22 settembre 2008

Mavitec: l'occhio digitale della qualità

Andrea Cappellari e Luca Danesi, 35 anni, ingegneri, da febbraio sono alla guida della Mavitec, freschissima start up, insediatasi dal mese di giugno nell’incubatore di impresa di Aosta. Il loro core business sono i sistemi di visione. Li incontro nella loro sede, ancora spoglia, ma i loro Pc portatili, come mi mostreranno di lì a breve, traboccano di lavoro svolto e da svolgere. «Nell’ultimo decennio, si è verificata una continua crescita della domanda relativamente ai sistemi di controllo nei processi automatizzati – osserva Danesi – causata dal fatto che le industrie manifatturiere hanno dovuto far fronte alle sempre più numerose richieste di certificazione, di conformità e di maggiore qualità dei prodotti realizzati oltre alla necessità di aumentare la produzione». I sistemi di visione sono infatti impiegati nel controllo qualità dei prodotti, nella tracciabilità, nella loro movimentazione ed assemblaggio. In pratica con questi sistemi l’occhio umano è sostituito da quello meccanico potendo spesso giovarsi della potenza di calcolo di un computer. Il risultato è l’esecuzione di misure non a contatto, le ispezioni superficiali, il rilevamento di difetti di assemblaggio, la tracciabilità attraverso la lettura dei codici a barre fino a diventare una guida robot 3D per il prelevamento di oggetti da cassoni o superfici non planari, l’individuazione di pezzi attraverso i colori e le forme geometriche e la localizzazione in condizioni di basso contrasto e luce variabile. Infinito il campo delle applicazioni. «Possiamo fare due esempi molto semplici: – aggiunge Cappellari – il controllo dell'allineamento di un cerotto all'interno della sua confezione. Il sistema di visione è predisposto per lavorare su prodotti che si differenziano per dimensioni e colori. Lavorando con opportuni algoritmi è stato possibile sviluppare un'applicazione in grado di riconoscere la posizione del filtro anche in situazioni di debole contrasto dovuto a materiali diversi. Oppure il rilevamento all'interno di una confezione di mozzarelle della presenza di corpi estranei galleggianti in superficie. Telecamere con case a norma IP68 ne permettono l'integrazione in ambienti umidi».
Un altro lavoro recente è stata la realizzazione di un sistema di controllo qualità per gli erogatori di bombolette spray della Emsar di Pescara. «Adesso – ci racconta Danesi – stiamo studiando come rilevare i difetti nelle etichette dei capi di abbigliamento per un’azienda che le fornisce ad un marchio italiano particolarmente prestigioso». La forza della Mavitec, che lavora in partenrship con i marchi più prestigiosi del settore, cioè Cognex e Halcon che da soli rappresentano il 90% del mercato della visione, sta nell’alto livello di specializzazione. «La maggior parte delle imprese che operano nel nostro settore – conclude Cappellari - in realtà non hanno i sistemi di visione come unico core business, ma li utilizzano come valore aggiunto delle loro macchine. Questo però fa sì che il loro know how non sia completo. Ecco perché spesso veniamo contattati da alcune di queste aziende per offrire la nostra consulenza nel risolvere determinate problematiche legate all’integrazione di questi sistemi. Si tratta di un lavoro tutt’altro che ripetitivo in quanto ogni prodotto richiede parametri molto differenti, a partire dalle modalità di illuminazione». La Mavitec organizza anche workshop e momenti di formazione per le imprese. «In Italia purtroppo – conclude Danesi - non c’è ancora una cultura molto diffusa in merito all’efficacia di simili sistemi. Il cliente potenziale spesso non sa di poter risolvere alcuni suoi problemi con questa particolare tecnologia». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta dell'11 settembre 2008)

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