8 marzo 2018

Nicole Giustini (#LaLibellula): vogliamo far crescere la committenza privata


Questa settimana proponiamo l’intervista a Nicole Giustini, coordinatrice per la Cooperativa La Libellula della residenza La Grandze. Il nostro modo per celebrare l'8 marzo.

 Da quanto tempo come Cooperativa operate nel settore degli anziani?
La cooperativa è attiva sul territorio valdostano da oltre 35 anni. Nasce nel marzo del 1980 e da lì ha sviluppato fino ad oggi una sua competenza specifica proprio nella costruzione di servizi rivolti alle persone. Sia competenze specifiche per quel che riguarda la prima infanzia, cioè asili nido e comunità per minori, ma anche servizi che riguardano proprio gli anziani. In particolare la Cooperativa opera nel settore delle strutture per anziani dal 1982 dove ha gestito in regime di convenzione con l’ente pubblico in questo caso con il Comune di Aosta fino al 2009 due strutture residenziali presenti sul territorio, in particolare la Casa famiglia di Viale Europa gestita tra gli anni 1982 e 1995 e successivamente la microcomunità di via Guido Rey dal 1995 al 2009. In parallelo alla gestione delle strutture per anziani la cooperativa è stata attiva nell’erogazione del servizio di assistenza domiciliare, sempre per alcune zone del Comune di Aosta. Dopo un breve periodo di pausa dal 2009, legato al cambio di gestione subentrato con la nuova gara d’appalto nuovamente la Cooperativa La Libellula in ati con la Cooeperativa La Sorgente e la Cooperativa L’Esprit à l’Envers ha nuovamente gestito fino al febbraio 2017 la microcomunità di via Guido Rey, il servizio di prossimità, una parte del servizio di assistenza domiciliare per una zona del Comune di Aosta. Ad oggi dall’ultima settimana di settembre la Cooperativa si è lanciata in questo nuovo progetto della gestione di una struttura per anziani privata, la Grandze che si trova nel comune di Saint-Christophe.

Questo progetto è il risultato di un importante investimento: come è nata questa scelta?
La possibilità di gestire un servizio in modalità totalmente privata è un po’ la concretizzazione di un progetto maturato in seno alla cooperativa già da diversi anni. Chiaramente prudenzialmente messo nel cassetto in attesa di trovare il classico momento giusto e le condizioni ideali per poterlo realizzare. La scelta nasce fondamentalmente da più fattori che possono essere riassunti in tre. Da un lato la volontà della Cooperativa di non perdere, ma anzi di valorizzare, mettendola anche al servizio della comunità locale, l’esperienza maturata in tutti questi anni direttamente sul campo nella gestione di servizi rivolti tipicamente agli anziani. Dall’altro lato viste le condizioni, il contesto in cui viviamo, caratterizzato da incertezza e anche crisi del mondo del lavoro, c’era l’idea era di avere una spinta sociale nel senso di tentare di creare nuove opportunità e posti di lavoro con un servizio nuovo, non dipendente dal servizi pubblico. Infine la grossa spinta è sicuramente legata al meccanismo e alla consapevolezza che bisogna superare questa logica di lavorare esclusivamente con forme di convenzione, con tutte le criticità che comporta. Innanzitutto il fatto che lavorare in un regime di convenzione fa vuol dire operare in un contesto di incertezza laddove il lavoro è legato ad una gara di appalto che non sempre può avere gli esiti aspettati perché ci può essere un cambio di gestione e la perdita del servizio. E dall’altra sicuramente i vincoli che la riorganizzazione a livello italiano dell’ente pubblico che porta a continue contrazioni delle risorse economiche rendendo per la Cooperativa difficile la gestione al suo interno e anche la sostenibilità economica nell’erogare i servizi.

Ma Operare su una struttura di vostra proprietà cosa implica?
Certamente. Il fatto di poter lavorare in una struttura privata è anche una sfida personale della Cooperativa, dei soci che ci lavorano e dei dipendenti in quanto ci si assume in prima persona il rischio di impresa. Inizialmente l’investimento è stato grande perché di fatto la struttura è stata completamente ristrutturata e rinnovata al suo interno negli arredi tutto a carico della Cooperativa. La sfida è fare in modo che il servizio privato possa nel tempo trovare la partecipazione della comunità per poter rientrare negli investimenti fatti inizialmente e garantire i nuovi posti di lavoro che si sono creati.

