Dopo Grivel e Les Crêtes è la volta di una tesina sulla «Maison Bertolin» della studentessa universitaria Cristina Bracco, che ha seguito il seminario di economia del professor Carmine Garzia. Ho diviso il testo in tre puntate.
Era il 1980 quando Rinaldo Bertolin un giorno fra tanti riceve la telefonata di Alberto Celesia, amministratore delegato dello storico ipermercato valdostano, curioso di saperne di più sui nuovi prodotti Bertolin ed in
particolare sul prodotto principe: il lardo. Rinaldo non fa un viaggio a vuoto e con sé porta 10 vasi di vetro di lardo, primo tipo di imballaggio utilizzato per il lardo. Trascorrono solo pochi giorni e Rinaldo è nuovamente atteso presso la sede dell’ipermercato in via Paravera. Il lardo sembra essere stato convincente e Celesia vuole riprovare ma stavolta chiede 100 vasi. Il viaggio di ritorno verso Arnad per Rinaldo è una ricerca frenetica in tutte le ferramenta al vaso di vetro da riempire con il lardo. «Papà a casa non aveva così tanti vasi….» afferma Guido Bertolin raccontando a noi studenti gli esordi del padre.
MAISON BERTOLIN: STORIA ED EVOLUZIONE.
E’ il 1957 quando Nonno Guido Bertolin avvia ad Arnad la prima macelleria del paese dove a fianco sorge un piccolo allevamento e macello. Negli anni ’70, però, la normativa sempre più rigorosa in materia agroalimentare spinge la famiglia Bertolin a sospendere l’attività di allevamento e decide di appoggiarsi ad alcuni allevatori del vicino Piemonte. La macelleria Bertolin prosegue così l’attività esclusivamente incentrata sulla vendita e accantona quella della trasformazione.
La prematura scomparsa di Guido costringe il figlio Rinaldo, solo quattordicenne e sua madre a prendere le redini dell’attività. Il lardo, che fino a quel momento era consumato quasi esclusivamente dalle famiglie della Basse Valle, usato principalmente come condimento, inizia ad essere richiesto anche da alcuni ristoranti della zona. E’ necessario così organizzare nel retro della macelleria un piccolo laboratorio per la produzione
del lardo, tanto da poter coprire le richieste dei vari ristoratori della zona.
Ma naturalmente gli anni che seguono, quelli ’80, sono portatori di nuove e più diversificate abitudini alimentari anche fra la popolazione rurale, tanto che il consumo del lardo cala drasticamente e con esso anche tutta una serie di tradizioni, legame imprescindibile che caratterizzava la produzione di lardo
nella comunità di Arnad. Questo momento di crisi è propizio ed è di alcune famiglie del paese l’idea di dar vita ad una vera e propria kermesse in grado di rinsaldare il senso di aggregazione fra la popolazione e rilanciare la produzione ed il consumo del lardo, da sempre utilizzato da generazioni e generazioni. Da allora la «Fëta dou Lard» insieme alla celebre Fiera di Sant’Orso è l’evento che richiama in Valle d’Aosta il maggior numero di turisti.
E’ solo l’inizio. La vecchia stalla ed il fienile vengono trasformati in laboratorio e due ragazzi di Arnad figurano fra i primi dipendenti del giovane Guido. Nel 1985 viene ingaggiato anche un rappresentante che si propone sul territorio valdostano fra i numerosi ristoranti e rivendite di alimentari per promuovere e
commercializzare direttamente il lardo e gli altri insaccati. Dagli anni ’90 la Maison Bertolin non ha conosciuto battute d’arresto, lo dimostrano i 30 dipendenti, i 150 quintali di produzione settimanale (5 solo di
lardo DOP) e i 4,9 milioni di fatturato del 2006.
E’ il 1996 quando viene richiesta la prestigiosa certificazione DOP ed ottenuta due anni dopo. Il nuovo stabilimento , vero e proprio tempio della gastronomia valdostana, costruito interamente in pietra, è stato inaugurato nel 2001. Lo stabilimento è stato concepito per accogliere i turisti (si conta almeno un pulman di visitatori al giorno) e gli appassionati di gastronomia locale.
La festa del cinquantenario dell’azienda, nel 2007, è tutta in onore di Rinaldo scomparso prematuramente un anno prima, lasciando il timone della Maison alla moglie Marilena e al giovane figlio Guido.
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9 mesi fa
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