Segnalo una notizia che riguarda il mondo della cooperazione sociale e cerca di guardare oltre la querelle di questi giorni che alla lunga rischia di non essere positiva per nessuno. Ne approfitto anche per segnalarvi sul Corriere della Valle che trovate questa settimana in edicola un articolo di Roberto De Vecchi che si chiede se l'appalto sia davvero lo strumento migliore per l'assegnazione dei servizi alla persona. Credo che meriti una lettura attenta. Ma ora la notizia
Uno sguardo al futuro
I 76 lavoratori impegnati nei servizi sociali agli anziani - dipendenti o soci delle cooperative aderenti al Consorzio Trait d'Union - che hanno deciso di rimanere nelle imprese sociali di appartenenza e di non sottoscrivere un nuovo contratto con la Pro.Ges, si sono ritrovati giovedì 2 luglio, insieme alla dirigenza del Consorzio, per decidere del loro futuro lavorativo. A loro si sono aggiunte anche 2 lavoratrici che, dopo solo un giorno di servizio alle dipendenze della Pro.Ges di Parma, hanno deciso di interrompere il rapporto di lavoro e di ritornare alla cooperativa di appartenenza.
Tre le linee di azione su cui i lavoratori riuniti in assemblea hanno deciso di puntare. Innanzitutto la formazione. Saranno avviati da subito dall’Enaip Vallée D’Aoste, socia del Consorzio Trait d’Union 2 corsi, della durata rispettivamente di 200 e 230 ore, che consentiranno a 40 dipendenti di conseguire la qualifica di OSS (Operatore socio-sanitario). Nel contempo sarà anticipato l’avvio di un corso per animatori polivalenti, della durata di 600 ore, rivolto a 16 persone. Entrambe le iniziative formative sono già programmate ed hanno ottenuto il co-finanziamento del Fondo Sociale Europeo.
Sul fronte della ricerca di nuove opportunità di impiego, il Trait d’Union ha già avviato dei contatti con strutture pubbliche e private al fine di valutare il loro attuale fabbisogno. Contemporaneamente il mondo delle cooperative valdostane aderenti al Trait d’Union assorbirà 20 lavoratori.
«Un numero così elevato di persone che scelgono di rimanere con le cooperative valdostane – spiegano dal Consorzio Trait d’Union - conferma quanto si è cercato di dire in questi giorni ovvero l’assoluta libertà delle persone di poter scegliere e di non essere considerate dei pacchi che si possono spostare da un luogo all’altro senza problemi. Dimostra, inoltre, ancora una volta la solidità dei legami societari che si sono costruiti in questi anni di lavoro e di cooperazione in Valle d'Aosta».
«La nostra sfida - continuano – sarà ora quella di trovare soluzioni idonee con le aspettative di questi 76 lavoratori. Confidiamo sulle capacità nostre e del tessuto sociale locale: questo zoccolo di risorse umane ci permette di ripartire, consapevoli delle difficoltà, e allo stesso tempo convinti del fatto che le persone sono e rimangono il punto imprescindibile di partenza».
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