Banca d'Italia ha diffuso proprio oggi la nota «L'economia della Valle d'Aosta nel primo semestre del 2008» elaborata dalla Filiale di Aosta dell'istituto. Propongo ai visitatori del blog la sintesi introduttiva al documento. Per chi vuole leggersi tutta la nota (ad esempio un consigliere regionale o un imprenditore dovrebbe farlo quasi si trattasse di un dovere morale) non ha che da cliccare qui. Tornerò magari nei prossimi giorni sull'argomento. Se qualcuno vuole già commentare, come sempre, non esiti a farlo.
«Nel primo semestre del 2008 segnali di difficoltà hanno caratterizzato il quadro congiunturale regionale. Nell’industria la domanda e la produzione hanno registrato dinamiche negative in quasi tutti i comparti; le esportazioni di prodotti in metallo si sono ridotte in misura significativa, anche per effetto dell’andamento dei prezzi.
Le previsioni delle imprese industriali per i prossimi mesi delineano un quadro di perdurante stagnazione. Nell’edilizia, l’attività ha rallentato, risentendo dell’indebolimento della domanda nel settore residenziale. Nel terziario, il deterioramento congiunturale ha interessato soprattutto il commercio al dettaglio.
Il lieve aumento del numero di occupati registrato nel semestre è riconducibile alla componente femminile e a quella autonoma; il tasso di disoccupazione si è leggermente ridotto.
I prestiti bancari sono aumentati, per effetto dell’espansione della componente a breve termine. Nonostante i segnali di difficoltà dell’economia reale, hanno accelerato i finanziamenti erogati al comparto produttivo.
Si è attenuato invece il ritmo di sviluppo dei finanziamenti alle famiglie consumatrici, nella forma del credito al consumo e dei mutui per l’acquisto di abitazioni, anche per effetto di operazioni di cartolarizzazione. La qualità del credito, ancora elevata, mostra segnali di deterioramento soprattutto per le famiglie consumatrici. È proseguito l’orientamento delle famiglie valdostane a detenere strumenti finanziari caratterizzati da un elevato grado di liquidità e minore rischiosità».
Il crinale fra protesta e democrazia
9 mesi fa
2 commenti:
sarà
ma cambiando leggermente il discorso, non hai anche tu, caro Fabrizio, l'impressione (io ho la certezza) che la politica in VDA sia gravemente infetta e che abbia ormai già contagiato anche tutto l'apparato amministrativo (dirigenti, segretari e tecnici comunali, ecc.)? Cosa ne pensi?
O sono proprio io l'unico ad avere visioni paranoiche, così come fino a poco tempo fa sostenevano caveri ed il suo fido angelo custode?
Se poi sia peste, AIDS o TBC, credo che poco cambi.
Non è che anche l'economia risenta di questo clima morboso (da morbo) e ne soffra anch'essa le conseguenze?
La presenza del Palazzo è indubbiamente pervasiva. Anche se purtroppo riscontro che spesso è lo stesso cittadino ad esigerla. La formula «Mamma Regione» esprime bene una dipendenza da cui il «figlio-cittadino» non riesce a staccarsi. C'è un cordone ombelicale che nessuno, alla fin fine, vuole tagliare. Serve una figura paterna che sappia dare autonomia ai «figli-cittadini». Ma si tratta di assumersi un ruolo ingrato che costa inevitabilmente consensi e la politica ovviamente non è interessata. Temo che soltanto duri schock provenienti dall'esterno potranno rimetterci in carreggiata. Purtroppo però saranno molto dolorosi e perciò - lo scrivo con molta onestà - difficilmente desiderabili. Confesso che si tratta di avere una schiena dritta di cui io posso anche facilmente scrivere, ma non so quanto sarei in grado mettere in pratica. E' davvero difficile trovarsi senza macchia. Per cambiare la politica dobbiamo farci un serio esame di coscienza come cittadini.
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