2 maggio 2009

Energia: un'operazione da 225 milioni di euro per Sea e Fratelli Ronc in Romania

Un impianto a biomassa e quattro campi eolici di 1000 ettari per un investimento complessivo di 225 milioni. Sono questi i numeri imponenti dell’operazione che da più di un anno in Romania impegna menti e energie delle aziende Sea di Pollein e Fratelli Ronc di Introd. Imprese che ormai sono diventate portabandiera sui mercati esteri del savoir faire valdostano nel settore dell’energia alternativa.

Un cambio di marcia
Obiettivi estremamente impegnativi che richiedono alle due aziende un significativo cambio di marcia. «E’ chiaro che l’operazione per essere portata a termine – spiega Pietro Giorgio, ad di Sea -, data la sua consistenza finanziaria, ci impone una serie di alleanze strategiche con altre Pmi italiane e straniere che contiamo di definire a breve». «Un’adeguata patrimonializzazione della società – prosegue l’ad - ci permetterà di poter ottenere dagli istituti di credito i finanziamenti necessari al suo completamento. Inoltre sono convinto che, soprattutto in tempi di crisi, si debba fare squadra».

L'asset rumeno
In Romania sono state costituite cinque società di scopo controllate all’80% dalla Ma & D (45% Sea, 45% Fratelli Ronc e 10% altri partner rumeni) e per il restante 20 per cento in mano a Amministrazioni comunali e imprese locali. A Miercurea-Ciuc, cittadina di circa 40mila abitanti, situata nella regione di Harghita sorgerà una centrale cogenerativa a biomassa già concessionata in grado di produrre 7 megawatt elettrici. «L’impianto – osserva Pietro Giorgio – servirà una parte della città attraverso una rete di teleriscaldamento in grado di produrre 15 milioni di Kwh termici. La spesa prevista è di 25 milioni. Qui si tratta soltanto di iniziare i lavori». I campi eolici sorgeranno nelle regioni di Dobrojea e Buzao che danno sul Mar Nero. «Anche qui siamo in una fase molto avanzata - aggiunge Pietro Giorgio -. Stiamo già chiedendo le concessioni avendo misurato i campi. E’ infatti da più di un anno che monitoriamo l’area e secondo i nostri calcoli questi mille ettari potranno produrre circa 150 megawatt elettrici».

La strategia delle alleanze
L’investimento agli occhi degli imprenditori valdostani è estremamente redditizio. «Un campo concessionato – spiega Pietro Giorgio – vale cento volte l’investimento iniziale per questo ci stiamo impegnando per poter giocare la partita fino alla fine. E’ vero che si potrebbe anche vendere le proprie operazioni ottenendo comunque dei risultati economici importanti, ma significherebbe restare fuori da un business in cui crediamo molto». Da qui la già citata strategia di alleanze per combattere la scarsità di liquidità che sta caratterizzando questo 2009. Pietro Giorgio del resto scommette da tempo sulla Romania. «In questo momento tutte le economie sono in difficoltà, ma quando il sistema finalmente ripartirà – conclude l’imprenditore - essere presenti su un mercato come questo sarà importantissimo in quanto i suoi margini di crescita si dimostreranno sicuramente superiori a quelli italiani. Non dimentichiamoci che qui sul fronte delle infrastrutture c’è da fare davvero tantissimo».

L'impegno della Regione
Un piccolo aiuto arriva anche dalla Regione che recentemente ha predisposto un progetto di dichiarazione di intenti tra la Regione autonoma Valle d’Aosta e la Conte dell’Harghita, realtà che condividono affinità di ordine geografico ed economico derivanti dalla comune dimensione montana dei due territori. La dichiarazione – oggetto il 22 e il 23 aprile di un incontro del Presidente della Giunta Augusto Rollandin con il collega della contea rumena Borboly Csaba – prevede fra l’altro l’impegno delle parti a «operare congiuntamente per assistere e sostenere, in maniera diversificata, gli imprenditori, i soggetti portatori di interessi particolari ed i rappresentanti dei vari settori che partecipano alle attività di cooperazione». Le aziende valdostane insomma non devono sentirsi sole.

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