Questa settimana p r o p o n i a m o l’intervista a Sandro Théodule, Presidente della Crotta di Vegneron di Chambave.
70 soci, duecentomila bottiglie sono numeri importanti per la Valle d’Aosta…
Sono dei piccoli numeri in una piccola regione, quella che ha la minor produzione di vino a livello italiano. Oggi la nostra regione si attesta intorno ai 2 milioni e mezzo di bottiglie. Siamo un’azienda mediogrande.
E ora avete anche una nuova sede. Avevate bisogno di più spazio?
L’esigenza è nata da tempo. Avevamo delle carenze di spazio soprattutto per quanto riguarda i magazzini. Fino allo scorso anno avevamo preso in affitto un magazzino a Châtillon, quindi anche molto distante dalla nostra sede produttiva con conseguenti costi di trasporto importanti. Inizialmente avevamo pensato di costruire soltanto il magazzino ma poi visto che la cantina dove produciamo ha una certa età ed è ovviamente non di proprietà, abbiamo deciso di costruire una nuova sede che sarà definitiva anche per quanto riguarda la produzione. Al momento in questa nuova sede abbiamo ovviamente il magazzino che ci mancava, tutti gli uffici amministrativi e il punto vendita.
Ricordiamo quali sono le tipologie di vino che commercializzate...
Sono più di dieci. Fra i bianchi il muller, la petite arvine, la malvoisie di Nus e chiaramente il muscat che oltre ad essere il vino più prodotto è anche quello che più di tutti rappresenta la nostra identità di cantina. Lo Chambave muscat è quello che ci ha fatto conoscere in giro per l’Italia, e non solo, sia nella versione secca che in quella passita. Poi abbiamo dei rossi: gamay, pinot nero, Chambave rouge che ricordiamo è un petit rouge fino al Sirah che rappresenta un po’ una novità in quanto lo produciamo in purezza, mentre prima era utilizzato come uvaggio nello Chambave superieur e, infine, ovviamente il fumin. Per poi passare in ultimo agli spumanti
con un metodo charmat il Refrain e uno classico il 4478. Inoltre siamo rimasti
l’unica distilleria, accanto alle due storiche La Valdôtaine e Saint-Roch, e facciamo
le nostre grappe direttamente in azienda.
Quanto incide il turista sul fronte della vendita diretta?
Il turista è importante sia in termini diretti che indiretti. Noi abbiamo un punto vendita ed è importante per il nostro fatturato. E lo è ancora di più se pensiamo che il mercato
valdostano rappresenta il 60% del nostro fatturato. E ovviamente i nostri clienti – Hôtel, ristoranti, esercizi commerciali – vendono e propongono i nostri prodotti soprattutto al turista.
Come
è stata l’ultima vendemmia?
E’
sicuramente una buona annata sia in termini qualitativi, ma pure
quantitativi, ci avviciniamo infatti a quanto raccolto nel al 2016 e
con una qualità superiore. E’ chiaro che veniamo da un 2017 che è
stata una annata terribile.
Gestire
una cooperativa non è mai stato semplice, ma oggi forse è più complicato di un tempo. E’ vero?
Come
tutto gli imprenditori anche io mi lamento per il crescere degli
adempimenti burocratici. Anzi l’introduzione degli strumenti
informatici sembra
ulteriormente aumentata e richiede una quantità di tempo
impressionante. Non solo in questo momento gestire una impresa deve
essere comunque un impegno costante dal punto di vista gestionale.
L’amministratore che lavora in una società deve avere sempre sotto
controllo l’andamento e quindi vendite, pagamenti, produzione
quant’altro. Prova ne è che noi abbiamo da anni del personale che
si occupa di tutto l’aspetto gestionale ovviamente coordinato dal
sottoscritto. Anche sul fronte produttivo abbiamo un enologo a tempo
pieno che coordinato con noi soci, al consiglio di amministrazione e
ad un agronomo seguiamo tutta la produzione dei vigneti. Tutto questo
perché nel tempo come azienda abbiamo cominciato ad affermarci non
soltanto in campo regionale ma nazionale e internazionale e il vino
valdostano sta prendendo piede e comincia da interessare perché ha
una sua identità. La cura del vigneto è fondamentale. Ritornando
però al tema di partenza è chiaro che gli adempimenti burocratici
legati al mondo del vino sono tanti ma questo significa anche che è
un prodotto altamente controllato.
Il
mondo del vino valdostano comunque sembra in buona salute…
Assolutamente.
Riscontriamo grande interesse da parte del mercato.
Iniziative
per il 2019?
Il
prossimo anno ci sarà il sessantesimo anniversario della Festa
dell’Uva di Chambave che sarà per noi e per il territorio un
avvenimento importante. Vedremo di solennizzare maggiormente
l’evento.
Qual
è la situazione del vostro export?
Siamo
in crescita. A livello europeo siamo presenti in Germania, Svizzera,
Finlandia, Ucraina, Russia. Al di fuori dell’Europa Stati Uniti,
Giappone, Canada e recentemente Corea del Sud. Prossimamente avremo
in visita per una degustazione un gruppo di turisti cinesi. A fine
ottobre avremo anche una delegazione di ucraini che verranno a
visitare la nostra cantina.
Un
sogno cooperativo-imprenditoriale da realizzare?
Poter
portare anche la cantina produttiva nella nuova sede ovviamente.
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