizzato, con relativa ripartizione dei profitti attesi: non c'è infatti ragione per cui la Pa, nel ruolo di finanziatrice, si debba dedicare ossessivamente ed esclusivamente al controllo di correttezza della spesa, trascurando invece di rivendicare il proprio legittimo ritorno sui risultati. 

Il ricorso al partenariato pubblico-privato nelle sue diverse forme è quindi auspicabile per almeno quattro ordini di ragioni. Primo, per raggiungere la scala minima di investimento, reclutando risorse private complementari a quelle pubbliche. Secondo, per tutelare nella sua interezza il valore generato dall'investimento di risorse pubbliche, che spesso non si limita alle sole generiche ricadute indirette sulla competitività del sistema industriale. Terzo, per sfruttare virtuosamente la capacità di leadership tecnologica e di indirizzo dei grandi innovatori. Quarto, per innescare un circolo virtuoso tra gli investimenti pubblici in ricerca ed innovazione, i profitti che questi possono generare ed il reinvestimento degli stessi profitti in nuovi
progetti. 

I grandi investimenti in ricerca e innovazione nel settore delle energie rinnovabili rappresentano probabilmente il più importante terreno di sperimentazione per le nuove forme di partenariato pubblico-privato. Al successo di una nuova generazione di politiche e di strumenti di finanziamento è probabilmente legata la capacità della nostra Regione e delle sue imprese di intraprendere e percorrere con successo le traiettorie innovative che conducono alle tecnologie pulite del futuro.
 

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