6 novembre 2014

Antonio #Giorgi: «E' bello che i figli portino avanti l'attività dei genitori»

Antonio Giorgi
Intervista a Antonio Giorgi, titolare della Giorgi snc, società attiva nel settore della produzione alimentare e del commercio.

Come nasce la Giorgi e la sua personale vocazione imprenditoriale? Sono oltre trent’anni di storia aziendale…
Io ho iniziato questo mestiere 32 anni fa. Mi sono ritrovato a fare dalla panetteria alla pasticceria e da lì ho iniziato piano piano a capire che era il mio futuro, la mia vita e ad aprire così delle microattività fino ad arrivare in questo momento a più attività, In questo momento abbiamo quattro punti vendita, un panificio a Roisan e due laboratori per la pasticceria  in Aosta. Tutto il fresco è di nostra produzione e produciamo di notte e di giorno di conseguenza è tutto superfresco, non teniamo nulla che sia congelato. E così la nostra mentalità, la nostra voglia di fare questo tipo di prodotto ci permette di andare avanti e gestire questi punti vendita.

Come mai la scelta di gestire direttamente la commercializzazione del prodotto attraverso punti vendita dedicati? Ci sono anche altri prodotti ma la maggior parte in questo momento sono vostri…
Per far apprezzare al cliente, all’utente finale il nostro prodotto secondo noi la migliore cosa era portare il cliente ai nostri banchi. Tutto gestito da noi, controllato continuamente. Non diamo in mano ad altri nostri prodotti in quanto potrebbero non essere trattati come da noi. Io amorevolmente da oltre trent’anni anni tutte le mattine mi alzo alle 2 e mezza, alle 3, ma lo faccio con la voglia non di andare a lavorare, ma di andare a fare quello che è il mio mestiere che io amo. Lo faccio in una certa maniera e voglio che quanto arriva all’utente finale sia come lo vorrei io a tavola a casa mia. Di conseguenza faccio di tutto affinché le nostre commesse - che ringrazio sempre per quanto sono brave e gentili con la nostra clientela – valorizzino nel migliore dei modi quanto noi realizziamo di notte in panificio e di giorno in pasticceria.

Un controllo sulla qualità totale…
Esattamente. Anche perché siamo molto restii sul fatto che altri parlino del nostro prodotto. Noi vogliamo che le nostre commesse sappiano giornalmente quello che produciamo, come lo produciamo. Vedano quello che viene fatto. Se lo apprezzano loro lo apprezzerà il cliente.

Recentemente avete aperto un nuovo punto vendita ad Aosta, ampliando un vostro precedente esercizio. Che cosa vi ha spinto in questa direzione?
Su quel punto precedentemente stavamo un po’ uscendo dai nostri tradizionali canoni di lavoro, trattando molti prodotti non di nostra proprietà. Sono intervenuti i figli – che sono il nostro futuro, la nostra speranza,  e ci auguriamo che proseguano quanto noi stiamo facendo oggi – e ci hanno ricordato l’importanza di proporre esclusivamente il nostro brand. Mia figlio e mio figlio credono molto in questa strategia. E noi stiamo loro dando credito. Inizialmente avevamo qualche dubbio, ma con il passare del tempo ci stiamo sempre più rendendo conto che hanno ragione loro.

La logica dello spaccio aziendale che dalla fabbrica si sposta verso il cliente trasformandosi in esercizio commerciale vero e proprio. Su Aosta ne avete ben quattro…
Noi tocchiamo qualcosa come 800-1000 persone al giorno. Quest’ultimo punto vendita si differenzia per un’identità maggiormente giovanile che io e mia moglie molto probabilmente non potevamo vedere. Del resto noi siamo più produttivi che commerciali. Del resto i figli hanno fatto degli studi universitari proprio legati a questo.

La crisi quanto sta incidendo sui fatturati?

Il periodo più critico è stato il biennio 2009-2010 ma devo dire che da quanto i nostri punti vendita si sono focalizzati sulla nostra produzione l’abbiamo percepita meno. Addirittura sia l’anno scorso che quest’anno i ricavi sono cresciuti. 

Di ben augurio per il passaggio generazionale che è sempre un tema delicato…

Non avrebbe senso andare avanti sapendo che non c’è nessuno pronto a raccogliere il testimone. Di sacrifici ne abbiamo fatti. Abbiamo trascurato un po’ i figli quando erano piccoli. Ci siamo un po’ trascurati anche noi per via del lavoro però adesso le soddisfazioni arrivano vedendo i figli attivi all’interno dell’azienda.

Che cosa aiuterebbe di più chi fa impresa in Valle d’Aosta?
E’ sempre un discorso di Palazzo. Se il Palazzo cerca di essere più vicino a chi fa impresa, venisse a vedere più da vicino quali sono le nostre problematiche forse ci capiremmo di più e le politiche sarebbero migliori.

Una novità da annunciare per ImpresaVda?
Aumenteremo la produzione del cioccolato. Non più soltanto le Uova di Pasqua. Invece di approvvigionarci di prodotti della grande industria cercheremo di farlo noi ampliando la nostra gamma.

Il nuovo punto vendita è pure Bar. Anche questa è una novità…
Già da un po’ avevamo questo piccolo sogno da realizzare avendo per anni commercializzato e portato negli altri bar brioches o altri prodotti per la prima colazione volevamo portare la gente dentro a casa nostra e offrire loro la nostra colazione con una gamma un po’ più ampia di brioche, non soltanto il solito croissant da bar. Di qui la scelta della caffetteria.

Un sogno imprenditoriale da realizzare…
E’ facile intuirlo. Dopo tanti anni uno vorrebbe non perdere tutto il lavoro fatto. La nostra speranza, il nostro sogno, la nostra volontà è che i nostri figli continuino a mantenere in piedi e migliorare quanto realizzato sino ad ora. Visto che negli anni Giorgi comunque è diventato un brand, un nome significativo in Aosta ci piacerebbe che tutto questo proseguisse. Anche se come ha scritto mio figlio nella sua tesi di laurea il passaggio generazionale è un momento delicato. Chi è abituato a fare le cose in una certa maniera da oltre trent’anni fatica un po’ a cambiare. Ma tocca a noi comprendere quanto dare loro ascolto sia importante.

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