14 aprile 2011

L'auto del Futuro secondo Paola Carrea (2)


Secondo dei quattro post dedicati all’intervista pubblica fatta il 3 marzo, presso l'incubatore di Aosta, dal sottoscritto a Paola Carrea (Magneti Marelli) sul tema «L’auto del futuro», all'interno del ciclo. Qui trovi il primo.

Quali sono i principi fondamentali della mobilità sostenibile?
Provo a sintetizzare attraverso tre parole chiave. Prima di tutto la sicurezza. La Commissione Europea ci sta chiedendo i “zero incidenti” e noi siamo ancora molto lontani. Purtroppo più del 90% degli incidenti è dovuto ad errore umano. E quindi sicurezza significa prevenire l’errore umano. Perché poi una volta che questo è avvenuto si deve garantire un soccorso in tempi rapidi. Immagino che avrete sicuramente sentito parlare della direttiva europea sulla chiamata di emergenza che dovrebbe essere operativa a partire dalla fine del 2013 e che obbligherà tutti i veicoli ad essere dotati di un sistema telematico o come qualcuno lo ha definito un air bag elettronico? In questa maniera in seguito ad incidente, ad una esplosione di air bag nel giro di 20 minuti sarà mandatorio intervenire con ambulanza, carabinieri – perché i primi 20 minuti possono servire a salvare la vita. Si tratta di sicurezza post crash, ma, in realtà, molto bisogna lavorare su quella pre-crash. E quindi su sistemi preventivi basati su telecamere che riescono a capire se l’utente sta uscendo di strada perché si è addormentato o se c’è un ostacolo fermo. Oltre alle telecamere si tratta di utilizzare anche sistemi radar o basati su tecnologia laser. Il radar riesce a vedere nella pioggia o nella nebbia fitta quando il nostro occhio umano non scorge nulla. Però ha un grosso limite: vede tutto, e vede anche il guard rail di una curva di fronte a te e lo interpreta come un ostacolo. E’ molto importante imparare a discriminare. Ci sono ancora tanti algoritmi basati su intelligenza artificiale, data processing, signal processing da mettere a punto. Si può fare precenzione anche attraverso l’integrazione di questi sistemi con sistemi di comunicazione. Negli Usa c’è un progetto enorme che si chiama Intellidrive. Qui tutte le case automobilistiche stanno investendo sulla comunicazione veicolo-veicolo perché  potrebbe rivelarsi utilissima nel segnalare la presenza di ghiaccio, di acqua-planning, insomma pericoli sulla strada, tempo reale.

Che tempistiche ha questa direttiva?
Entro il 2013 tutte le case automobilistiche devono mettersi in regola. Si tratta di una tecnologia che aprirà un mondo. Un’esperienza per noi della Magneti Marelli già vissuta in Brasile dove si sta per approvare una legge finalizzata a favorire il recupero del mezzo rubato a causa dell’alto numero di furti perpetrati a mano armata nel Paese. E’ un fenomeno diffuso. Io stessa quando mi reco in Brasile viaggio oltre che con l’autista anche con una guardia del corpo. La legge in questione si chiama «rastreador», cioè tracciamento. Se il veicolo è rubato dopo che si è spento il motore con la chiave non si riaccende più, scatta il blocco motore. La legge purtroppo sta subendo qualche ritardo. Da due anni ne aspettiamo l’approvazione. Da notare che finito di sviluppare questo oggetto i costruttori automobilistici si sono chiesti: adesso che metto una scatola telematica sul veicolo che cos’altro posso fare? Un veicolo dotato di telematica è per eccellenza un sensore di dati di traffico – così come lo sono già i telefonini, però con molta più precisione- e quindi posso usare i dati che provengono dal veicolo per ridistribuire informazioni di traffico.

E questo è il secondo pilastro?
Sì. Quindi sicurezza e infomobilità: dai servizi di traffico, ai servizi assicurativi. Oggi questi sistemi si diffondono molto in after-market, cioè dopo che il veicolo è stato comprato, allo scopo di ottenere uno sconto assicurativo. Domani con la scatola a bordo di tutti i veicoli si pagherà soltanto il servizio e non sarà necessario ripagare la scatola. Ci sarà la possibilità di fare effetto volano grazie a questi decreti per tutto un mondo di servizi che stiamo aspettando già da parecchi anni. Non sono ancora decollati e chi ha investito nei servizi non sta ancora guadagnando quello che il suo business model gli aveva fatto sperare, ma è soltanto questione di tempo. Del restol’Europa ha investito tantissimo per il sistema satellitare Galileo in competizione con il GPS su cui sono basati tutti i nostri Tom Tom e navigatori satellitari vari. Qual è l’enorme differenza fra il Galileo e il GPS? E’ la certificazione del dato, cioè l'essere capaci di confermare che quel giorno lì, a quell’ora lì, in quel momento lì io mi trovavo lì con la mia macchina o il mio telefonino. Ora dopo che l’Europa ha investito tantissimo in Galileo ci obbligherà ad usarlo. E come farà? Con queste leggi. L’e-call è per eccellenza una di queste. Un’altra legge che sta arrivando – per la quale alcuni Paesi membri sono già molto attivi è l’e-tool, il pagamento elettronico del pedaggio. Oggi in Italia conosciamo tutti il Telepass di Società Autostrade. L’e-tool prevede un pagamento pedaggio fre-flow. Tu entri in una zona in cui devi pagare il Galileo traccerà il tuo percorso e assegnerà la cifra al gestore in base ai chilometri in gestione. La Francia ha fatto per prima a livello europeo un enorme gara per tutto il territorio nazionale per il pagamento pedaggio per i camion. Nel 2012 i 600mila camion presenti sulle strade francesi dovranno avere un pagamento pedaggio elettronico. E’ un’opportunità enorme. La Francia è il primo Paese ad aver fatto una gara, poi toccherà al Belgio. L’Olanda l’aveva già fatta e poi l’ha interrotta. Pensate che l’Olanda intende far pagare il bollo con un simile sistema di pagamento, quindi non solo i camion, ma pensa in grande e intende partire con tutti i mezzi. Tenete conto che in merito a queste tecnologie gli analisti dicono che ci sarà necessità di 17 milioni di soluzioni telematiche. Oggi after market, domani – ma domani è ieri – bisognerà essere capaci di integrare la scatola telematica dell’e-call con quello che manca per fare anche un pagamento pedaggio. Di conseguenza occorre avere questa visione sinergica, integrata e il coraggio di investire. Purtroppo molte aziende a causa della crisi e del fatto che apparentemente ciò che più conta è vedere tutti i mesi il numerino che dice se hai venduto oppure no, non riescono ad investire su tecnologie che già nel breve avranno un grande futuro. (continua)

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