Prima di tutto spieghiamo in cosa consiste il vostro prodotto?
Dario Colombotto (Geoguide) |
E’
un mercato con molti competitors?
Sicuramente.
Sia perché le tecnologie digitali sia perché quelle di navigazione satellitare
sono un po’ il settore di tendenza di questi ultimi anni. Noi intendiamo
distinguerci dalla produzione di mappe standard di mercato, tanto per capirci
Google o Tom Tom, che di fatto occupano il 90% del mercato della cartografia.
Il nostro punto di forza è quello di creare noi delle mappe ad hoc. Noi
possiamo produrre delle mappe non standard e quindi con tematiche a richiesta.
Si tratta di specificare molto nel dettaglio e
diversificarci così dal mercato
Come
nasce Geoguide?
Geoguide
nasce come una start up nell’incubatore di Aosta circa tre anni fa’ da
un’analisi di quelle che si potevano fare allora rispetto alle tendenze di
mercato della tecnologia. Ci siamo indirizzati da subito alle tecnologie per
supporti mobili e digitali, arrivando da
una serie di esperienze pluridecennali, a seconda delle figure professionali
che compongono geoguide, provenendo tutti dai sistemi informativi territoriali.
Qual
è il prodotto che avete realizzato sino ad oggi di cui siete più orgogliosi?
E’
un prodotto rappresentato da una tecnologia di localizzazione, cioè dei
localizzatori Gps che vengono visti e letti dall’app installata sul cellulare
smartphones. Sono apparecchiature che possono avere utilizzi diversi sia per
persona che per animali e possono anche essere miniaturizzati in modo da
integrarli in ambienti particolari come i parchi naturali dove sono necessarie
delle monitorizzazioni anche di piccoli animali. Noi abbiamo sviluppato
l’interfaccia tra la nostra applicazione e questo particolare hardware.
Cosa
significa dare vita ad una start up?
Dare
vita ad una start up significa prima di tutto comprendere quali sono le
procedure d’insediamento in un polo tecnologico. E questo già implica una
conoscenza della burocrazia che possiamo definire di tipo standard. Il passo
successivo, quello più complicato, è capire quali sono gli strumenti finanziari
che appoggiano una start up. Di fatto possiamo avere tutte le competenze
tecnologiche di questo mondo, ma senza un supporto finanziario che dà ossigeno
all’azienda non riusciamo ad integrarci e a partire, soprattutto in un periodo
di crisi. Capire quali sono le opportunità di accesso ai finanziamenti offerti
a livello regionale, ma non mi riferisco soltanto alla Valle d’Aosta, è spesso
complicato e non si arriva al fine ultimo. Noi fatichiamo molto perché non
siamo ancora riusciti ad attingere in maniera sufficiente a queste risorse. Che
non sono solo finanziarie anche perché con le strutture regionali si può
collaborare anche in termini di progetti. Ed è questo il nostro obiettivo. Stiamo
ancora aspettando di partire con dei progetti di collaborazione con le
strutture regionali per avere una sorta di affiancamento.
Come
mai avete scelto di insediarvi in Valle d’Aosta?
Il
target del nostro prodotto è quello turistico-sportivo. Quale migliore regione
integra queste due caratteristiche più della Valle d’Aosta. Nel nostro prodotto
possono essere integrate tutta una serie di informazioni di promozione
turistica di conseguenza è una doppia potenzialità. Non solo vendere i nostri
prodotti ma diffondere pure delle informazioni che puntano al turismo e
all’indotto del turismo. Possiamo e potremmo essere anche un veicolo
informativo
Una
novità da annunciare in esclusiva a ImpresaVda…
Una
nostra collaborazione con un importante ente della valle con il quale
inizieremo delle sperimentazioni tecniche.
Un
sogno imprenditoriale da realizzare…
Il
sogno è un appello e un invito. Il sogno può essere quello di vedere impiegate
delle risorse, cioè giovani che vogliano lavorare con noi anche sotto forma di
stage, con il contemporaneo invito alle amministrazioni regionali ad
aiutarci a realizzare questo sogno.
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