Laura Agostino |
Come nasce Avi Presse?
Avipresse nasce nel 1986. Era la società che aveva
fatto nascere La Vallée Notizie. Poi ci sono state una serie di passaggi e io
sono subentrata acquistandone il 50% nel 1989 e a partire dal 1991 la compagine
attuale conduce e porta avanti l’agenzia.
Voi
operate in cinque settori: l'informazione giornalistica, le pubbliche relazioni
e l'organizzazione eventi, la produzione e post-produzione audiovisiva,
l'editoria e la multimedialità. Si tratta di mondi che in più di 25 anni sono
profondamente mutati…
Bisogna spiegare perché all’interno di un’agenzia ci
sono tutti questi mondi che chiaramente non sono nati tutti assieme in quanto
eravamo partiti come agenzia di stampa e il resto si è aggiunto
progressivamente. In realtà l’esigenza del mercato più che nostra era di
riuscire ad avere un’offerta articolata e complessiva per far sì che un
messaggio potesse partire dal mittente e arrivare al destinatario attraverso un
ponte creato possibilmente da un unico interlocutore. E’ questa l’origine della
moltiplicazione dei servizi e delle funzioni espletate da Avipresse, molto,
molto cambiate nel corso di questi 25 anni. Quando io ho i ragazzi nuovi appena
entrati in azienda che trovano assolutamente scontato per esempio il fatto di
riuscire realizzare un reportage e poi
avere sul loro computer su una videata l’intervista in audio e video e sull’altra
il testo di word nel quale scrivere una sceneggiatura o trascrivere gli elementi
non possono non ricordarmi che per noi non era così. Dieci anni fa lo facevamo
davanti ad un videoregistratore facendo andare indietro e avanti un nastro,
prima ancora lo si faceva ad intuito in quanto le apparecchiature erano
talmente complesse, talmente ingombranti che bisognava spostarsi fisicamente
dalla redazione alla regia per poterlo fare. E poi il cambiamento epocale,
anche nel nostro settore, è stato quello del mondo del web che ha cambiato
moltissimo il nostro lavoro, il nostro modo di approcciarci alla nostra utenza
sia essa di committenti o di destinatari di informazione.
Quali
sono oggi le maggiori difficoltà nell’operare in simili settori?
La maggiore difficoltà di partenza è di operare in Valle
d’Aosta. C’è il grosso vantaggio di essere una regione piccola e bellissima e
che io amo molto, ma dal punto di vista geografico la morfologia è molto
spezzettata. Riuscire a raggiungere un punto e un altro per seguire gli eventi
è particolarmente complicato. L’altro aspetto di difficoltà è la costante
implementazione della tecnologia che progredisce ad una velocità davvero
notevole. Per essere sempre al passo con i tempi occorre stare dietro a questa
corsa e richiede degli investimenti importanti.
Nel
2010 avete lanciato Bobine Tv. Vuole parlarcene?
Bobine Tv è nata dal presupposto di voler sfruttare
l’immensa banca immagini che avevamo creato nel corso di 25 anni di attività.
Abbiamo girati importanti, ne abbiamo tanti cerchiamo di sfruttarli su un
media. In realtà questa base di partenza è stata completamente disattesa perché
su Bobine continuiamo a proporre realizzazioni di nuova produzione. Noi abbiamo
quasi mai messo mano all’archivio e, quindi, è un’emittente che fin dal suo esordio vuole – magari non ci è ancora
riuscita del tutto, ci riuscirà di più con gli anni – portare la Valle d’Aosta
nel mondo e il mondo in Valle d’Aosta. Noi non abbiamo mai guardato ad un
pubblico esclusivamente regionale, ma - nel nostro piccolo – al mondo intero. E
devo dire che i risultati di audience ci hanno dato ragione perché - più la
Valle d’Aosta, molto l’Italia per circa il 10% il resto del mondo – ci guardano
un po’ dappertutto.
Voi
fornite anche immagini valdostane a network nazionali. Una bella responsabilità…
Noi forniamo due tipi di servizi. Quello semplicemente
delle immagini, quindi come service per emittenti che hanno esigenze di
effettuare delle riprese in Valle oppure con alcune emittenti, ad esempio Tv
2000, svolgiamo un servizio completo di informazione giornalistica, un ‘esigenza
sviluppata con la nascita del format “nel cuore dei giorni”.
Qual
è il lavoro del quale andate più orgogliosi?
Difficile da dire. Perché io tendo a dimenticare i
lavori una volta che sono conclusi. Di conseguenza forse la cosa di cui sono
più orgogliosa è che dopo 25 anni siamo ancora qua. Siamo proiettati già verso
il prossimo lavoro in quanto non hai tempo di guardare quanto fatto o al
massimo lo fai per cogliere gli errori da non ripetere. Non c’è tempo per crogiolarsi
o per piangersi addosso.
La mia
impressione è che il settore della comunicazione in Valle sia particolarmente
saturo. Voi che cosa ne pensate?
Secondo me più informazione c’è e meglio è. Non è un
problema di quantità, non è un problema di saturazione in quanto alla fine l’utenza
ha modo di scegliere qual è l’ informazione che vuole continuare a seguire e
ricevere. L’importante è che ci sia informazione perché l’informazione è
democrazia. Il fenomeno esplodente dell’ultimo periodo è quello dell’informazione
fatta dalla gente, ad esempio in Valle d’Aosta i social network. Facebook o
twitter sono diventati fonti di informazione fatta direttamente dalla gente. Un
fenomeno collegato anche al particolare momento elettorale che interessa la
nostra regione con il doppio appuntamento politiche-regionali. Però mi viene
anche da chiedermi se non sia un segnale nei confronti del quale noi
giornalisti non dovremmo riflettere. Cosa significa? E’ una carenza da parte
nostra o semplicemente una diversa presa di coscienza da parte del cittadino
del proprio ruolo attivo nell’informazione?
Una
novità da annunciare in esclusiva a ImpresaVda…
Nell’ultimo periodo Bobinetv si è
politicovaldostanizzata, cioè è stata fatta la scelta, in precedenza scartata,
di realizzare delle tribune elettorali. Lo abbiamo fatto per le Politiche lo
rifaremo per le regionali e poi vedremo se ci saranno di nuovo le Politiche.
Un
sogno imprenditoriale da realizzare…
Dal punto di vista tecnologico il satellite. Per il
momento abbiamo fatto un piccolissimo passo cioè trasmettere da studio via
satellite anche perché ci sono dei problemi notevoli in Valle d’Aosta sulla
diffusione del segnale web. Ci sono
momenti nei quali non riesci a trasmettere se hai bisogno di determinate
portanti in quanto c’è un imbuto nella strozzatura del quale si casca
inevitabilmente. E più c’è affollamento e più ci caschi. Andare sul satellite è
perciò l’unica possibilità. Mi piacerebbe riuscire a trasmettere via satellite
e perdere l’ultimo vincolo di ancoraggio a terra che ancora abbiamo.
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