Identikit del Collegio degli Infermieri
Iscritti totali anno 2018: 992
Composizione del Consiglio Direttivo
Presidente: Claudia Soudaz
Vice Presidente: Gianluca Del Vescovo
Segretario: Paola Ascolese
Tesoriere: Maria Concetta Mezzatesta
Consiglieri: Micol Giachino, Patrizia Persico, Sonia Monticone,
Fabrizio Mastroianni e Roberto Peronetto
Trend: un numero variabile tra i 20 e 25 iscritti all'anno
E-Mail: opiaosta@gmail.com
Sito internet: www.opiaosta.it
L'INTERVISTA ALLA PRESIDENTE CLAUDIA SOUDAZ
Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Prima di tutto la famosa quota 100 che creerà una uscita di parecchi colleghi professionisti e contemporaneamente ci potrà essere l’opportunità dell’ingresso di nuovi colleghi.Non parliamo infatti di professioni in esubero né nel mondo del pubblico impiego né tanto meno in quello privato. La quota 100 potrà interessare maggiormente l’Italia in generale molto di meno la Regione Valle d’Aosta perché il servizio sanitario valdostano è una eccellenza nella realtà italiana, ma anche europea. Basta pensare alla realtà del servizio domiciliare. Nessuna regione italiana ha tanti i infermieri sul territorio come la Valle d’Aosta in questo momento.
Il Direttivo |
La quota 100 creerà una grande opportunità per gli infermieri per essere immessi in questa professione. Oltretutto questa è una professione che è entrata in Università nel 2000 e quindi ha avuto
una notevole evoluzione, di conseguenza l’ingresso di nuovi infermieri laureati non potrà che portare
un grandissimo vantaggio al rinnovamento che è in atto.
Esistono nuovi sbocchi professionali?
La grande domanda è sempre concentrata sulla realtà ospedaliera. In realtà il futuro vedrà la professione infermieristica, ma più in generale tutte le professioni sanitarie, spostarsi sul territorio. E’
qui il vero futuro. L’Ospedale vedrà una riduzione degli operatori e dei posti letto in quanto gestisce la fascia acuta. La tecnologia ci permette oggi e ancora di più nel futuro di spostare buona parte delle attività sul territorio, sul domicilio del paziente che è il luogo migliore dove essere curati e guarire laddove non c’è una situazione di emergenza. Si tratta di un mondo in grande espansione con dei cambiamenti che adesso non riusciamo neppure ad immaginare, ma che ci saranno.
Iniziative di formazione realizzate nel 2018 e in programma nel 2019?
E’ tra le principali attività dell’Ordine. E nella nostra professione è evoluta parecchio con l’ingresso in Università. Ovviamente deve essere una formazione mirata ai bisogni emergenti del momento. Adesso abbiamo una formazione che si concentra molto sul dialogo tra le professioni. L’obiettivo di oggi è il paziente al centro per essere curato con un grande dialogo tra le professioni.
Consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Prima di tutto l’Università. In Valle abbiamo una sede staccata collegata a Torino. L’ordine poi è a disposizione per tutti i professionisti futuri, cioè giovani studenti che desiderano un confronto con la nostra professione. Ovviamente, chi è interessato a fare l’infermiere deve essere interessato alla cura delle persone, a prendersi cura dell’altro. La tecnologia ha portato una grande rivoluzione nella nostra professione, ma non dobbiamo dimenticarci però che l'operatore non è invisibile anche in presenza della tecnologia, ma rimane l’interlocutore principale per il paziente, soprattutto l’infermiere che è una delle professioni principe accanto al paziente. E’ quindi una scelta legata a grandi capacità relazionali: la scelta di vivere accanto alla persona malata e che ha bisogno. Ovviamente sono capacità che si acquisiscono e non devono essere necessariamente innate motivo per cui c’è un percorso di formazione di tre anni, la laurea triennale, con i successivi due anni di laurea magistrale e master vari di primo e secondo livello.
Ci sono problemi sul fronte pensionistico?
L’età media dei nostri iscritti è di 45 anni quindi al momento non si ravvisa un problema nei prossimi dieci anni, quanto dopo per l’uscita di un numero importante di iscritti e professionisti. La nostra professione per i liberi professionisti ha una cassa di previdenza, l’Enpapi, a cui obbligatoriamente
devono essere iscritti, e i dipendenti pubblici accedono alla cassa normalmente prevista. Certamente gli infermieri ad oggi rappresentano ancora il 40% della forza lavoro nel pubblico impiego per quanto riguarda il sistema sanitario. In Valle d’Aosta abbiamo un numero inferiore al 20% di liberi professionisti e questi colleghi andranno aumentando nel tempo.
Il mondo digitale è entrato nelle vostre professioni? E se sì come?
E’ entrato per ora in forma minore e vedrà un grande sviluppo in futuro con la telemedicina, cioè l’opportunità di portare al domicilio delle persone una tecnologia che prima poteva essere utilizzata solamente negli ambiti ospedalieri. Un esempio può essere la possibilità di controllare i parametri, i ventilatori con i tablet. Pensate ad una regione come la nostra costellata di valle laterali quanto la tecnologia può facilitare un paziente nel rimanere a domicilio e permettergli i essere contattato
dall’ambulatorio, dall’infermiere, dal medico o ancora dal riabilitatore e poter registrare i parametri che potranno essere trasmessi. Si tratta di un settore che vedrà grandissime implementazioni e che ci permetterà di curare sempre di più le persone a casa e di facilitare la dimissione dall’ospedale per un veloce rientro a casa della persona, in famiglia e nell’ambito lavorativo in temi molto brevi.
Un valore professionale da recuperare in questa nostra società?
L’infermiere è accanto, vicino alla persona in difficoltà, al cittadino fragile. L’infermiere è pronto ad
aiutarlo nell'immediato. E’ quell'operatore che troviamo nei consultori, nei poliambulatori e in
ogni reparto nel momento in cui la persona è ricoverata. E’ la persona che si occupa dell’assistenza ai
bisogni essenziali di vita e si prende cura della persona sia nell’ambito lavorativo che in un ambito di
fragilità quale può essere la malattia.
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