4 maggio 2009

Allevatori valdostani: la qualità è una strada obbligata

Sette milioni di euro per premiare la qualità. E’ questa la somma impegnata dall’amministrazione regionale per garantire il regolare svolgimento del programma regionale concorsi, rassegne e mercati concorso per l’anno 2009 presentato dalla locale associazione allevatori (Arev), guidata da Gabriele Viérin, e che la scorsa settimana con i suoi 1500 soci si è riunita per la sua annuale assemblea ordinaria presso la struttura polivalente della Grand Place di Pollein.

Un'attenta attività di selezione
Dieci gli appuntamenti previsti: otto finanziati al 100% e due al 70%. Tre i concorsi principali che da soli assorbono circa il 90% della somma stanziata: il concorso regionale per morfologia (2.405.000), quello per la resa casearia (2.305.000) e quello per l’indice genetico (1.705.000). Si tratta di manifestazioni che su richiesta dell’Arev sono state inserite nell’ambito degli interventi di assistenza tecnica e di conseguenza ammissibili a contributo. «Attraverso l’organizzazione dei concorsi – spiega il direttore Edy Henrietl’Arev seleziona e premia i soggetti di razza valdostana che meglio armonizzano le caratteristiche per l’adattamento all’ambiente locale». «L’obiettivo – prosegue – è quello di incentivare gli allevatori ad attuare una idonea gestione riproduttiva e a scegliere linee parentali che migliorino il livello qualitativo dell’azienda secondo le finalità presenti nel libro genealogico».
Per Henriet la strada della qualità è obbligata se si vuole realmente rilanciare il settore che in quest’anno ha visto saldarsi le già tradizionali difficoltà della zootecnia di montagna con un congiuntura economica non favorevole e costi aziendali in crescita. Tuttavia i numeri del settore rimangono stabili: decremento minimo quello del numero dei bovini, leggermente più sensibile quello aziendale che comunque è anche segno di qualche accorpamento.

Il Centro sperimentale non fa da volàno al settore
Procede positivamente l’attività del Centro sperimentale di allevamento di vitelli da ingrasso di Verrès, dove con un ottica scientifica si allevano circa 300 vitelloni di razza autoctona. L’obiettivo iniziale consisteva nell’effettuare una serie di indagini quantitative, qualitative ed economiche da mettere a disposizione degli allevatori. «Si tratta di un tassello importante del nostro programma di valorizzazione della carne valdostana. – dichiara con soddisfazione Henriet - A Verrès la società che si occupa del Centro acquista, ingrassa e vende riscontrando una domanda crescente. Un segno chiaro che è stata definitivamente vinta la diffidenza del mercato intorno alla nostra carne». «Il problema – precisa il direttore - è che Verrès doveva fare da volàno e spingere i produttori ad avventurarsi su questa strada potendo giovarsi del cammino fatto. Questo purtroppo fino ad ora sta avvenendo in maniera estremamente timida».

L'importanza del settore caseario
L’impressione è che gli allevatori valdostani fatichino a vedere svincolato il loro futuro dalla produzione casearia, in particolare dalla fontina, che del resto incide ancora per l’80% dei fatturati. Del resto proprio da questo settore recentemente è arrivata una buona notizia, decisamente in controtendenza per quello che è attualmente il mercato dei formaggi dop. Il prezzo della Fontina pagato al conferimento nel 2008 dalla Cooperativa Produttori Latte e fontina infatti è cresciuto mediamente del 12% rispetto al 2007, passando da 6,17 euro al chilo ai 6,92 euro al chilo per quella di latteria. Stesso aumento anche per quella di alpeggio che da 6,38 è passata a 7,13 al chilo. L'incremento maggiore, 1,19 euro al chilo, è stato registrato per il Formaggio Valdostano pagato a 5 euro al chilo e per il burro, aumentato di un euro, passando dai due euro al chilo del 2007 ai tre euro del 2008. «E’ un dato che non può essere sottovaluto – conclude Henriet – anche perché, tanto per fare un esempio, il prezzo del Parmigiano Reggiano nell’ultimo triennio è calato del 30%».

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