Antonio Giorgi |
Come nasce la Giorgi e la sua personale vocazione imprenditoriale?
Sono oltre trent’anni di storia aziendale…
Io ho iniziato questo mestiere 32
anni fa. Mi sono ritrovato a fare dalla panetteria alla pasticceria e da lì ho
iniziato piano piano a capire che era il mio futuro, la mia vita e ad aprire
così delle microattività fino ad arrivare in questo momento a più attività, In
questo momento abbiamo quattro punti vendita, un panificio a Roisan e due
laboratori per la pasticceria in Aosta.
Tutto il fresco è di nostra produzione e produciamo di notte e di giorno di
conseguenza è tutto superfresco, non teniamo nulla che sia congelato. E così la
nostra mentalità, la nostra voglia di fare questo tipo di prodotto ci permette
di andare avanti e gestire questi punti vendita.
Come mai la scelta
di gestire direttamente la commercializzazione del prodotto attraverso punti
vendita dedicati? Ci sono anche altri prodotti ma la maggior parte in questo momento
sono vostri…
Per far apprezzare al cliente, all’utente finale il nostro
prodotto secondo noi la migliore cosa era portare il cliente ai nostri banchi.
Tutto gestito da noi, controllato continuamente. Non diamo in mano ad altri nostri
prodotti in quanto potrebbero non essere trattati come da noi. Io amorevolmente
da oltre trent’anni anni tutte le mattine mi alzo alle 2 e mezza, alle 3, ma lo
faccio con la voglia non di andare a lavorare, ma di andare a fare quello che è
il mio mestiere che io amo. Lo faccio in una certa maniera e voglio che quanto
arriva all’utente finale sia come lo vorrei io a tavola a casa mia. Di
conseguenza faccio di tutto affinché le nostre commesse - che ringrazio sempre
per quanto sono brave e gentili con la nostra clientela – valorizzino nel
migliore dei modi quanto noi realizziamo di notte in panificio e di giorno in
pasticceria.
Un controllo sulla
qualità totale…
Esattamente. Anche perché siamo molto restii sul fatto che
altri parlino del nostro prodotto. Noi vogliamo che le nostre commesse sappiano
giornalmente quello che produciamo, come lo produciamo. Vedano quello che viene
fatto. Se lo apprezzano loro lo apprezzerà il cliente.
Recentemente avete
aperto un nuovo punto vendita ad Aosta, ampliando un vostro precedente
esercizio. Che cosa vi ha spinto in questa direzione?
Su quel punto precedentemente stavamo un po’ uscendo dai
nostri tradizionali canoni di lavoro, trattando molti prodotti non di nostra
proprietà. Sono intervenuti i figli – che sono il nostro futuro, la nostra
speranza, e ci auguriamo che proseguano
quanto noi stiamo facendo oggi – e ci hanno ricordato l’importanza di proporre
esclusivamente il nostro brand. Mia figlio e mio figlio credono molto in questa
strategia. E noi stiamo loro dando credito. Inizialmente avevamo qualche
dubbio, ma con il passare del tempo ci stiamo sempre più rendendo conto che
hanno ragione loro.
La logica dello
spaccio aziendale che dalla fabbrica si sposta verso il cliente trasformandosi
in esercizio commerciale vero e proprio. Su Aosta ne avete ben quattro…
Noi tocchiamo qualcosa come 800-1000 persone al giorno. Quest’ultimo
punto vendita si differenzia per un’identità maggiormente giovanile che io e
mia moglie molto probabilmente non potevamo vedere. Del resto noi siamo più produttivi
che commerciali. Del resto i figli hanno fatto degli studi universitari proprio
legati a questo.
La crisi quanto sta incidendo sui fatturati?
Il periodo più critico è stato il biennio 2009-2010 ma devo dire che da quanto i nostri punti vendita si sono focalizzati sulla nostra produzione l’abbiamo percepita meno. Addirittura sia l’anno scorso che quest’anno i ricavi sono cresciuti.
Di ben augurio per il passaggio generazionale che è sempre un tema delicato…
Non avrebbe senso andare avanti sapendo che non c’è nessuno pronto a raccogliere il testimone. Di sacrifici ne abbiamo fatti. Abbiamo trascurato un po’ i figli quando erano piccoli. Ci siamo un po’ trascurati anche noi per via del lavoro però adesso le soddisfazioni arrivano vedendo i figli attivi all’interno dell’azienda.
Che cosa aiuterebbe di più chi fa impresa in Valle d’Aosta?
E’ sempre un discorso di Palazzo.
Se il Palazzo cerca di essere più vicino a chi fa impresa, venisse a vedere più
da vicino quali sono le nostre problematiche forse ci capiremmo di più e le
politiche sarebbero migliori.
Una novità da annunciare per ImpresaVda?
Aumenteremo la produzione del
cioccolato. Non più soltanto le Uova di Pasqua. Invece di approvvigionarci di
prodotti della grande industria cercheremo di farlo noi ampliando la nostra
gamma.
Il nuovo punto vendita è pure Bar. Anche questa è una novità…
Già da un po’ avevamo questo
piccolo sogno da realizzare avendo per anni commercializzato e portato negli
altri bar brioches o altri prodotti per la prima colazione volevamo portare la
gente dentro a casa nostra e offrire loro la nostra colazione con una gamma un
po’ più ampia di brioche, non soltanto il solito croissant da bar. Di qui la
scelta della caffetteria.
Un sogno imprenditoriale da realizzare…
E’ facile intuirlo. Dopo tanti anni
uno vorrebbe non perdere tutto il lavoro fatto. La nostra speranza, il nostro sogno,
la nostra volontà è che i nostri figli continuino a mantenere in piedi e
migliorare quanto realizzato sino ad ora. Visto che negli anni Giorgi comunque
è diventato un brand, un nome significativo in Aosta ci piacerebbe che tutto
questo proseguisse. Anche se come ha scritto mio figlio nella sua tesi di
laurea il passaggio generazionale è un momento delicato. Chi è abituato a fare
le cose in una certa maniera da oltre trent’anni fatica un po’ a cambiare. Ma tocca
a noi comprendere quanto dare loro ascolto sia importante.
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