17 maggio 2011

I Numeri e il Futuro del Confidi Industriali

Federico Jacquin
Si è conclusa da poche ore l’Assemblea del Confidi Industriali, presieduto da Federico Jacquin (che rimane Presidente fino alla fusione con il Confidi Albergatori), ospitata presso il salone delle conferenze dell'Etoile du Nord. Ti propongo alcuni passaggi dell’intervento del Presidente. I titoli sono a mia cura.

Il sistema Valle d’Aosta si è dimostrato solido mettendo in atto una serie di interventi a sostegno del tessuto regionale. Interventi che la Regione ha introdotto nel 2009, confermato nel 2010 e ripresentato per il 2011. Non si può che condividere la scelta strategica dell’Amministrazione regionale di continuare a sostenere l’economia locale visto il perdurare della situazione critica, seppur si percepisca un lieve miglioramento per quanto attiene la nostra realtà, da quanto emerge dai principali indicatori economici.

L’attività di finanziamento
Dopo il forte calo registrato nel corso del 2009, la domanda di finanziamenti da parte delle imprese ha mostrato un moderato recupero. La richiesta di mutui legata agli investimenti ha registrato una lieve contrazione, mentre le domande di affidamento a breve termine hanno continuato a essere sostenute dalla necessità di copertura del capitale circolante e dal perdurante ricorso a operazioni di ristrutturazione e consolidamento del debito bancario.
L’attività del nostro Confidi nel 2010 ha sostanzialmente rispecchiato l’andamento generale sopra sintetizzato, con interventi in garanzia sempre più orientati all’ottenimento di affidamenti a breve termine, finalizzati a sostenere una crescente esigenza di liquidità delle imprese, a discapito dei mutui a medio e lungo termine per finanziare gli investimenti. A tal proposito lo stock dei finanziamenti del Confidi Industriali Valle d’Aosta al 31/12/2010 ammonta a €42,0 milioni di garanzie di cui €22,9 milioni per linee di credito a breve termine, con un incidenza del 55% sul totale.
Con l’occasione di aver comunicato i valori delle garanzie rilasciate nel 2010, Vi espongo altri dati del nostro Consorzio. I soci sono 284 e il patrimonio ammonta a €15,4 milioni costituito da (valori in milioni di euro):
- 0,3 di Fondo consortile
- 10,2 di Fondi rischi
- 1,2 di Fondi disponibili
- 3,5 di Fondo rischi ex l.r. 1/2009
- 0,2 di Avanzo di gestione.
Il Consorzio è intervenuto nel corso del 2010 a copertura di tre insolvenze per €82.975. pari allo 0,20% delle garanzie in essere. A fini prudenziali il “fondo rischi per garanzie prestate”, per far fronte alle probabili perdite derivanti dall’attività di concessione delle garanzie, è stato ulteriormente alimentato per €18.107 e pertanto alla fine dell’esercizio la consistenza dello stesso è pari a €535.133. In applicazione alla l.r.75/90, sono stati erogati ai nostri consorziati nel corso del 2010 (competenza 2009) contributi in c/interesse per un totale di €1.492.051.
Come lo scorso anno continua, dunque, ad essere la liquidità la priorità creditizia delle aziende. Esse hanno la necessità di ristrutturare il debito, di rimodulare le scadenze dei mutui e di razionalizzare la gestione finanziaria. La capacità di autofinanziamento delle imprese, già debole strutturalmente, si è ulteriormente ridotta a causa del peggioramento della redditività e dell’allungamento dei tempi di incasso. Le aziende non riescono a far fronte alla crisi di liquidità con i mezzi propri.
Ad inizio 2011, in controtendenza al trend di questi ultimi anni, abbiamo registrato un aumento delle richieste di mutuo per investimenti fissi. Dopo diversi mesi di richieste di garanzie rivolte prevalentemente alle linee a breve termine o ai mutui di consolidamento, finalmente traspare un primo timido segnale di ripresa dei finanziamenti strutturali.

