Roberto Nale (Fiaip) |
La
qualificazione della professione è sicuramente un tema che vi sta molto a
cuore. Qual è la situazione valdostana?
La Fiaip è un sindacato che sin dalla sua nascita ha
basato la sua politica proprio sulla qualificazione dell’agente immobiliare.
Mai come negli ultimi tempi - con l’evoluzione del mercato, le difficoltà che
si riscontrano – riteniamo che addirittura la sopravvivenza di questa figura
professionale non può che passare da una sempre maggiore qualificazione, da una
sempre più puntuale fornitura di servizi professionali a chi si rivolge all’agente
immobiliare. Oggi sempre più persone ricorrono agli agenti perché è sempre più
difficile destreggiarsi fra le pratiche burocratico-amministrative che comportano
la vendita di un immobile e pertanto è indispensabile che questa figura cresca
diventando sempre più professionale, sempre più una consulenza importante nei
confronti dell’utenza. In Valle d’Aosta abbiamo 32 associati che possono beneficiare
di tutti i servizi offerti dalla Fiaip. Si tratta di servizi di informazione,
di aggiornamento professionale, di crescita del proprio bagaglio culturale
specifico e questi 32 associati rappresentano circa il 25% del complessivo
numero di operatori.
Quali
sono le doti maggiormente consigliabili per affrontare questa professione?
E’ una bella domanda. La parola stessa mediatore già
fa presupporre quelle che devono essere le doti. Io direi che la più importante
sia quella dell’empatia cioè del riuscire a comprendere i problemi delle
persone con cui ci relazioniamo in modo tali fa risolverli. Si tratta perciò di
sapere ascoltare, di ascoltare i clienti e quanto il più possibile evitare e
risolvere i conflitti che possono nascere in queste trattative. E bisogna ovviamente
avere un certo pragmatismo nello svolgimento delle trattative perché l’obiettivo
del mediatore è trovare un punto di accordo tra due volontà che spesso
combaciano ma sono anche contrastanti. L’obiettivo è concludere affari buoni per
tutti mantenendo una posizione imparziale. Si tratta di capacità in fondo
innate. Possiamo tutti studiare, imparare tanti concetti, tante nozioni, però
se siamo delle persone introverse che hanno difficoltà a relazionarsi con gli
altri forse dobbiamo rinunciare a svolgere questo lavoro.
Come giudicate le attuali modalità di
accesso alla professione?
Per
quanto riguarda quanto richiesto dalla legge all’evoluzione dei mercati sempre
più rapida non consegue un’altrettanto rapida evoluzione delle normative. Noi
crediamo in generale che oggi effettivamente la normativa sia rimasta un po’
indietro. Oggi per diventare mediatore, aprire un ufficio e lanciarsi sul
mercato è sufficiente fare un corso di 140 ore, avere un’istruzione di scuola
media-superiore e una volta fatto il Corso superare un esame e iniziare a
lavorare. Tuttavia la materia è talmente complessa e presuppone così tante
competenze che con ogni probabilità dovremmo fare uno sforzo –e la Fiaip ci sta
già pensando – evolvere la figura richiedendo un percorso di laurea breve che
assicuri uno studio più approfondito e più diluito in modo da risultare più
assimilato. E poi probabilmente occorre un periodo di pratica. L’assenza di
questo è un difetto che va corretto.
Quali
doveri ha un agente immobiliare nei confronti del cliente?
Nella definizione della figura del mediatore, composta
nel 1942 con un capitolo dedicato del codice civile, c’è proprio un articolo
che parla di responsabilità del mediatore. Fondamentalmente la responsabilità
principale del mediatore è per definizione il comunicare alle parti interessate
all’affare tutte le caratteristiche che possono influire sull’economia e sulla
sicurezza dell’affare. Questa definizione originaria è stata poi nel corso
degli anni con l’evoluzione del sistema di mercato rielaborata dalla
giurisprudenza ed oggi è richiesto espressamente al mediatore di documentarsi
con diligenza professionale sullo stato dell’immobile, sulle sue caratteristiche,
sulla sua conformità sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici che quelli finanziari-economici,
mantenendo un atteggiamento imparziale nei confronti delle parti.
Vi
preoccupa il fenomeno dell’abusivismo a livello regionale?
E’ un fenomeno che esiste dall’89 cioè da quando la
mediazione è stata attribuita in esclusiva al mediatore. E’ sempre esistito e
non soltanto in Valle. E’ un fenomeno che ha le sue radici nella prima
interpretazione un po’ arcaica di questa figura cioè semplicemente quella di
una persona che faceva conoscere due persone facendo loro concludere una
affare. Da qui maturava il suo diritto al compenso. Adesso la figura dell’agente
immobiliare è molto ma molto più complessa. Gli adempimenti per far concludere una
compravendita immobiliare in modo corretto sono sempre più numerosi e
complicati. L’abusivo, come ad esempio il negoziante di paese che approfitta
della sua vetrina per mettere dei cartelli vendita casa, fa vedere la casa con
le chiavi e poi chiede un compenso, sta scomparendo. Un’acquirente che si
accontenti di questa figura rischia di concludere malamente una affare, di
dimenticarsi di molti adempimenti, di andare in sanzione e incorrere in
problemi gravi. Oltretutto è in parlamento un disegno di legge che, sull’esercizio
abusivo delle professioni regolamentate da leggi dello Stato, castigherà in
modo pesante chi ancora le esercita abusivamente.
In
Valle d’Aosta c’è stato un vero e proprio prolificare di agenzie. Il mercato è
davvero così interessante nonostante la crisi?
Il mercato in questo periodo è molto difficile. A
livello nazionale riscontriamo una contrazione del numero di esercizi. E’
comunque un’attività non difficile da avviare e non comporta costi esagerati
perché ha una connotazione più professionale che commerciale. Oltretutto con il
franchsing è possibile iniziare avendo un’assistenza. Il problema è che il
mercato, a mio avviso, non dà tutto questo spazio. E direi che in Valle siamo
già oltre il livello di saturazione.
Oltre
a voi sul territorio regionale operano altre due sigle Fimaa e Anama. Avete dei
momenti di confronto comune?
Con Anama abbiamo fatto alcuni incontro comuni
cercando di portare delle istanze riguardo ad alcuni argomenti di interesse
generale. Non ci sono state invece occasioni con Fimaa.
Dovendo
mandare un telegramma urgente sul tema a chi lo invierebbe e che
cosa ci scriverebbe?
Io ho la possibilità di conoscere gli aspiranti
mediatori perché mi attribuiscono una docenza nei corsi e io dico sempre a loro
di cercare di essere quanto più responsabili possibili perché il nostro è un argomento
veramente delicato nell’economia di una famiglia.
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