3 settembre 2008

Giuseppe Isabellon: rafforzare il binomio turismo-agricoltura (1)

Giuseppe Isabellon (Uv), 55 anni, dal 2003 in Consiglio regionale e dal 2005 Assessore all’Agricoltura e Risorse naturali, è con Laurent Viérin l’unico assessore ad essere rimasto al suo posto all’interno del nuovo organigramma della Giunta, guidata da Augusto Rollandin, in modo da poter continuare il suo lavoro nel mondo agricolo, uno dei tasselli delicati della politica regionale. Con lui abbiamo toccato alcuni dei nodi cruciali del settore. L'intervista sarà pubblicata in due puntate.

Con il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 come cambia l’azienda agricola valdostana?
Con la riforma della PAC, che ha istituito il premio unico unificando, di fatto, una serie di premi preesistenti, ogni anno le aziende agricole potranno conoscere con esattezza l’ammontare dei contributi comunitari sui quali potranno contare nell’anno successivo. Per contro, l’erogazione dell’intero contributo sarà soggetta al pieno rispetto, da parte dell’azienda, delle norme in fatto di ambiente, igiene, benessere animale ecc., cioè del cosiddetto regime di condizionalità. Rimangono, invece, sostanzialmente invariati i premi a superficie come l’agroambiente e l’indennità compensativa.

Come intendete favorire il ricambio generazionale? Con l’unica eccezione del settore vitivinicolo i giovani si allontanano dall’agricoltura…
Già nel vecchio PSR esistevano il premio di primo insediamento e quello di prepensionamento.Se il primo ha dato qualche buon riscontro, il secondo non ha ottenuto il successo sperato. Auspichiamo, con il potenziamento della dotazione finanziaria per queste due misure nella nuova programmazione, oltre che con una adeguata informazione presso le categorie interessate, che i più anziani siano maggiormente attratti dalle nuove possibilità e lascino «il campo» ai giovani. Giovani che otterranno fondamentali aiuti a patto di dimostrare, attraverso la presentazione di un piano di sviluppo aziendale e con il successivo raggiungimento dei risultati, di essere realmente motivati ad intraprendere questa attività, che sicuramente più di altre richiede impegno e dedizione.

Mi sembra che la sostenibilità delle nostre aziende sia sempre più legata alla filiera corta legata a doppio filo con l’offerta turistica. Lei cosa ne pensa?
Siamo fermamente convinti che uno dei maggiori atout per il futuro della nostra regione sia l’abbinamento tra il settore turistico e quello agricolo. Non a caso le iniziative che uniscono questi due settori ottengono sempre maggiori successi. La direzione che seguiremo sarà dunque sempre più orientata al rafforzamento di questo binomio, attraverso l’instaurarsi di una stretta
collaborazione con l’Assessorato del Turismo, assieme al quale, ad esempio, abbiamo recentemente istituito il marchio di qualità «Saveurs du Val d’Aoste» proprio con l’obiettivo di garantire un elevato livello qualitativo dell’offerta turistica ed enogastronomica.

La fontina è in un momento difficile per via del fattore prezzo. Come intendete intervenire?
Purtroppo bisogna riconoscere che nonostante i notevoli sforzi messi in atto per la valorizzazione della fontina i prezzi rimangono, per i produttori, piuttosto bassi. Le ragioni che portano a questa problematica sono molte, tra le quali sicuramente la sfavorevole congiuntura economica,la generale disaffezione nei confronti dei formaggi grassi, la grande ricchezza e varietà di tipologie di formaggi sul mercato. Crediamo che, proprio attraverso la summenzionata filiera corta legata al settore turistico, vi siano ancora ampi spazi che consentano di aumentare in Valle la quota di fontina venduta e consumata direttamente sul territorio. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 28 agosto 2008)

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