Terzo appuntamento con la Giornata dell'Economia 2008 organizzata dalla Camera di Commercio della Valle d'Aosta. Propongo ai visitatori del blog un tentativo di sintesi suddiviso in tre puntate. Ovviamente proporrò anche una versione cartacea sul Corriere della Valle d'Aosta in edicola questo venerdì corredata di qualche tabella in più. Per gli amanti dei documenti originali ecco il link al sito della Chambre.
«Puntare sulle nostre specificità di regione alpina, andando a risolvere i problemi e le criticità che conosciamo e che affrontiamo quotidianamente, per esportare poi le soluzioni». E’ questa la ricetta suggerita dal presidente della Chambre per consolidare il trend nuovamente positivo dell’economia vadostana. «Dopo un 2005 caratterizzato da luci e ombre e un 2006 che faceva intravedere un cambio di tendenza, il 2007 – ha aggiunto Pier Antonio Genestrone - rappresenta infatti un anno di ripresa con positivi segnali congiunturali della situazione socio-economica valdostana». A trascinare la Valle d’Aosta in questa crescita sono state essenzialmente le due componenti legate ai consumi e le esportazioni, trainate dalla crescita della Cogne Acciai Speciali. Non mancano, però, le criticità: tessuto produttivo caratterizzato da dimensioni imprenditoriali ancora troppo ridotte; poche imprese operanti nei settori specializzati o ad alta tecnologia; malgrado gli aiuti messi in atto dalla Regione si fa ancora poca ricerca e sviluppo; poca attrattività per le imprese esterne; per la prima volta dal 2005, i processi di delocalizzazione del lavoro superano quelli di attrazione e i flussi di investimento sono in calo dal 2004. «Di fronte a questo quadro, ritengo inutile – ha spiegato il presidente della Chambre - andare ad investire in settori dove altri, già strutturati e con esperienza alle spalle, stanno lavorando. Dobbiamo piuttosto continuare a puntare su iniziative come Rigenergia che contribuiscano a far diventare la Valle d’Aosta una regione d’eccellenza per particolari nicchie produttivo-commerciali, utilizzando al meglio le eventuali collaborazioni con il nostro polo universitario».
E’ toccato poi all’economista Massimo Levêque illustrare nel dettaglio il quadro economico valdostano.
Il quadro economico
In Valle d’Aosta nel 2006 il ciclo economico regionale è tornato in terreno positivo ed il PIL ha superato, a valori correnti, i 4 milioni di euro, per effetto della domanda interna (+4,6%) e per il positivo andamento dell’export (+19%). Le stime Unioncamere per il 2007 indicano ancora una crescita sostenuta, superiore al dato medio nazionale, ancora trainata dall’andamento delle esportazioni (+48%) e da collegare anche al relativo ritardo con cui in Valle si è trasmessa la ripresa dell’economia nazionale verificatasi nel 2006. Nel 2007, il PIL pro-capite torna ad essere il primo tra le regioni italiane (ed il 4° tra le province preceduto solo da Milano, Bologna e Roma) per l’effetto combinato della crescita dell’economia e dell’andamento demografico, relativamente meno dinamico rispetto a quello delle aree più direttamente concorrenti. Con oltre 34 mila euro, esso è superiore del 32% a quello medio nazionale, di quasi il 23% a quello piemontese e del 3,7% a quello della provincia di Bolzano.
Nel triennio 2004-2007, la variazione del PIL pro-capite in Valle d’Aosta è stata particolarmente sostenuta, superiore a quella registrata sia nel Nord-Ovest (7%) sia nel più dinamico Nord-Est (8,6%). La dinamica di Bolzano, meno della metà del dato medio nazionale, è però da ricondurre al forte incremento demografico registrato piuttosto che ad un tasso di crescita dell’economia locale particolarmente basso.
Il valore aggiunto valdostano nel 2006 è pari a 3,244 milioni di euro (+2,6% a valori correnti rispetto al 2005).
In costante calo dal 2003 la componente proveniente dall’agricoltura (da 50 a 43 milioni di euro a valori correnti), nel 2006, la composizione del valore aggiunto regionale è largamente terziaria (oltre 73%, di poco inferiore alla percentuale di Bolzano), con un peso contenuto dell’industria in senso stretto (poco meno del 14% in lieve, costante ripresa nell’ultimo quinquennio).
Da rilevare, secondo la ricerca, l’importanza per l’economia locale del comparto delle costruzioni che, grazie anche all’importante ruolo giocato dalla domanda pubblica, dal 2002 rappresenta più del 10% del valore aggiunto regionale, in lenta ma progressiva crescita nel tempo. Tale valore risulta quasi doppio rispetto al dato nazionale e comunque assai al di sopra di quello delle aree territoriali prese a confronto.
Redditi, consumi e patrimonio delle famiglie
In Valle d’Aosta, il reddito disponibile pro-capite supera i 20 mila euro ed è di poco superiore a quello medio del Nord-Ovest. Esso tra il 2004 e il 2005 è cresciuto meno rispetto alle aree di confronto ed il suo peso in rapporto al PIL è, come nelle due province autonome, inferiore al dato medio nazionale. Anche a livello di famiglie, tenuto conto della diversa composizione nei diversi territori, il reddito lordo disponibile delle famiglie valdostane si colloca ben al di sopra della media italiana anche se la composizione media delle famiglie valdostane, schiacciata sulle prime due classi dimensionali, genera un valore medio totale per famiglia relativamente meno distante dal dato medio italiano (+8%) rispetto a quello pro-capite (+24%). Nel 2006, i consumi finali delle famiglie in Valle d’Aosta assommano a 2,685 milioni di euro, il 66% del PIL, in crescita del 4,6% rispetto all’anno precedente ed hanno rappresentato uno dei traini alla crescita economica dell’anno. Ad essi si aggiungono i consumi delle pubbliche amministrazioni (oltre 1 milione di euro nel 2005, pari al 27% del PIL) che in Valle d’Aosta rappresentano una quota di prodotto superiore a quella delle altre aree prese a confronto (a Bolzano 24%, a Trento 23%, nel Nord-Ovest 16%, nel Nord-Est 17%, a livello nazionale 20%). Tra i “consumi delle famiglie”, la quota di consumi alimentari si mantiene al di sotto del 12% del totale, in linea con il dato della Provincia di Bolzano. Il differenziale con il dato nazionale è rilevante ed è determinato, oltre che dal buon livello di benessere di cui gode la Comunità valdostana, anche dalla componente turistica della domanda. Il valore del patrimonio delle famiglie valdostane è stimato da Unioncamere per il 2006 in quasi 29 miliardi di euro di cui circa 2/3 costituito da attività reali (terreni e abitazioni).
Rispetto all’anno precedente, tale valore si è incrementato del 10% (contro il 7,6% medio nazionale) anche per l’andamento fatto registrare dai valori immobiliari che, soprattutto nelle aree turistiche e nel capoluogo, si sono incrementati in termini reali.
Le attività finanziarie (il 35,4% del totale e in crescita dell’8% rispetto al 2005), per il 60% (circa 6 miliardi di euro) sono costituite da valori mobiliari e per la restante parte sono rappresentati da depositi e riserve.Il dato medio per famiglia, poco al di sopra dei 500 mila euro, nel 2006 supera quello di Milano e colloca la Valle d’Aosta al primo posto tra le regioni/province italiane per dotazione patrimoniale con un differenziale
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