6 novembre 2008

Sen. Antonio Fosson: dopo il federalismo fiscale serve quello istituzionale (2)

Seconda parte dell'intervista al senatore Antonio Fosson pubblicata dal Corriere della Valle d'Aosta. La prima la potete trovare qui.

Dal punto di vista sociale come giudica l’operato del governo?
Io partecipo alla commissione «Sanità e Affari sociali » del senato. E constato che, se da una parte il verbo più usato è tagliare e risparmiare, dall’altra parte l’aver riunito sotto un unico ministero «Sanità, Lavoro, Welfare e previdenza», come da tempo si fa nella nostra regione, è sicuramente una strategia valida in grado di dare più efficienza al sistema in quanto permette di vedere il problema nella sua globalità. Una decisione, presa dal ministro Sacconi che stimo molto. Del resto è sufficiente pensare che in Valle d’Aosta si spende molto di più per gli anziani che per i giovani. E ditemi voi quanto l’anziano è spesa sanitaria e quanto è sociale. In particolare la legge
che deve essere affrontata al più presto è quella dell’autosufficienza. E’ un tema che mi sta molto a cuore. Un terzo delle famiglie italiane, tra un figlio disabile o un anziano, ha problemi di questo tipo. Di conseguenza utilizzando i fondi previdenziali privati occorre provare a trovare una soluzione all’interno di questa Europa e questa Italia che invecchia sempre di più. Sono convinto che il ministro Sacconi abbia le energie per fare una riforma di tutto il settore. E’
inutile investire in sanità e non in sociale. Anzi Sacconi fa un discorso di prevenzione particolarmente interessante sia per le difficoltà di tipo sociale che per quelle sanitarie. Un vero welfare di benessere.

Cosa pensa della tanto attesa legge sulla montagna?
E’ necessaria. Serve una legge che definisca correttamente che cosa è montagna e ribadisca che le condizioni di chi vive qui sono diverse dalla pianura. Avere un albergo a Rhêmes non è come averlo a Roma. Occorre una legge che garantisca a chi opera in montagna delle prerogative diverse, dei paletti meno complessi.

E’ stato recentemente anche nominato all’interno di una commissione parlamentare di indagine…
Sì. La notizia è di questi giorni. Una commissione che si occupa dell’efficienza del sistema sanitario nazionale, presieduta da Ignazio Marino, e che visiterà tutti gli ospedali italiani. Questa commissione era stata ad esempio nel Santa Chiara di Milano e ne aveva denunciato le mancanze.

Come giudica la coabitazione con Nicco?
C’è perfetta sintonia con l’onorevole Nicco. Le esigenze della Valle sono il nostro primario obiettivo.

Con i numeri della maggioranza al Senato quali sono i suoi reali margini di manovra?
Questo è un aspetto avvilente. Un governo non può portare tutti i procedimenti in aula con decreto legge e porre la fiducia. Si salta completamente il parlamento. Il Senato è totalmente delegittimato.

Del resto gli stessi numeri non autorizzerebbero una simile strategia…
C’è da dire che i meccanismi legislativi sono molto farraginosi per cui comunque bisogna andare verso una riforma dei regolamenti. E’ chiaro che non è più possibile un bicameralismo perfetto. Però da qui arrivare ad una discussione di un solo giorno per la finanziaria… Anche perché nella discussione obiettivamente arrivano delle proposte positive, migliorative anche dalla minoranza. Faccio un esempio. Il decreto Gelmini arriva al Senato blindato perché se cambi qualcosa deve tornare alla Camera. E allora che senso ha? Anche se uno parlasse con la lingua degli angeli non cambierebbe assolutamente nulla. Non solo, ma fai una discussione in un’aula semi-vuota. E’ veramente avvilente per l’esperienza parlamentare procedere così. Poi non sono così urgenti i decreti, ad esempio una riforma della scuola di questo tipo…

Come giudica i rapporti con il Governo regionale?
Io auspico sempre una maggiore sinergia. In un momento di crisi e difficoltà di rappresentatività bisogna avere una voce sola a tutti i livelli. Le nostre richieste devono essere coordinate in modo da avere più peso.

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