Domani, alle 15, in Cattedrale, si svolgeranno i funerali di Cesare Bordon, 82 anni, presidente e amministratore delegato della Savda, ex presidente di Confindustria Valle d'Aosta, morto martedì sera all'ospedale di Aosta.
Ho avuto modo di conoscere meglio Cesare Bordon nel 2005. Stavo scrivendo il libro sul Confidi Industriali Valle d'Aosta, edito da Musumeci per il trentennale del Consorzio, di cui lui era stato uno dei fondatori. Fu un incontro davvero stimolante. Bordon era una vera miniera di informazioni e aveva il dono della narrazione. Voglio perciò ricordarlo riportando il risultato dell'intervista che gli feci allora, molto probabilmente una delle ultime da lui rilasciate. Racconta un pezzo di storia del mondo dell'imprenditoria valdostana.
Nella foto da sinistra Efisio Noussan, Michele Pignataro e Cesare Bordon
Cesare Bordon, classe 1927, presidente Avi dal 1965, un passato anche fra i banchi del Consiglio comunale di Aosta per il Partito liberale e anche da consigliere-censore della filiale della Banca d’Italia, così rievoca la genesi «conviviale» dell’idea di costituire il Consorzio in Valle d’Aosta. «Il passo decisivo verso la nascita del Consorzio avviene all’inizio di quell’anno durante la tradizionale cena all’autoporto che ogni anno la Sicav di Noussan, che era anche la concessionaria dell’Iveco in Valle d’Aosta, organizzava con tutti i titolari delle imprese di autotrasporto. Una cena cui partecipava anche il direttore del San Paolo, Giancarlo Ricci, e il suo vice Giorgio Zanotti che poi lo ha sostituito. Da parte mia, come Presidente dell’Avi, frequentando alcuni colleghi della giunta confederale, avevo sentito della nascita di questi enti che aggregavano gli imprenditori sul territorio, specialmente nel Nord Italia. Strumenti fondamentali per favorire le necessità di finanziamento delle varie imprese che si stavano sviluppando in quel periodo di boom per le medie e piccole imprese in Italia. A quel tempo mi erano note le esperienze di cinque Confidi industriali, situati tutti in Lombardia, che facevano un po’ da traino per sviluppare l’attività dei Consorzi anche nelle altre regioni. In particolare il Presidente del Confidi di Lecco era uno dei maggiori animatori della loro diffusione e cercava di stimolare anche le regioni vicine ad avviarsi sulla stessa strada».
Alla fine del 1974 i Confidi operanti sul territorio nazionale erano 54, con circa 6000 aziende associate e una quota di 46 miliardi di fidi esistenti. Oggi quelli industriali sono 90 e, complessivamente, se ne contano poco più di un migliaio. La Valle d’Aosta è così stata una delle prime regioni italiane a sviluppare pienamente le potenzialità dello strumento consortile. E dopo gli industriali nella piccola regione autonoma saranno gli albergatori i primi a dotarsi di una simile struttura. (…)
«La discussione quella sera – prosegue Bordon - si concentrò sul Confidi e da quel confronto con molti degli imprenditori presenti e con i rappresentanti del San Paolo iniziò a prendere forma l’idea di far nascere il Consorzio Garanzia Fidi fra gli industriali della Valle d’Aosta. Devo dire che fra i più convinti della validità di una simile struttura c’erano proprio i rappresentanti dell’Istituto di credito torinese, tanto è vero che le altre banche anche se contattate non accettarono di farsi coinvolgere».
Un’idea che inevitabilmente allora si costruì a partire dai componenti del Consiglio direttivo dell’Avi. «Un passo successivo è stato quello di coinvolgere l’Amministrazione Regionale – sottolinea Bordon - che ci ha adeguatamente sostenuto legiferando sulla materia, stanziando anche somme adeguate per facilitare le operazioni di abbattimento del tasso di interesse, in modo da garantire la piena efficienza del nostro Confidi: il primo ad essere costituito in Valle d’Aosta e, ci tengo a ricordarlo, fra i primi in Italia all’interno della categoria degli industriali».
L’apporto del Consorzio in quegli anni era fondamentale in presenza di tassi di interesse, a causa dell’inflazione, addirittura a due cifre, fra il 12 e il 14%. «Con il nostro apporto – precisa Bordon - riuscivamo a garantire tassi inferiori di ben cinque punti a quelli normalmente praticati dal mercato nazionale. Tanto è vero che in pochissimo tempo siamo arrivati a 150 aderenti riuscendo, a quel tempo, in una congiuntura economica delicata, a fare davvero molto per l’economia valdostana e per le imprese della nostra regione».
Una fase di start up avviata facilmente anche grazie alla collaborazione con le banche. «Devo dire che in quegli anni era più semplice dialogare con gli istituti di credito. – aggiunge Bordon -. Avevamo a che fare con direttori che si fermavano sul posto almeno otto-dieci anni e che, talvolta, facevano anche carriera ottenendo importanti incarichi a livello di direzione generale; direttori che conoscevano vita, morte e miracoli di tutte le aziende, e in grado di esercitare un certo peso nei confronti della direzione generale». «Oggi io conosco personalmente – conclude Bordon - soltanto due direttori. Degli altri istituti non so praticamente nulla. Negli anni ‘70 i direttori invece venivano a visitare l’azienda, a offrire del denaro in prestito se si verificavano delle necessità. Molto probabilmente oggi, con la celerità con cui cambiano i vertici degli Istituti, un simile livello di attenzione nei confronti di certi clienti non è più possibile. A quel tempo si andava nella sede centrale di una banca e si sapeva perfettamente con chi parlare. Oggi mi sembra ci sia troppa burocrazia, ma questa è una piaga tutta italiana e sarebbe ingiusto circoscriverla soltanto al settore del credito e, soprattutto, a quello della Valle d’Aosta».
(Dal libro «Confidi Industriali Valle d'Aosta: Trent'anni con le imprese», Fabrizio Favre, Musumeci, 2005)
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