13 febbraio 2015

#Cna #Costruzioni Valle d'#Aosta: In Valle in calo verticale le opere pubbliche ma a #Trento e #Bolzano...



L'Unione di Mestiere di CNA Costruzioni Valle d'Aosta, guidata da Andrea Caruso, ha diffuso una nota – che propongo qui sotto - che traccia un quadro impietoso dello stato di salute del settore.

 Un vero crollo per il settore dell’edilizia valdostano e per quest’anno la situazione dell’intero comparto rischia di peggiorare. 

Negli ultimi 10 anni si sono persi centinaia di posti di lavoro con un riduzione di quasi un quarto del bacino occupazionale complessivo di settore. La diminuzione degli occupati ha, come in altri contesti regionale, interessato soprattutto la componente dipendente, rispetto a quella indipendente.

Nel 2008 i lavoratori iscritti alla Cassa Edile di Aosta sono stati 5.084 e 898 le imprese registrate; nel 2014 i lavoratori sono scesi a 3007 e le imprese registrate al 30 settembre risultavano 502, con una perdita secca di 2077 operai (-41%) e 396 imprese (-44%); i lavoratori stranieri, compresi gli extracomunitari, nel 2008 erano 1.559, nel 2014 risultavano 776: quasi il 50% in meno. Il Monte salari registrato in Cassa Edile, è passato da 66,5 milioni di €uro del 2008 a 56,5 milioni di €uro del 2014, con una perdita del 15%.

Il numero dei DURC (Documento Unico di Regolarità cont ributiva) rilasciati dalla Cassa edile, utili alle imprese ai fini dei pagamenti per i lavori effettuati, nel 2014 sono diminuiti del 13,8% rispetto al 2013.

L’impennata della percentuale di posti di lavoro persi sta già causando un forte disagio ed aumentando fortemente disuguaglianza sociale, penalizzando soprattutto i lavoratori impiegati nel settore delle costruzioni. Le politiche di contenimento della spesa pubblica e la diminuzione dei servizi offerti alle persone con basso reddito sono fattori di rischio e di potenziale tensione sociale.

Il calo verticale riguarda soprattutto le opere pubbliche e del nuovo residenziale con perdite di fatturato consistenti. Negli ultimi 10anni gli investimenti pubblici regionali registrano un decremento pari al 74% nel settore della viabilità e del 76% per le infrastrutture per mobilità e reti; meno 54% di spesa per l’assetto idrogeologico e meno 65% negli investimenti per il governo del territorio.

 Confrontando la spesa pro-capite negli anni 2010/2014, riferita alle spese correnti e agli investimenti, con quanto fatto nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, si rileva che in Valle d’Aosta si spende meno della metà per gli investimenti: 2.926 €. Trento, 3.176 €. Bolzano, 1.287 € Valle d’Aosta; la spesa corrente vede la Valle d’Aosta prima con 8.675 €uro pro-capite, Trento 5.343 €uro e Bolzano con 6.405 €uro; nello stesso periodo la provincia autonoma di Bolzano ha ridotto dell’8,5% le spese correnti e aumentato del 22,7% gli investimenti. Mentre le risorse della Regione destinate agli investimenti sono crollate la spesa corrente è rimasta sostanzialmente invariata così come i livelli occupazionali del pubblico impiego. 

Per tentare di invertire la tendenza è necessaria una terapia immediata e condivisa di programmazione e di investimenti sulla salvaguardia del territorio, sull’edilizia scolastica, sulla riqualificazione delle città e dei centri storici e sulle opere di manutenzione, sulla viabilità sostenibile.

Deve essere individuato al più presto un meccanismo per modificare ed accelerare i tempi della politica, che troppo spesso è arroccata a difesa di posizioni acquisite ed incapace di discutere se stessa, dovranno essere trovati gli strumenti perché venga superato il patto di stabilità, sbloccando i fondi già stanziati per le piccole opere. Rispettare e rendere operative le direttive europee sui tempi di pagamento (30 giorni), trovare delle soluzioni per ridurre i catastrofici effetti dello “Split payment e del Reverse Charge”, vera e propria scure per le imprese, che dal 1° gennaio 2015 si sono trasformate in veri e propri finanziatori dello Stato che per effetto delle nuove regoleIVA si troverà in debito strutturale nei confronti delle imprese, le quali non hanno ad oggi tempi certi di recupero delle somme anticipate.

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