10 novembre 2008

Fiera di Sant'Orso tutto come prima: soddisfatto il mondo artigiano

L’edizione 2009 della Fiera di Sant’Orso non vedrà applicate le nuove regole, volute dall’assessore Leonardo La Torre (Fédération Autonomiste), ma si rifarà alle indicazioni già da tempo note dell’edizione 2008 (oltre 1000 espositori e un giro di affari di circa due milioni). La Giunta, su proposta dell’Assessore alle Attività Produttive Ennio Pastoret (Uv), ha infatti approvato la sospensione, sino a nuova determinazione della stessa giunta regionale, della deliberazione n. 2807/2007 sull’elenco aggiornato delle lavorazioni e degli oggetti artigianali ammissibili, ai sensi della legge regionale n. 2/2003 concernente «Tutela e valorizzazione dell’artigianato valdostano di tradizione». (Chi vuole leggersi le puntate precedenti clicchi qui). «L’obiettivo – si legge nella delibera - è di prevedere, in considerazione dell’importanza delle scelte da assumere, ulteriori opportune attività di ricerca e di confronto tra i soggetti coinvolti al fine di pervenire all’elaborazione di una proposta il più possibile coordinata e condivisa, utile a definire complessivamente le caratteristiche del prodotto artigianale della Valle d’Aosta da tutelare e da promuovere attraverso azioni che valorizzino sia i canoni della tradizione che le caratteristiche della qualità artistica». La nuova Giunta ha accolto le numerose perplessità sollevate dagli artigiani, che si erano riuniti in un Comitato spontaneo Fiera di Sant’Orso per far meglio conoscere i motivi della loro protesta, in merito all’impatto che le nuove disposizioni avrebbero avuto sui diversi settori produttivi dell’artigianato regionale. Del resto l’Assessore Ennio Pastoret già al momento del suo insediamento era stato molto chiaro evidenziando la necessità di un’applicazione di buon senso del provvedimento. «Non c’è niente di immutabile a questo mondo. Oggi c’è un quadro regolamentale sul quale tenere aperti i canali della riflessione e del confronto. L’artigianato tradizionale va difeso senza penalizzarlo troppo. Tuttavia dobbiamo vigilare sul fatto che non appena perdiamo il contenuto del brand – che l’artigianato tradizionale porta con sé - apriamo le porte alla possibilità di avere Taiwan che produce oggetti di artigianato tradizionale. E così il non avere previsto delle regole, per quanto condivise con dei limiti precisi, ci metterebbe in una condizione di cui pagherebbero le conseguenze gli stessi artigiani». Soddisfazione nel mondo artigiano. Dario Coquillard che si occupa del settore seriale evidenzia come nessuno degli artigiani che si è detto contrario alle regole voglia snaturare la tradizione. «Siamo perfettamente consci che dobbiamo tutelarci . Tuttavia riteniamo anche fondamentale che si apra un dialogo vero fra amministrazione regionale e mondo artigiano. Una situazione che, purtroppo, non si è mai verificata con la passata gestione. Molti provvedimenti sono stati decisi con davvero poco confronto con il mondo artigiano che inevitabilmente ha una migliore conoscenza di quali sono le difficoltà del settore o gli impedimenti ad applicare determinate regole. Penso,ad esempio, alla difficoltà del reperimento delle materie prime. Trovare noce nostrano con determinate caratteristiche è sempre più difficile. Vediamo anche con favore il coinvolgimento dell’Ivat in grado di offrire la propri competenza rispetto ai principi di salvaguardia della tradizione e di sviluppo delle capacità imprenditoriali dell’intero settore». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Ermanno Bonomi, un altro dei componenti del Comitato. «La sospensione della delibera ridà speranza al nostro settore che st afronteggiando un aforte recessione economica. La possibilità di coinvolgere il comparto in scelte che ridisegneranno l'artigianato per i prossimi anni a venire riporta fiducia all'articolato mondo artigiaano anche se la preoccupazione per la fase delicata rimane». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 29 ottobre 2008)

1 commenti:

ImpresaVda on 10 novembre 2008 alle ore 14:40 ha detto...

Mi è stato fatto notare che gli artigiani da me interpellati per quest’ultimo post sono produttori seriali. Il secondo, inoltre, essendo un produttore non tradizionale, non sarebbe neppure interessato dalla deliberazione "sospesa". Il parere dei succitati risulterebbe quindi fortemente condizionato/limitato dalla loro personale situazione imprenditoriale. La critica è corretta e ne approfitto per allargare perciò il ragionamento segnalando come anche il mobiliere Fabrizio Varisellaz, presidente dell’associazione Lo Rabot, mi abbia evidenziato la necessità di regole più rigide. Da queste considerazioni mi sembrerebbe emergere un quadro più sfaccettato di quello che il mio post delinea dove, forse, qualche paletto in più è necessario anche se non è detto che debbano per forza essere quelli previsti dal primo provvedimento La Torre.

 

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