27 febbraio 2009

Messaggi in bottiglia - 42: Ballarò? Nulla di nuovo

Molto si discute nei blog e sui giornali della puntata di Ballarò sulle regioni a Statuto speciale e sulle dichiarazioni del ministro Calderoli. Ricordo che questo blog avviò un dibattito sul federalismo fiscale già in tempi non sospetti. E molte delle riflessioni di allora sono tuttora valide. Mi limito ad aggiungere che - anche se posso comprendere che il Presidente della Giunta voglia prendere in considerazioni soltanto i fatti - il panorama politico è chiaramente mutato e, molto probabilmente, anche le condizioni economiche in cui si muove attualmente lo Stato italiano. Tutto questo dovrebbe spingere la politica valdostana a prendere in considerazione nuovi scenari e, quasi sicuramente, ad una nuova declinazione dello Statuto. Commenti, suggerimenti e contributi sono, come sempre, bene accetti.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Parlando del rapporto finanziario Stato-VdA : è propagandistico fumo negli occhi dei politicamente non preparati sostenere che la Valle si fa carico di competenze in più per difendere un rapporto ultraprivilegiato . La serietà impone di " dare i numeri " , cioè indicare introiti , anche solo riparto fiscale + importo sostitutivo dell'iva , e uscite per " incombenze in più " : la differenza aritmetica evidenzia la formula dell'acqua calda , cioè che la regione riceve dallo Stato più di quanto esso non incamera qui per donarlo alla Valle , regione + assistita del pianeta . In barba anche a ogni comicamente richiamato federalismo . Mi piace il concetto di nuova declinazione dello Statuto : rubo a Beppe Pisanu la sua espressione nell'ambito della discussione sul testamento biologico , quando ha detto che l'art.2 della Costituzione impone la supremazia della persona sullo Stato , come avviene nel mondo occidentale e non capita nei paesi integralisti ove il cittadino si deve giocoforza adeguare a imperativi su cui manco può discutere . Lo Statuto VdA impone la sottomissione a schemi culturali oggi coincidenti con quelli dell'UV : sottomissione del cittadino non allo Stato e neppure a una regione , ma all'interpretazione anacronistica e distorta della stessa , necessaria all'ideologia politica di chi non combatte per poter seguire la propria cultura linguistica e altro , ma affinchè questa sia imposta a tutti per fingere , fuori VdA , la Valle diversa da quello che è . L'art.3 della Costituzione pareggia i cittadini e non può riconoscere agli unionisti supremazia alcuna tale da bypassare i valori costituzionali fondamentali ( coi loro voti i rossoneri possono decidere sulle rotonde e sul casinò , non sui valori impliciti negli articoli 2 e 3 della carta costituzionale ) . Penoso è stato lo show rossonero domenica scorsa nella " celebrazione " a palazzo regionale : gli interventi di Rollandin ma soprattutto Cerise ( riportati integralmente da Aostaoggi , evviva a lei ) hanno fatto il giro d'Italia per documentare chi si impegnerà in prima persona per un nuovo Statuto in linea con la Costituzione . Cerise dice di temere che uno Statuto proposto dalla VdA tornerebbe da Roma stravolto : tale Statuto partente dalla Valle nascerebbe focomelico in quanto funzionale all'ideologia rossonera ( che considera la Valle " cosa nostra " ) e in Parlamento sarebbe risanato introducendovi i valori della Costituzione , che vanno rianalizzati in Valle alla luce del 2009 che non è il 1948 . E' ora di finirla col vezzo rossonero di utilizzare i residenti per i propri fini surreali . Mi sono ripetuto ? Le panzane che girano in Valle si ripetono identiche da anni e quindi repetita iuvant finchè i rossoneri non capiranno che la loro libertà termina dove inizia quella altrui .

Anonimo ha detto...

Da valdostano "purosangue" mi sento in dovere di dare, praticamente, integralmente ragione a Borluzzi.
Il fatto curioso è che anche i custodi dell'ortodossia locale (UV e compagnia) lo sanno perfettamente.
Ma non possono dirlo e non "danno i numeri", i quali dimostrerebbero inequivocabilmente che NON hanno ragione (maggiori spese per maggiori competenze).
Si sta giocando un meschino gioco delle parti.
E infatti, proprio dal ventre delle madrasse dell'UV, esce la verità:
il VERO pensiero dell'UV, non dicibile, è questo:
e chi se ne frega se abbiamo più soldi del dovuto? meglio per noi.
E il federalismo globale? E chi se ne frega.
E intanto, nel caso le cose non vadano per il verso giusto, si prepara ad acquisire "l'indipendenza" di fatto, con l'acquisizione della maggioranza della Deval e, successivamente, la costruzione di bacini idroelettrici di media grandezza.
L'acqua (petrolio bianco) rende: Viérin e Rollandin lo sanno.
E nelle madrasse unioniste si sente già dire: tra un po' (enel permettendo, nota mia) saremo "indipendenti" (economicamente), dopodiché si vedrà (è lecito ricordare l'art. 2 dello Statuto UV che parla di via democratica all'indipendenza?)
Per intanto difendiamo i nostri diritti (con i quali intendono, di fatto, i diritti "acquisiti" - riparto, ecc. - in condizioni socioeconomiche e in momenti storici del tutto particolari).