Come è cambiato il servizio agli anziani in questi anni?
Al di là dell’evoluzione storica che hanno avuto i servizi, cioè dalle classiche strutture residenziali, seguita negli anni ’80 la sperimentazione di servizi più legati alla domiciliarità, cioè all’assistere l’anziano a casa per mantenerlo nel proprio contesto, in questi ultimi anni la sfida è stata lavorare molto sulla riconfigurazione della rete di offerta dei servizi, cioè la necessità di creare nuovi interventi e servizi in quello spazio intermedio tra la residenzialità per cui strutture protette, case di riposo private e gli interventi di domiciliarità non soltanto per gli anziani autosufficienti o gravemente non autosufficienti. Quindi di andare a vedere tutte quelle forme di residenzialità più leggere quali possono essere il Centro Diurno e nuove forme di accompagnamento degli anziani e delle loro famiglie, aiutandoli ad orientarsi nel mondo dei servizi: sportello sociale, servizio di prossimità, tutti servizi che permettono un accompagnamento, un’individuazione dei bisogni per poi indirizzare le persone verso il servizio più rispondente alle loro necessità. Gli anziani nel corso degli anni sviluppano bisogni eterogenei per cui si deve prendere in considerazione che è necessario articolare la gamma delle risposte che bisogna offrire

Cosa possiamo dire sulla struttura in termini di servizio?
La residenza la Grandze che si trova nel comune di Saint-Christophe offre diverse tipologie di servizi in una medesima struttura. Innanzitutto c’è la possibilità di un’accoglienza di tipo residenziale, 24 ore su 24, sia di tipo temporaneo, una convalescenza o un soggiorno presso la residenza, che di scelta più definitiva per quelle persone per le quali il mantenimento del proprio domicilio nell’abitazione non è più possibile per motivi familiari, assenza di rete di supporto, motivi di salute. Offriamo poi un servizio diurno molto flessibile in quanto può essere fruito sia a giornata intera, sia a mezza giornata e la novità è anche di poterne usufruire a ore, un po’ come la garderie per l’infanzia. Per cui il familiare che ha necessità di andare a fare una visita o comunque di avere alcune ore libere può accompagnare il proprio caro presso la struttura e avere la possibilità di poter svolgere le proprie attività. L’altro servizio innovativo è quello del Centro notturno che può offrire ospitalità notturna, serale, in situazioni di emergenza o per chi preferisce trascorrere la notte in un contesto più protetto.

Quanto investite in formazione? Sta crescendo l’assistenza medicalizzata?
La Cooperativa La Libellula nel corso degli anni ha sempre rivolto particolare attenzione agli aspetti formativi del proprio personale sia soci che dipendenti. Sia in un’ottica di crescita professionale personale, la costruzione di un bagaglio di competenze che l’operatore può sfruttare al di là del servizio in cui inserito, sia in un’ottica di affinamento delle competenze richieste per la particolare tipologia di servizio in cui opera la persona con evidenti ricadute a livello di qualità del servizio, molta attenzione viene anche posta alla formazione che riguarda il benessere dell’operatore. Nel momento in cui il lavoratore sta bene anche il servizio ne beneficia. E’ chiaro che in un contesto come questo dove la contrazione delle risorse tocca anche la Cooperativa, in questo momento stiamo avviando delle procedure, anche interne ai servizi, per fare delle valutazioni, applicare delle strategie in cui si possa fare una formazione più mirata, più corrispondente ai bisogni specifici dei singoli operatori e, soprattutto, emerge la necessità, rispetto al passato sempre più frequente di poter accedere a forme di co-finanziamento per garantire gli aspetti formativi quali i fondi europei o anche quelli interprofessionali. Questo per garantire, al di là della formazione obbligatoria prevista per legge, tutta una serie di formazioni che la Cooperativa dà in più al proprio lavoratore

Cosa possiamo segnalare per il 2018?
Per La Grandze sicuramente la speranza è quella di portare la struttura a pieno regime, di renderla più funzionale mantenendo sempre uno sguardo attento ai clienti e agli ospiti della struttura per poter dare risposte sempre più mirate alle esigenze che via via emergeranno. Per quel che riguarda la Cooperativa sicuramente l’anno 2018 è orientato al mantenimento dei servizi attualmente in essere e ad una riorganizzazione complessiva della stessa Cooperativa per garantirne la sostenibilità a fronte dei tagli e anche della riduzione delle convenzioni che via via stanno avvenendo per cui l’intento è di garantire il più possibile i contratti di lavoro, i posti di lavoro.

Un sogno per la Cooperativa da realizzare?
Il sogno sicuramente è quello di poter implementare nei prossimi anni la creazione, l’erogazione di prodotti sempre più rivolti ad una clientela privata. Mi sento però anche di fare un augurio rivolto non soltanto alla Cooperativa La Libellula ma a tutta la cooperazione sociale affinché seppur operando in un contesto complesso, sempre più caratterizzato da una significativa riduzione delle risorse economiche non perda quella vitalità di pensiero che l’ha sempre contraddistinta e mantenga viva un’attitudine positiva, una voglia e una spinta a progettare e innovare.

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