26 ottobre 2018

Dante Perino (#PerinoMarmi): «Il marmista italiano è molto apprezzato all'estero»

Questa settimana proponiamo l’intervista a Dante Perino, dell’azienda Perino Marmi.

L’anno prossimo festeggerete come azienda il ventennale. Cosa significa una simile scadenza per voi…
E’ un buon obiettivo. Siamo sul mercato da vent’anni. E’ un momento per fare un piccolo bilancio di quanto fatto. E’ stata un’attività soddisfacente anche se la situazione economica in generale non è fra le più rosee. E’ un punto che per noi non vuole esse di arrivo ma di partenza in quanto vogliamo continuare a migliorarci.

Come avete imparato il mestiere?
Abbiamo iniziato da ragazzi. Io e mio fratello lavoravamo come scalpellini da Franco Martarello di Aymavilles. E’ lui che ci ha insegnato un po’ il mestiere. Tutto nasce dalla necessità, dalla voglia di due giovani che hanno voglia di creare una loro attività e imparare un mestiere. Veniamo proprio dalla lavorazione manuale della pietra, quella di un tempo, che ormai purtroppo si è quasi persa...

Abbiamo detto artigiani della pietra ma in cosa in particolare siete specializzati?
Il nostro settore è in continua evoluzione, in continuo cambiamento. Ormai l’utilizzo dei materiali lapidei investe un po’ tutta la costruzione, non soltanto la scala o il davanzale, ma proprio l’arredamento, dai bagni alle docce, i lavandini, i caminetti e anche elementi decorativi di vario tipo. Fino all’arte funeraria che è un settore importante e che non va trascurato. La domanda è molto vasta. L’utilizzo che si può avere del materiale naturale è veramente vasto. Il limite è la fantasia.

Siete un’azienda famigliare: la seconda generazione è già al lavoro…
E’ in atto il cambio generazionale. Io e mio fratello con figlie e nipoti i quali stanno prendendo un po’ le redini dell’azienda, crescendo non soltanto dal punto di vista lavorativo ma anche di responsabilità, di gestione…

C’è la bellezza di aver avviato una tradizione…
Sì. Ora la stiamo difendendo. L’augurio è di proseguire e inserire i prossimi nipoti.

C’è un lavoro di cui andate particolarmente orgogliosi?
Sceglierne uno in particolare è un po’ difficile. Ciò che ci rende realmente orgogliosi è vedere il cliente contento di ciò che è stato fatto. Al di là dell’importanza del lavoro di base l’obiettivo è la soddisfazione del cliente. Poi effettivamente ci sono stati dei cantieri abbastanza importanti, anche difficili. Ad esempio abbiamo collaborato alla costruzione della villa di un noto avvocato italiano e poi in altre zone d’Italia ma pure della Svizzera e della Francia sono stati fatti deglie ccellenti lavori che ci hanno inorgoglito non poco.

Quindi voi operate anche al di fuori dei confini regionali?
La Valle d’Aosta è il carrefour d’Europa, e non è soltanto un modo di dire. Siamo abbastanza centrali ed effettivamente il mercato ormai si è spostato più al di fuori dei confini regionali. C’è una domanda estera molto forte. La percentuale di prodotti esportati ormai supera ampiamente il 50%. Oltre alle zone francofone abbiamo fatto anche delle forniture di lapidei lavorati in Inghilterra. Ci stiamo internazionalizzando. Ed è un nostro obiettivo in quanto un certo tipo di mercato è più presente all’estero che in Valle.

Ma l’interesse nasce dalla qualità italiana, dalla tipologia di materiali che potete garantire? Qual è l’appeal?
Il made in Italy ha sempre affascinato. E’ un grande richiamo. La tradizione lapidea è italiana non c’è nulla da fare. Tutti gli altri sono arrivati dopo. Abbiamo ancora un buon vantaggio sulle altre aziende. Il marmista italiano è sempre ben visto ed è considerato all’estero un professionista serio. Qualcuno che ha una buona esperienza. Ed è ovviamente un bel biglietto da visita. Va cavalcato e difeso.

Questo è un settore in cui si deve innovare ma senza tradire la tradizione. E’ vero?: qual è la vostra ricetta?
L’innovazione è sempre importante. Oggi ci sono dei macchinari a controllo numerico che aiutano tantissimo. Noi tra l’altro siamo stati tra i primi a poter disporre di macchine a taglio numerico e a taglio d’acqua che consentono di fare dei lavori molto particolari, ciononostante l’aspetto prettamente umano è molto importante perché le finiture, certi tipi di interventi si possono fare solamente a mano. Ecco che l’artigianalità viene fuori. E’ un bel connubio. Tecnologia che non può prescindere dalla mano e dalla fantasia dell’uomo

Iniziative da segnalare per il 2019?
Qualche cosa bolle in pentola ma sarà una sorpresa e non vogliamo ancora sbilanciarci con annunci. Sarà anche legato al ventennale. Ci stiamo ancora ragionando. Sicuramente parteciperemo a qualche fiera internazionale in modo da espandere il nostro raggio d’azione.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Continuare a crescere. Questo per noi è molto importante. Cercheremo di essere sempre sul pezzo e magari fra altre vent’anni avere le nuove generazioni raccontare un altro importante anniversario aziendale.

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