Leo Vuillermoz |
Intervista
a Leo Vuillermoz, della Monrail di Hone.
Di
cosa si occupa la sua azienda?
Il nostro prodotto è nato per l’utilizzo nei vigneti poi piano piano l’abbiamo
trasformata per uso residenziale
Si
tratta di una monorotaia. Ma cosa fa la monorotaia?
E’ come se fosse una cremagliera dove è installato
un trattorino che si arrampica lungo di essa e dietro ci sono dei carrelli
utilizzati per trasportare uva o concimi.
Insomma
con un impatto minimo questa vostra installazione porta materiali dove non si
potrebbe andare con nessun mezzo.
Esattamente.
Se ho
capito bene è iniziato tutto per un’esigenza personale?
Nel
2003 volevamo utilizzarla nel nostro alpeggio per collegare i due tramuti, da
quello più basso a quello più alto. Abbiamo iniziato a cercare di capire dove
si poteva trovare una macchina che rispondesse a queste esigenze, siamo così
capitati in Svizzera dove abbiamo trovato un artigiano molto anziano che
realizzava una simile macchina. Lui non era interessato a venire in Italia
vista l’età e allora ci ha proposto di venderci l’attività e di venirci ad
insegnare il mestiere. E così è nato tutto.
Dal mercato
locale vi siete poi allargati al mercato nazionale e a quello estero. Come è
stato possibile?
E’
partito tutto in maniera molto casuale. I vigneto del parco delle Cinque Terre
sono venuti in visita in Bassa Valle e hanno visto che avevamo queste macchine
nei vigneti e abbiamo iniziato a produrre per loro. E’ chiaro che si è trattata
di una vetrina internazionale e attraverso il passa parola è partito un po’
tutto. E così abbiamo messo impianti un po’ in tutta Italia, in parecchi parchi,
ad esempio quello del Cilento. E prossimamente ne realizzeremo alcuni in
Calabria, in Sicilia.
Se ho
capito bene è anche una soluzione per privati…
Qualcuno
ci ha chiesto di realizzare degli impianti per delle villette e degli chalet in
montagna dove non c’è la possibilità di far arrivare nessun tipo di trasporto e
così ci siamo buttati in questa nuova avventura. Abbiamo quindi realizzato un
trattore con trainante un motore elettrico, alimentato da batterie al litio, di
conseguenza una tecnologia anche molto moderna. Le richieste in questo momento
sono davvero tante.
Da un
inizio fortemente caratterizzato dalla tradizione, questo artigiano in
Svizzera, siete passati ad un prodotto di forte innovazione…
In
questo momento abbiamo cantieri in Svizzera, nel canto Ticino, in quello dei Grigioni,
ma pure nel vallese, nella zona dei vigneti abbiamo iniziato questa primavera a
sostituire degli impianti molto vecchi, anche perché non c’è più nessuno che li
sostituisce. Ultimamente poi riceviamo anche richieste per cantieri dove c’è la
necessità di ristrutturare case o devono essere realizzate opere in cui il
trasporto del materiale è complesso. Ad esempio abbiamo fatto recentemente un impianto
in Sud Africa dove stanno costruendo la più grande centrale idroelettrica al
mondo con un cantiere da circa 6000 operai. I nostri impianti sono utilizzati
per il trasporto degli operai.
In
quanti lavorate alla Monrail?
Mediamente
siamo in 5, con l’indotto arriveremo a circa 10.
Quanto
ci vuole per realizzare un impianto?
Dipende
dalla complessità e dalla lunghezza. La posa è di circa 15-20 metri al giorno
con una squadra di quattro persone.
L’impianto
più lungo?
1750
metri per il Consorzio di Gressoney nella Valle dei Principi.
Come
reperite i materiali con cui realizzate queste monorotaie?
Momentaneamente
la meccanica la importiamo dal Giappone anche se ci stiamo attrezzando in
questi ultimi tempi per produrre tutto tra Valle d’Aosta e Piemonte e credo che
in Primavera saremo autosufficienti?
Come
mai il Giappone?
Le
monorotaie sono nate in Giappone all’incirca 50anni fa. Lo utilizzano in quanto
si tratta di una modalità di trasporto molto leggero e si adatta meglio alla
realtà sismica di quella nazione. Senza dimenticare che sulla meccanica i
giapponesi sono sempre tra i migliori.
Una
novità da annunciare per ImpresaVda come azienda?
Sicuramente
la macchina con trazione ad energia pulita di cui parlavo prima. Sta avendo un
grosso successo nelle zone residenziali - ad esempio Lago Maggiore, Lago di
Como – in quanto non c’è emissione di nessun tipo di inquinamento.
Un
sogno imprenditoriale da realizzare…
Vorrei
poter utilizzare quest’ultima tecnologia anche su altre macchine ad uso
agricolo, come il porter o l’Ape.
0 commenti:
Posta un commento