Prova ne è che non hanno più il coraggio di difendere il principale diritto acquisito contenuto nello Statuto: il diritto alla zona franca, allora riconosciutoci, oltreché per motivazioni di tipo politico, in relazione alla nostra estrema povertà in allora.

Si rendono conto, di fatto, che non è più difendibile e allora si ancorano a quello che possono (riparto, ecc.), ben sapendo che anche per essi vale lo stesso discorso (sono solo dei surrogati del diritto acquisito principe, la zona franca).

Sperano nella piccolezza dei numeri (127.000 abitanti), tali da poter essere tollerati da uno stato disposto a chiudere entrambi gli occhi, come ha fatto finora).


Purtroppo questo discorso di carattere puramente tecnico-economico si porta dietro un altro discorso che invece dovrebbe essere trattato in modo totalmente disgiusto: le peculiarità, tali o pretese, linguistiche e, se vogliamo etniche, delle popolazioni locali, ormai in netta minoranza.

Ma questo è il grimaldello per poter imporre il pensiero unico, una specie di micronazionalismo o unionfascismo (passatemi l'espressione) degno di altri tempi.

ImpresaVda on 1 marzo 2009 alle ore 13:04 ha detto...

Le dichiarazioni di oggi del consigliere Zucchi segnano ufficialmente il mutato panorama politico. Eccovi il link
http://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=60442

Anonimo ha detto...

come siano andate le cose, lo capirebbe anche un bambino: evidentemente rollandin si è inc.....o perché Zucchi, nominato Presidente di commissione proprio ed esclusivamente per questo, non è riuscito a far approvare dal Governo l'emendamento che avrebbe consentito all'UV di sbarcare a Bruxelles.
Almeno d'ora in poi ci sarà qualcuno che farà opposizione, o così si spera, per il bene della nostra malata democrazia.

ImpresaVda on 1 marzo 2009 alle ore 15:22 ha detto...

Io allargherei il ragionamento. E' chiaro che nel Pdl dopo la vittoria in Sardegna si è sviluppata la convinzione che l'onda lunga del centro-destra possa arrivare anche in Valle d'Aosta, soprattutto in un momento in cui il centro sinistra è in forte crisi di identità.

Anonimo ha detto...

Egregio Favre , io ho apprezzato l'apertura di questo dibattito , ma critico gli ultimi interventi . Centrodestra e centrosinistra sono termini vuoti in Valle , c'è un becero integralismo rossonero e due formazioni cicisbee che assentono sempre a quanto il leone dice . Il consenso di questa triade sfiora il 75% in regione e i due altri raggruppamenti teoricamente " nazionali " accettano la visione rossonera per la convenienza del " non si sa mai " : il sedicente PdL locale ha organizzato a ottobre una novella marcia su Roma per chiedere che l'UV eleggesse un suo europarlamentare con soli 25 mila voti ( ce ne vorrebbero 800 mila ... ) affinchè le non-verità rossonere avessero un pulpito pure a Strasburgo + ha approvato il principio dell'intesa Stato-VdA sulle modifiche statutarie ( terminologia ermetica che in pratica significa concedere all'UV di far approvare solo ciò che le è funzionale in barba ai valori costituzionali e al buon senso comune ) . Che l'europarlamentare sia saltato per la demenzialità della richiesta nonchè per la metodologia di modifica della legge elettorale europea e che l'intesa non passi per presa di coscienza romana di ciò che tale legge comporterebbe , chiarifica il non-senso della linea del sedicente PdL locale che prima bestemmia i valori liberali con le due azioni predette , poi parla di luna di miele finita salvo poi contraddirsi nuovamente lodando La Torre , leader di un partito cicisbeo dell'UV , sperando concorra a creare un ponte valdostano , con sopra l'UV ( leggere l'Ansa ) verso il governo di centrodestra ... logica , se ci sei batti un colpo ! La Valle è malata , non la si cura con azione che parte dal di dentro di essa , bensì chiarendo a chi opera in Parlamento le attuali anomalie anticostituzionali valdostane al fine di correggere Statuto e trasferimenti in maniera da non tentare + di far sopravvivere con la violenza culturale il trapassato da un lato e , dall'altro , non creare le basi , con trasferimenti che derubano il mezzogiorno , le basi per un acritico consenso locale verso chi ha la visione tribale dei pashtun afghano-pakistani .

 

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