A dicembre saranno due anni che l’area dell’insediamento ex Tecdis è tornata alla Regione Autonoma Valle d’Aosta attraverso la sua società controllata «Vallée d’Aoste Structure». Ben 16.660 mq, di cui più di 10.000 adibiti a produzione e magazzini, 1.700 ad uffici, e il restante per servizi, aree comuni e locali tecnici, che in passato hanno dato lavoro a circa 300 dipendenti. Ma si tratta per il momento di un possesso aleatorio in quanto i tempi lunghi della curatela fallimentare rallentano lo svuotamento dell’insediamento e ne condizionano la disponibilità, impedendone una riconversione per l’avvio di nuove attività imprenditoriali in Châtillon. «Un peccato – commenta Enrico Tibaldi, consigliere del Pdl che sull’argomento ha scritto una lettera alla Giunta regionale – perché nonostante la crisi c’è tuttavia un fermento locale, costituito da piccoli imprenditori che guardano con attenzione agli immobili di Viale della Stazione per espandere o reinsediare la propria attività, vista anche la scarsa disponibilità di altre superfici edificabili nel comprensorio».
Esiste poi un altro scoglio da superare costituito dalla scelta strategica di Valle d’Aoste Structure, condivisa dal punto di vista politico dall’Assessore alle Attività Produttive Ennio Pastoret, in base alla quale «l’insediamento di un unico imprenditore è sicuramente auspicabile considerato l’alto potenziale dell’immobile, per il quale l’ipotesi di suddivisione fra più aziende introdurrebbe la necessità di sostenere consistenti investimenti che non sono necessari nel primo caso».
Per l’area le stime possibili variano su una forbice che va da 6 a 7 milioni.
I pretendenti
In effetti le dichiarazioni di interesse per l’area non mancano, ma a fronte di un affitto (se proprio non è possibile una vendita) a lotti e non in blocco. Francesco Mauris dell’azienda Doucevallée, impresa specializzata nella lavorazione dei piccoli frutti, è uno di questi imprenditori. «Le nostre coltivazioni – racconta Mauris – si trovano sulla collina di Châtillon. Stiamo perciò cercando da tempo un’area di circa 500 metri per potere espandere la lavorazione dei nostri prodotti. L’-ex-Tecdis sarebbe perfetta. Se alla fine non troveremo dovremo lasciare Châtillon». Rino Comito, responsabile del punto vendita Conad, fino a qualche mese fa era a caccia di circa 1500 metri quadri. «I 980 metri quadri della sede precedente non ci bastavano più – osserva -. Per questo ho visitato l’area. Rispondeva bene alle nostre esigenze. Purtroppo i tempi hanno cominciato ad allungarsi ed oltretutto da parte della Regione era stata manifestata chiaramente la preferenza per un unico acquirente di conseguenza mi sto orientando altrove». Fra i primi fautori entusiasti di una cordata di imprenditori castiglionesi nell’area ex-Tecdis Giorgio Baldelli, titolare dell’azienda omonima che commercializza registratori di cassa e macchine per la casa professionali. «Le soluzioni – osserva – sono due: o realizzare un enorme centro commerciale con 40-50 esercizi oppure definire 10-15 attività interessate ad insediarsi nell’area. Con il passare del tempo è inevitabile che gli imprenditori si guardino intorno perché devono dare risposte celeri ai loro business. Io stesso ho già provveduto ad acquistare l’area di 1000 metri di cui avevo bisogno. Ancora oggi c’è comunque chi guarda all’ex-Tecdis con interesse».
Il futuro
«Nel corso di un recente incontro, - precisa l’Assessore Pastoret - Vallée d’Aoste Structure ha nuovamente rappresentato alla curatela fallimentare i danni economici conseguenti il mancato utilizzo dell’immobile. La curatela per uscire dall’empasse ha espresso la propria disponibilità a depositare presso il Tribunale fallimentare un’istanza che l’autorizzi a trasferire, a un costo simbolico, i beni mobili a Vallée d’Aoste Structure a fronte dell’accollo di oneri e responsabilità della custodia, della rottamazione o della cessione a terzi». In sintesi gli impianti risultano ormai così obsoleti che perfino sgomberarli è diventato un costo insostenibile. Insomma per il 2010 sembra aprirsi qualche spiraglio. «Sono al vaglio – conclude l’assessore - le soluzioni percorribili per poter entrare definitivamente in possesso dell’area, tenuto conto che l’iter individuato per il trasferimento a Structure dei beni costituenti la massa fallimentare, dovrà essere necessariamente autorizzato dal Tribunale». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 29 ottobre 2009)
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