6 dicembre 2007

Intervista a Giuseppe Bordon sullo stato dell'arte dell'industria valdostana: dallo studio Ambrosetti al Bilancio regionale


Proponiamo ai lettori del nostro blog un’intervista a Giuseppe Bordon, presidente di Confindustria Valle d'Aosta. Fra i temi trattati anche il bilancio regionale che, pur un po’ oscurato in queste ore dal "toto Rollandin", rimane comunque uno dei provvedimenti principe della difficile arte dell’amministrare.

Come avrà visto stiamo proponendo un sondaggio che si ispira alle prime conclusioni dello studio Ambrosetti. Cosa pensa di queste conclusioni?
Ritengo ancora prematuro emettere un giudizio sullo studio attualmentein fase di realizzazione da parte della società di consulenza Ambrosetti. Ho incontrato i rappresentanti di Ambrosetti per esporre il punto di vista dell'Associazione ed ho avuto l'impressione che il lavoro sarà portato a termine in modo serio e rigoroso, e potrà contribuire ad orientare le scelte future della nostra Regione. I campi d'intervento individuati mi paiono coerenti e con la dimensione territoriale valdostana e con le tendenze di sviluppo economico a livello globale. Non dimentichiamoci però che i tempi dell'economia pianificata sono finiti. Le imprese le fanno gli imprenditori, dobbiamo puntare a far rinascere in Valle d'Aosta la voglia di fare.

Secondo lei esiste un settore in cui la Valle d'Aosta può meglio concentrare le sue energie?
A differenza di altri territori italiani, in Valle d'Aosta non abbiamo avuto la nascita di un "distretto" produttivo concentrato su di una tipologia di prodotto e non credo che sia il caso ora di provare a crearlo. Sicuramente l'insediamento del Politecnico di Torino in Verrès potrà stimolare la crescita di attività collegate nel campo dell'informatica e della meccatronica e sarà opportuno impegnarsi affinchè le aziende presenti sul territorio sappiano cogliere questa opportunità per migliorare la produzione dal punto di vista qualitativo e di valore aggiunto.

Recentemente alcune aziende da poco insediate in Valle hanno manifestato forti criticità. Sembrerebbe sempre più valida l'idea che la Regione debba aiutare di più chi è radicato in Valle piuttosto che facilitare chi arriva dall'esterno?
E' sbagliato scegliere tra le due opzioni, entrambe devono essere supportate. Le aziende già presenti sul territorio sono una realtà da coltivare e fare crescere, rappresentano quanto il tessuto economico ha saputo esprimere negli anni, costituiscono una base certa sulla quale costruire. Le aziende di nuovo insediamento sono delle scommesse per il futuro, non bisogna "giocare d'azzardo", ma una dose di rischio deve sempre essere messa in conto se vogliamo che la nostra regione progredisca. Non dobbiamo stupirci che le aziende chiudano, dobbiamo preoccuparci se le aziende non nascono.

In questo senso, anche se con un certo ritardo, è indubbiamente positiva la cessione delle aree a Thermoplay, Gps e Mdm...Cosa ne pensa?
Tra i primi problemi che ho dovuto affrontare quando fui eletto presidente di Confindustria Valle d'Aosta nel marzo 2002, vi fu la piena applicazione della legge sulle locazioni industriali. Con l'aiuto della struttura associativa ho cercato di risolvere i molteplici nodi allora presenti, e dopo numerosi incontri con gli Uffici regionali competenti, si giunse a redigere un contratto-tipo per le aziende industriali. Nel contempo ho sempre sollecitato gli Amministratori regionali a prendere in esame la possibilità di cedere, anziché locare, gli immobili di proprietà regionale alle aziende serie, presenti sul territorio da anni, e con buone prospettive di produzione. Con l'abrogazione della legge regionale n° 1/1998 e l'emanazione della legge regionale n° 10/2004 la situazione si è modificata, ed è stato possibile iniziare la discussione per la cessione degli immobili industriali a quelle aziende che nel frattempo avevano manifestato il loro interesse. Certo che i tempi sono stati lunghi, ma posso dire che il risultato è positivo e sono soddisfatto che tutto il lavoro svolto stia dando i suoi frutti. Vi sono ancora situazioni da definire, e mi auguro che possano essere chiuse in tempi brevi.

Come giudica il bilancio regionale in quanto presidente di Confindustria Valle d'Aosta?
Ritengo positiva la riduzione dell'IRAP, anche se un giudizio sulla portata redistributiva dell'intervento richiede un approfondimento non appena saranno emanate le norme applicative. Tale misura si innesta in un circolo virtuoso previsto anche a livello nazionale per ridurre la pressione fiscale sulle imprese, ispirandosi a quanto realizzato in altri Paesi europei, che porterà ad un significativo sostegno alla crescita. Per intensificare l'effetto di questo intervento si potrebbe inoltre prevedere un'aliquota ridotta per le imprese che si insedieranno in Valle in modo da rendere più attrattivo in nostro territorio. Condividiamo l'intento di ridurre i costi del personale, che speriamo non venga vanificata dal ricorso alle consulenze. Avremmo auspicato però un taglio più significativo delle spese correnti e la destinazione della parte di maggiori entrate-extragettito ad investimenti e al finanziamento di politiche di sostegno allo sviluppo più incisive. Positivo il nuovo meccanismo che consente di recuperare l'anno successivo le spese relative a fondi assegnati a qualsiasi titolo allaRegione e non impegnate. Riguardo agli interventi di politica del lavoro sarebbe interessante conoscere la reale efficacia degli stessi nel triennio precedente in modo da indirizzare le azioni verso misure più adeguate.
Una analisi più attenta delle spese correnti e di quelle di investimento con una loro riclassificazione consentirebbe di capire meglio la dinamica degli interventi della Regione nei vari settori dell'economia e di confrontare la spesa regionale con il Pil. Il rifinanziamento dei fondi per la ricerca dà credibilità e concretezza alle misure adottate. Vengono confermate le misure per gli investimenti a valere sulla LR 6/2003 e LR 7/2004, anche se si tratta di interventi che hanno subito un forte ridimensionamento per gli aiuti in conto capitale.
Giudichiamo in senso negativo la trasformazione dell' INVA in società in house e la destinazione di altre risorse pubbliche per la sua capitalizzazione. Si sarebbe dovuto intervenire in senso opposto prevedendo la cessione ai privati con l'affidamento in outsourcing di attività non istituzionali per la tutela della concorrenza e del mercato. Destano perplessità gli interventi diretti della Regione nel settore dell'agricoltura per l'acquisizione e realizzazione di strutture e impianti fissi, con affidamento a terzi della gestione, emerge infatti un orientamento decisamente contrario alla politica nazionale, sostenuta da Confindustria, di delimitare la presenza pubblica nell'economia.

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