L’evoluzione
L’assetto strutturale verso cui il mondo dei Confidi è chiamato a evolvere è quello di un insieme contenuto di intermediari (molto più ridotto di quello attuale), di dimensioni tali da coniugare vicinanza al tessuto delle imprese e qualità dell’organizzazione interna. Il modello scelto, già individuato dal legislatore nel 2003, è quello dell’intermediario finanziario ex art. 107.
La trasformazione in Confidi vigilato ex 107 comporta un lungo e impegnativo percorso di adeguamento alla normativa, dotandosi di un profilo organizzativo molto più strutturato, sostenendo importanti investimenti economici e introducendo complessi sistemi informativi. Tutto ciò può essere solo affrontato attraverso operazioni di aggregazione.
Se da un lato ai Confidi “maggiori” (per intendersi quelli sottoposti a controllo da parte della Banca d’Italia) si richiede un impegno organizzativo importante dall’altro lato ci sono notevoli vantaggi per gli stessi: l’erogazione di garanzie “conformi” a Basilea 2, la gestione di fondi pubblici, il rilascio di garanzie a favore dell’Amministrazione straordinaria, la possibilità di operare anche con imprese non-socie e, anche se in via residuale, la possibilità di erogare prestiti di cassa e rilasciare crediti di firma.
Diverse sono state le operazioni di fusioni che hanno interessato i Confidi a livello nazionale in questi ultimi anni. Dunque c’è la tendenza a superare la modesta dimensione aziendale, incompatibile con le nuove disposizioni in materia bancaria.
Anche il nostro Consorzio ha deciso di intraprendere la strada dell’unione. Il cammino per giungere alla fusione è stato impegnativo. Il mio auspicio di aggregazione, manifestato già alcuni anni fa, ha trovato ultimamente riscontro nell’invito del Governo regionale alla costituzione di un solo ente di garanzia ex art. 107. Si è, quindi, ipotizzato di dare vita ad un altro intermediario vigilato analogo a quello già esistente sul territorio valdostano (Valfidi), poiché con lo stesso il dialogo non è mai stato avviato, forse per incomprensioni reciproche.
Le trattative sulla fusione sono così iniziate tra gli altri 4 Confidi, ma dopo diversi mesi di incontri non si è riusciti a trovare un accordo comune.
Le negoziazioni sono poi proseguite a 3 e alla fine abbiamo individuato quale partner ideale per addivenire ad una fusione “Confidal Società cooperativa”, in quanto Confidi Agricoltori della Valle d’Aosta a tutt’oggi non ha ancora preso una decisione.
Confidal rappresenta in Valle d’Aosta la realtà turistica-alberghiera con circa 300 iscritti. Si tratta di un ente di garanzia che presenta caratteristiche molto simili al nostro Consorzio sotto diversi punti di vista: numero iscritti, tipologia garanzie rilasciate (importo mediamente elevato) e rapporto patrimonio/garanzie.
Entro questo mese verrà redatto il progetto di fusione tra i due soggetti e entro ottobre/novembre si concluderà l’iter di fusione a cui seguirà, sempre entro il 2011, la presentazione della domanda a Banca d’Italia per addivenire intermediario vigilato.

La revisione della legge
La spinta all’aggregazione, se da un lato viene richiesta dalla normativa nazionale e dallo stesso mercato delle garanzie, dall’altro lato diventa una necessità in quanto quest’anno si prospetta una revisione della l.r. 75/1990 in cui i contributi regionali in conto interesse saranno prossimamente gestiti esclusivamente dai Confidi vigilati da Banca d’Italia.
La futura modifica della legge regionale sui Confidi ha una sua giustificazione di fondo. Le risorse collettive devono essere impiegate in modo da ottenere il miglior risultato possibile con il minor utilizzo di spesa e ciò può essere solo ottenuto con l’assegnazione dei fondi pubblici solo a quei soggetti in grado di spuntare le condizioni migliori sul mercato del credito.
Il fatto che si prospetti un mercato delle garanzie locale con due o tre soggetti anziché uno solo, come inizialmente prospettato, crea un mercato concorrenziale e la concorrenza è un aspetto positivo poiché stimola l’efficienza nella produzione, l’innovazione ed il corretto utilizzo delle risorse.
La concorrenza genera una condizione di sana competitività tra gli attori, che però non deve mai trascendere in conflittualità. La competitività è costruttiva, mentre la conflittualità crea tensioni. Sono certo che tra i Confidi si instaurerà un buon clima di collaborazione, come del resto c’è sempre stato in tutti questi anni. Operare con spirito collaborativo è fondamentale soprattutto in momenti difficili come quelli che stiamo vivendo.

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