5 maggio 2008

Professionisti valdostani - 11: Noi notai non siamo una «casta»

Identikit
Ricordo che, come sempre, le interviste della rubrica «Professionisti valdostani» sono fatte al Presidente dell'Ordine o Collegio o Associazione interpellate. In questo caso tocca al Presidente del collegio notarile Guido Marcoz.

Iscritti dell’ultimo triennio
I notai sono attualmente dieci. Le sedi sono 17 di cui due istituite recentissimamente con un decreto ministeriale che ha aggiunto 840 sedi a livello nazionale su un totale di 5200. Le sedi sono otto ad Aosta, 2 a Châtillon, 2 a Donnas, 1 a Morgex, 1 a Verres e 1 a Saint-Vincent. Le restanti due sedi saranno fissate in accordo con il Collegio notarile regionale (presumibilmente ad Aosta).

Suddivisione maschi e femmine
9 uomini e una donna

Composizione direttivo
Presidente: Guido Marcoz. Consiglieri: Antonio Marzani, Giovanni Favre, Enrico Sebastiani e Marco Princivalle

Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti
Incremento previsto di un notaio. Un concorso è ancora in correzione. Inoltre in questi giorni è stato bandito dal Ministero un nuovo concorso per 350 posti su tutto il territorio nazionale. C’è da sperare che qualche valdostano superi l'esame. Talvolta si dimentica che la nostra è una professione mista: c’è sì la libera professione ma siamo anche Pubblici Ufficiali e dobbiamo garantire sul territorio la presenza in tutte le sedi notarili, anche quelle disagiate. Le critiche alla professione non sono sulla qualità del lavoro, ma sulla remunerazione e sul numero chiuso. Eppure proprio recentemente il Consiglio Nazionale del Notariato ha dato la sua disponibilità al Governo ad aprire nuove sedi fino ad un numero massimo di mille (talvolta ci si dimentica che l’aumento dei notai è fissato dal Governo). Per questo ogni sette anni esiste l’obbligo di revisione notarile.

Mail e sito internet
segreteria@studiomarcoz.it
http://www.consiglionotariletorino.it

Le domande

Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Prima di tutto c’è un problema d’immagine: quando si parla di notai si pensa ad una casta. C’è molta disinformazione. A livello nazionale c’è una tendenza alla liberalizzazione spesso lasciata un po’ all’improvvisazione: si manifesta un vago amore per il sistema americano dove il notariato sostanzialmente non esiste: tutto è in mano ad avvocati, a coperture assicurative. Il notariato latino poggia invece su certezze documentali alle quali si accede soltanto attraverso atti di magistrato o di notaio. La litigiosità sulla contrattazione notarile è dello 0,0029%, nel mondo anglosassone si aggira intorno al 20-22%. La nostra funzione certificativa è indispensabile e non può essere vanificata da norme che stabiliscano la contrattazione immobiliare fatta da chiunque. Un altro problema riguarda la materia delle successioni: soltanto in Italia (non è così in Francia e nel resto d’Europa) la denuncia di successione può essere fatta da chiunque senza che nessuno controlli l’oggettiva veridicità della stessa. Da tempo portiamo avanti, come Consiglio Nazionale, un’istanza affinché sia istituzionalizzato un controllo. Ci sono poi dei settori in cui i notai potrebbero alleviare la magistratura: penso ad esempio alle separazioni consensuali; non si tratta di sostituirci agli avvocati, ma ai magistrati sì.
A livello strettamente regionale non ci sono problemi specifici da segnalare.

Esistono possibilità di lavoro in Valle d’Aosta oppure il settore è saturo?Il notariato valdostano - pur con pochi notai in esercizio - risponde alle esigenze del territorio: d’altra parte l’allargamento della domanda e dell’offerta, come ho già spiegato, non dipende da noi.

Può indicarci alcuni nuovi sbocchi professionali?
Il problema principale è costituito dal fatto che il concorso per l’accesso alla professione presenta alcuni difetti: prima di tutto è molto lungo: è indetto ogni due anni ed i tempi di correzione sono davvero eterni, per giunta con un rapporto partecipanti-posti disponibili pari al 10%. L’ultimo concorso metterà a disposizione 350 posti e i partecipanti sono circa 4000. Ne verranno ammessi soltanto il 10%. Chi di solito riesce a passare lo scritto ha buone possibilità di essere dichiarato idoneo alle prove orali. Vorrei però fare una precisazione in merito all’accusa rivolta spesso ai notai di essere una casta: che si trasmettano la professione di padre in figlio: in realtà oggi si diventa notai solo attraverso un selettivo concorso e si ottengono le sedi che si riescono a vincere: non c’è nessuna possibilità di successione o di vendita delle sedi notarili.

Quali iniziative di formazione avete realizzato nel 2007 e quali sono in programma nel 2008?
Torino ha la sua scuola di notariato. Le scuole più prestigiose sono Roma e Napoli. Esiste poi una Fondazione costituita dal Consiglio Nazionale che ha lo scopo di organizzare convegni, occasioni di studio e di formazione ai quali i praticanti e i notai in esercizio sono invitati a partecipare.
Quali consigli si possono dare a chi si vuole avvicinare alla professione?
Avere tanta pazienza e tanta voglia di studiare: la pratica è importante, ma la difficoltà dell’esame rende necessario uno studio intenso ed approfondito.

Qual è il rapporto con il mondo delle imprese?
Da noi direi che è molto buono. Non ci percepiscono (come invece accade a livello nazionale), come un appesantimento burocratico. Il mondo delle imprese ha fatto passi avanti enormi da quando le "omologhe", necessarie per costituire una nuova società o modificarne una esistente, sono state trasferite dal magistrato e affidate per il controllo di legittimità al notaio. I tempi si sono molto accelerati; positiva anche l’introduzione della firma digitale per la trasmissione dei documenti ai vari uffici pubblici competenti. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 1° maggio 2008)

0 commenti:

 

© ImpresaVda Template by Netbe siti web