13 ottobre 2008

Buoni di benzina addio? In Vallée si studiano le zone franche montane

Per il 2009 i valdostani dovrebbero ancora godere dei quarantasei milioni di euro di cui 5,2 a vantaggio delle imprese, in particolare quelle artigiane, garantiti dai buoni carburante (vedi precedente post). Il condizionale è però d’obbligo. Una direttiva dell'Unione europea sin dal 1992 imporrebbe infatti alla Valle d'Aosta di «abolire i buoni per i carburanti in esenzione fiscale», attualmente pari a 0,6768 euro al litro per la benzina e a 0,5076 per il gasolio per autotrazione (legge 3 agosto 1949, n.623). A dare rassicurazioni per primo in merito è stato il Presidente della Giunta Augusto Rollandin (Union Valdôtaine) con una frase che però lascia aperti molti scenari. «Se non arrivano novità da Bruxelles i buoni benzina ci saranno anche nel 2009». Più cauto ancora l’assessore alle Attività Produttive Ennio Pastoret (Uv) che ha chiaramente detto, rispondendo ad una interrogazione in Consiglio regionale, come, pur auspicando il mantenimento dell’attuale sistema, l’Amministrazione regionale stia già lavorando alla predisposizione di alcune misure «analoghe e di compensazione». Nessuna indicazione però è stata data per ora. Il precedente assessore aveva ipotizzato la creazione di buoni energetici, ma per Pastoret è invece ancora prematuro sbilanciarsi. Va, in parte, in questa direzione, l’intenzione, già annunciata da tempo dal Presidente Rollandin, di chiedere all’Ue che la Valle d’Aosta sia riconosciuta come zona franca montana sulla falsariga delle zone franche urbane (Zfu). L’idea arriva dalla Francia e si sta diffondendo anche in Italia. Le Zfu sono state istituite, soprattutto nel Sud Italia (ma sono previste anche a Massa Carrara in Toscana e Ventimiglia in Liguria), allo scopo di riqualificare aree economicamente depresse e socialmente degradate. Le imprese che vi si insediano possono beneficiare, a determinate condizioni, di sgravi contributivi e di esenzioni fiscali. «Per la Valle d'Aosta vogliamo applicare pienamente l'articolo 14 del nostro Statuto, relativo alle zone franche. Oggi si parla molto di creare zone franche urbane in Italia, noi pensiamo invece ad aree montane, che, con il consenso dell'Unione Europea e del resto del paese, possono attrarre investimenti e consentire la crescita delle piccole e medie imprese». Un’idea che non dispiace al presidente di Confindustria Valle d’Aosta Giuseppe Bordon. «Premesso che non credo così semplice far rientrare la nostra regione in questi canoni credo, tuttavia, che la zona franca montana potrebbe trasformarsi finalmente nello strumento atteso da tempo per far riconoscere lo svantaggio produttivo di chi fa impresa sul nostro territorio. Penso ai contributi. Se in pianura posso dare 10, in montagna mi è concesso arrivare fino a 30. Si tratta di agevolazioni che compensano degli svantaggi oggettivi». Bordon apre anche una parentesi sui buoni benzina. «Credo che sarebbe bene – osserva – prevedere un’agevolazione che possa andare a vantaggio di tutta la popolazione valdostana e non soltanto dei possessori di auto. Faccio un esempio. Se non ci saranno più i buoni aumenterà il valore delle accise all’interno del bilancio regionale. Questa cifra potrebbe essere utilizzata per una iniziativa mirata e non dispersa in mille rivoli». Non si dice invece particolarmente entusiasta dell’idea Flavio Martino, presidente di Confesercenti. «Credo che la constatazione, reale, dei maggiori costi derivanti dallo svolgere la propria attività in montagna e l’individuazioni di particolari misure di sostegno andrebbero ricondotte all’interno della tanto attesa Legge sulla montagna. Il ragionamento non può riguardare soltanto la Valle d’Aosta, ma tutto l’arco alpino». Più possibilista Coldiretti. «Come rappresentanti del mondo agricolo –commenta il direttore Ezio Mossoni - possiamo però sottolineare come le grandi decisioni strategiche nazionali vengano prese sempre tenendo in considerazione primaria le esigenze dei grandi centri urbani ove vi sono pochi spazi presidiati da molti uomini, tenendo in minore considerazione i grandi spazi agricoli che sono però gestiti da pochi. Una politica di zona franca che tenga più conto del territorio è perciò certamente condivisibile». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest dell'8 ottobre 2008)

1 commenti:

Anonimo ha detto...

I buoni benzina fanno a gara con la cosiddetta indennità di ( inesistente ) bilinguismo per ottennere la palma riservata alla meno dignitosa quanto più esilarante insensatezza della politica mondiale .

 

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