«L’azienda ora è completamente risanata. Adesso però si tratta di fare fatturati. Ipotizziamo una crescita del 10% nel corso del 2007. E’ un obiettivo che dobbiamo assolutamente raggiungere come ho chiaramente ribadito agli attuali dipendenti dell’azienda». A dirlo è Marcello Panizzi che con Giovanni Barailler e Ezio Toscoz nel 2004 ha fondato la società «Centrale laitière de la Vallée d’Aoste» per rilevare dal fallimento la Centrale del latte di Gressan, società costituita nel 1965 dall’Amministrazione regionale. Un’operazione da 400 mila euro per risollevare un’azienda che aveva già messo a dura prova l’Abit Cooperativa produttori latte di Grugliasco (Torino).
L’azienda torinese dopo aver acquistato dalla Regione la Centrale per circa 1,5 milioni aveva finito per trasferire l’intera produzione a Torino, di fatto azzerando l’impianto valdostano (inaugurato nel 1998), ritenuto antieconomico. In seguito erano entrati in scena gli acquirenti valdostani con l’obiettivo di non perdere definitivamente un importante volano di sviluppo per il settore lattiero-caseario. Panizzi è perfettamente consapevole di quanto sia difficile gestire una simile azienda e della necessità di raggiungere nel più breve tempo possibile l’adeguata massa
critica sia come produzione che come fatturati. «Il problema – spiega Marcello Panizzi, 40 anni, titolare di un caseificio a Courmayeur e di tre esercizi commerciali di prodotti tipici, due ancora a Courmayeur e uno a Morgex – è che i costi di mantenimento dello stabilimento richiedono di lavorare su un mercato che deve abbracciare l’intero Nord Italia. Non è una struttura che può fermarsi al mercato regionale». Ecco spiegato perché i 4,1 milioni di fatturato del 2006 (+7%) rispetto all’anno precedente non sono ancora sufficienti. «Siamo partiti – precisa Panizzi - con una produzione media di circa 5000 litri di latte. Nel giro di un biennio siamo arrivati a 10.000. Tutto latte valdostano che ci viene conferito da 26 produttori con i quali si riesce a fare un ottimo lavoro di squadra e ad assicurare una qualità del latte lavorato in continua crescita. L’obiettivo è garantire al consumatore una genuinità di sapori dalla stalla alla tavola».
critica sia come produzione che come fatturati. «Il problema – spiega Marcello Panizzi, 40 anni, titolare di un caseificio a Courmayeur e di tre esercizi commerciali di prodotti tipici, due ancora a Courmayeur e uno a Morgex – è che i costi di mantenimento dello stabilimento richiedono di lavorare su un mercato che deve abbracciare l’intero Nord Italia. Non è una struttura che può fermarsi al mercato regionale». Ecco spiegato perché i 4,1 milioni di fatturato del 2006 (+7%) rispetto all’anno precedente non sono ancora sufficienti. «Siamo partiti – precisa Panizzi - con una produzione media di circa 5000 litri di latte. Nel giro di un biennio siamo arrivati a 10.000. Tutto latte valdostano che ci viene conferito da 26 produttori con i quali si riesce a fare un ottimo lavoro di squadra e ad assicurare una qualità del latte lavorato in continua crescita. L’obiettivo è garantire al consumatore una genuinità di sapori dalla stalla alla tavola».
La Centrale ha, ad esempio, aderito al progetto «Latte Qualità» deliberato dall’Assessorato all’Agricoltura e risorse naturali. Un progetto che continua e di anno in anno garantisce una qualità del latte sempre migliore. Due le linee di produzione: prodotti freschi e a media e lunga stagionatura. Il portafoglio prodotti è ampiamente diversificato. Da un’attenta politica di marketing e consumi è nata una linea di prodotti che spazia dai formaggi freschi agli yogurt, concepita concettualmente e graficamente per incontrare le preferenze di diverse fasce di consumatori e per regalare un’immagine di continuità al marchio Centrale. «Recentemente - osserva Panizzi - abbiamo potenziato il settore joghurt e siamo arrivati a produrre oltre 10 quintali al giorno, pari a circa 10.000 vasetti».
Nel settore formaggi (dieci le qualità proposte con il marchio “Gran Paradiso”) il prodotto di punta è il «Bleu d’Aoste», formaggio a pasta morbida, stagionato tra i 90 e i 120 giorni su assi di legno, che nel 2005 ha vinto la medaglia d’oro, nella categoria erborinati, alle Olimpiadi dei formaggi di montagna di Verona, mettendosi alle spalle i blasonati formaggi francesi. «La diversificazione del prodotto è una strategia fondamentale nel nostro settore» conclude Panizzi che, oltre tutto, giudica positivamente la sua esperienza di imprenditore in Valle d’Aosta. «Le dimensioni della nostra regione – conclude –, visto che ci conosciamo tutti, permettono un confronto più sereno anche con la pubblica amministrazione. I problemi possono essere risolti più facilmente che in altre regioni. Un fatto che aiuta chi vuole fare impresa». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 5 luglio)
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