Paola Carrea (Magneti Marelli) |
Lei ha partecipato all'apertura del Salone di Ginevra. Quali notizie ci porta?
Il primo messaggio importante che ho portato da Ginevra è che quest’anno per la prima volta, dopo due-tre anni di scarsa partecipazione, il salone era stracolmo di gente. Significa che qualcosa si sta di nuovo muovendo. Per quanto riguarda le automobili è impressionante lo sforzo che tutti stanno facendo con l’elettrico, dal concept – presentato fra l’altro dai nostri migliori designer italiani – al prodotto vero e proprio. Soprattutto i costruttori tedeschi hanno fatto vedere alcuni veicoli a trazione completamente elettrica. Interessante anche l’ibrido. Grossa presenza anche di coreani, che, tra l’altro, stanno facendo un market-sharing in Europa significativo. Stanno crescendo davvero molto. Quasi tutti i veicoli poi sono ormai equipaggiati con display. Attraverso un display è possibile visualizzare delle informazioni che possono arrivare dall’esterno oppure dall’ interno per il guidatore. Consistente presenza di sistemi infotelematici di bordo, anche molto avanzati. Quadri di bordo sostituiti dai display. In pratica il consumer sta arrivando sull’automobile. Veicoli di bassa gamma nuovi, poche novità sul medio e, di nuovo, novità significative sull’alto di gamma, anche perché alcuni car maker europei hanno come primo mercato la Cina e in Cina i veicoli più venduti e di magior successo successo sono legati all’alto di gamma.
Si allarga la parte «verde»…
Si allarga il consumer su veicolo. Quando descrivo questi sistemi telematici intendo veicoli capaci di connettersi in maniera sicura con un telefono cellulare e visualizzarne le informazioni direttamente sul quadro di bordo. Sistemi attraverso i quali puoi sentire il tuo Mp3 comodamente. Quello che noi chiamiamo in gergo un po’ tecnico simless portability. Siamo oramai abituati ad avere nel nostro palmare, nel nostro telefono cellulare tutta una serie di servizi e quando saliamo sul veicolo vogliamo usufruirne alla stessa maniera. Si inizia poi a ragionare sul wifi, cioè sulla possibilità di scaricare dati da veicolo o ricevere su veicolo attraverso degli hot spot.
Noi siamo abituati al fatto che la tecnologia evolva a grande velocità. In questo settore invece ad improvvisi scatti in avanti possono alternarsi imprevisti rallentamenti. Qual è la sua esperienza in questo senso?
Io porto sempre un esempio. Nel 2000 abbiamo presentato a Torino la Nea. Si trattava di un concept realizzato su brand Lancia e doveva essere la macchina del 2020. Su quest’auto abbiamo messo di tutto: internet, sensori perché l’auto guidasse da sola e riconoscesse il pedone che attraversava la strada, ecologia. Un veicolo che ancora oggi è molto attuale. Anche se sul versante della sensoristica c’è ancora molto da fare prima di arrivare in produzione, per ragioni di costo, ma anche di sicurezza. Perché se io dico che con il sistema presente su quest’auto tu non avrai una collisione e poi avviene bisogna poter stabilire di chi è la colpa. Bene. Su quest'auto così avveniristica però non avevamo messo la presa Usb. Nel 2005 i primi costruttori automobilistici, tra cui anche Fiat, sono usciti in produzione con un veicolo pubblicizzato attraverso lo slogan della «sesta porta», cioè la porta Usb. Nel 2000 in realtà non sapevamo ancora che sarebbe arrivata l’ Usb. Poi è arrivata è andata in produzione e ha avuto una diffusione incredibile. Da dove arriva questa chiavetta? Dal consumer. Questo significache i un’attenzione forte il settore automobilistico e i centri di ricerca devono riservarla a tecnologie che provengono da un mondo che non è “sicuro” per eccellenza – anzi è molto lontano da questi concetti - ma che è molto invasivo. Ha ormai conquistato tutti noi e pretendiamo di averlo sul nostro veicolo. (continua)
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