Dal 4 settembre, come ben sanno i visitatori assidui del mio blog, su Radio Proposta in Blu conduco in diretta il venerdì alle 10, ogni quindici giorni, il programma «Tam Tam imprenditori». La prima puntata è stata il 4 settembre ed ho intervistato Oliviero Gobbi, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Valle d’Aosta. Sul Corriere della Valle (mi raccomando abbonati!!!!) della scorsa settimana ho riportato il testo della chiacchierata. Ho pensato di farti cosa gradita perciò ospitandolo anche sul blog.
Il curriculum
Gobbi, una laurea in fisica teorica presso l’Università di Milano e successivamente un Master alla Bocconi, dopo gli studi ha lavorato come consulente strategico di direzione presso la Bain & Company Italy e la Value Partners SpA a Milano. Qui ha operato in diversi settori, dall’industria alla finanza, dall’energia alle
telecomunicazioni. Nel 2007 è tornato in Valle d’Aosta a lavorare nella storica azienda di famiglia, la
Grivel Mont Blanc di Courmayeur, azienda leader nell’attrezzatura da montagna, ed attualmente è Amministratore Unico della ABC Company srl di Verrayes (ex Rossignol Ski Poles Vallée d’Aoste), acquisita dalla famiglia nel gennaio 2008 e primario produttore di bastoni da sci e da montagna.
L'intervista
Il suo curriculum vitae è particolare per la Valle: si è fatto le ossa fuori e poi è tornato. Qui o non ci si muove per niente oppure non si torna più, fatta eccezione per qualche partita a golf...
È vero. Credo però che sia molto importante uscire dalla Valle sia per cercare di comprendere come gira il mondo sia per apprezzare di più quello che si può trovare e costruire qui da noi.
Fare impresa giovane in Valle d'Aosta: limiti e atout... È un binomio possibile?
Il binomio è possibile. Gli atout nascono dalle peculiarità stesse della Valle. Innanzitutto da un territorio fortemente caratterizzato come quello montano. E la coerenza con questo territorio può essere un importante punto di forza.
Come nel vostro caso…
Esattamente. Il secondo aspetto importante è che viviamo in una rete corta, in una realtà in cui in un modo o nell’altro ci si conosce tutti, dove è facile avere contatti, essere vicini a tutti. Chiaramente questi aspetti, se usati nel modo giusto, possono costituire un importante punto di forza, se non compresi o non sfruttati a pieno possono anche diventare delle debolezze.
Un aspetto su cui si deve lavorare ancora molto. Anche se, come dice lei, è certamente un elemento che contraddistingue le aziende che stanno facendo bene in questo momento in Valle d’Aosta.
È sicuramente così. Si deve puntare su questo per il futuro e per la ripresa. Non dimentichiamoci poi che la Valle d’Aosta è nel cuore dell’Europa, in una posizione strategica che può essere sfruttata al meglio.
Cosa pensa della legge sull'imprenditoria giovanile?
È un bene che ci sia una legge dedicata ai giovani. Vediamo di buon occhio tutto ciò che può stimolare i giovani ad intraprendere e a porre dei progetti imprenditoriali. Chiaramente si tratta di una legge giovane, diamole perciò anche il tempo di crescere e di portare i suoi frutti. È una legge positiva in un momento in cui l’accesso al credito si fa più difficile e in cui i giovani fanno sempre più fatica a trovare un loro spazio. Ma questo non è soltanto un problema valdostano.
Lei ha toccato un nodo cruciale. Quello dell’accesso al credito…
È oggi un problema per molte imprese. Sui tavoli di Confindustria io lo avverto come uno dei problemi principali e su cui dobbiamo concentrare i nostri sforzi.
Come giudica l'approccio del governo regionale alla crisi?
Positivamente per tutto quello che ha riguardato il respiro finanziario. Ad esempio il rinvio delle rate dei mutui. È però importante capire che la crisi ci ha proiettati in un mondo che va sempre più veloce e che la politica si adatti a questi nuovi ritmi, cerchi di capire quello che succede e impari ad intervenire tempestivamente. Vediamo di buon occhio il fatto che si sia arrivati a queste decisioni attraverso un meccanismo di larghe intese.
C’è molta preoccupazione per l’autunno. In Valle, si sa, le onde lunghe arrivano un po’ più tardi, sia nel bene che nel male…
È un po’ di mesi che ci si chiede ma allora la ripresa quando arriva? Fra due mesi? Fra sei mesi? Per noi il 2009 è un anno di transizione in cui concentrarsi sulla sopravvivenza e guardare avanti. Crediamo che aspetti più positivi possano arrivare nel 2010
Qual è la vostra strategia per affrontare la crisi come azienda?
Noi puntiamo su tre aspetti: ricerca e sviluppo perché l’innovazione è sempre vincente nei momenti di crisi, in secondo luogo la qualità che è un’arma vincente contro la concorrenza dei paesi low cost, dalla Cina in giù, e, in terzo luogo, puntiamo sull’efficienza produttiva perché non è più tempo di sprechi.
Come Confindustria cosa avete in serbo per i giovani imprenditori valdostani?
Come Gruppo giovani intendiamo avvicinarci ai giovani. Da sempre uno dei compiti principali del nostro Gruppo è quello di rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro e noi intendiamo intensificarlo ulteriormente. Ad esempio con l’Università della Valle d’Aosta, con il Politecnico di Torino. L’obiettivo è di spiegare ai giovani che in Valle d’Aosta esistono le imprese. È possibile fare impresa…
Il rapporto con il mondo della scuola è un tassello molto delicato… Penso non soltanto alla ricerca ma proprio al far conoscere l’esistenza delle imprese valdostane agli studenti delle scuole superiori…
Diciamo che favorire il dialogo è possibile se ognuno cerca di fare in maniera chiara e trasparente la sua parte. La scuola deve sforzarsi di capire come cambia il mondo e preparare i giovani e le imprese devono cercare di farsi conoscere e diffondere la cultura d’impresa. Noi intendiamo spiegare ai giovani che il percorso dell’imprenditore è una concreta possibilità in Valle d’Aosta.
Un consiglio che si sentirebbe di dare ad un giovane che vuole fare impresa...
Il consiglio che mi sento di dare è quello di crederci perché la passione deve venire prima di tutto. Se non sono i giovani a credere nel futuro, chi lo deve fare? Dobbiamo avere fiducia e avere il coraggio di rischiare anche in un momento difficile come l’attuale. Anzi, soprattutto in un momento difficile come questo.
Sintetizzando mi sembrano tre i punti forti: apertura verso l’esterno, importanza della formazione e coraggio e fiducia nel futuro. E così che si costruisce l’imprenditore del futuro?
Assolutamente sì. Apertura all’esterno perché in un mondo globalizzato nessun uomo è un’isola, formazione perché la realtà è sempre più complessa e occorre possedere gli strumenti per affrontarla e, infine, coraggio e fiducia perché senza questi due ingredienti non si può fare proprio niente.
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