Secondo post sullo Smal Business Act. Il primo è stato pubblicato ieri e puoi leggerlo qui.
Gli Strumenti legislativi
«La Commissione europea, - ha precisato Colombo dopo essersi consultata con le imprese e i loro rappresentanti, ha inoltre deciso di proporre nuovi strumenti legislativi in quattro ambiti che interessano particolarmente le PMI».
1. in primo luogo un nuovo regolamento generale di esenzione per categoria relativo agli aiuti di Stato semplificherà le procedure e ridurrà i costi. Esso accrescerà l’intensità degli aiuti per le PMI e renderà loro più agevole beneficiare di aiuti per la formazione, la ricerca e lo sviluppo, la protezione ambientale e altri tipi di sussidi;
2. in secondo luogo, un nuovo statuto di società privata europea consentirà di creare “società private europee” (SPE) che opereranno sulla base degli stessi principi uniformi in tutti gli Stati membri. Questo strumento è stato concepito per risolvere il problema degli obblighi onerosi cui sono sottoposte le PMI operanti in più Paesi, le quali si trovano a dover costituire filiali dalla forma societaria diversa in ciascuno degli Stati membri in cui intendono esercitare la loro attività. In termini pratici la SPE consentirebbe alle PMI di costituire la loro società nella stessa forma, indipendentemente dal fatto che operino nel proprio Stato membro o in un altro. Optando per la SPE gli imprenditori risparmieranno tempo e denaro per aspetti
quali le consulenze legali, la gestione e l’amministrazione;
3. a ciò si aggiunge una nuova proposta in materia di IVA che offrirà agli Stati membri l’opzione di applicare aliquote IVA ridotte per i servizi forniti localmente, compresi i servizi ad alta intensità di manodopera, che sono per lo più erogati da piccole e medie imprese;
4. infine per il 2009 è prevista una modifica della direttiva sui ritardi di pagamento per assicurare che le PMI siano pagate entro il previsto termine di 30 giorni.
Una serie di nuove proposte legislative ispirate al principio “Pensare anzitutto in piccolo”
− il regolamento sull’esenzione generale per categoria riguardo agli aiuti di Stato (General Block Exemption Regulation on State Aids - GBER). Tale regolamento, che sarà tra breve adottato, esenterà dalla notifica preventiva alcune categorie di aiuti di Stato, già affrontate da regolamenti vigenti, nel campo degli aiuti
alle PMI, alla formazione professionale, all’occupazione e alla R&S nonché degli aiuti regionali e, forse, anche di nuove categorie di aiuti. Il nuovo regolamento semplificherà e armonizzerà le attuali norme sulle PMI e aumenterà l’intensità degli aiuti agli investimenti destinati a queste imprese.
− il regolamento che definisce lo statuto della Società privata europea (SPE). Tale regolamento definisce lo statuto di una SPE che, una volta fondata, può operare in base a principi uniformi in tutti gli Stati membri. La Commissione presenterà anche eventuali proposte di modifica per far sì che questa nuova forma di società possa beneficiare delle vigenti direttive relative all’imposta sulle società.
- la direttiva sulle aliquote di IVA ridotte. Tale direttiva, che verrà proposta tra breve, offrirà agli Stati membri la possibilità di applicare aliquote di IVA ridotte, soprattutto per servizi locali, forniti principalmente da PMI.
Saranno inoltre preparate le seguenti proposte, in quanto articolazioni dello SBA:
− una proposta legislativa volta ad aggiornare, semplificare e armonizzare ulteriormente le norme vigenti sulla fatturazione IVA, e alleviare gli oneri sulle imprese.
− una modifica alla direttiva 2000/35/CE sui ritardi di pagamento per far sì che le PMI siano pagate puntualmente in tutte le transazioni commerciali.
L’impatto dello Small Business Act sulle PMI italiane
Un quadro quasi da favola ma che non può ancora assicurare un lieto fine. «Non è facile valutare - aggiunge Colombo - quale sarà l’impatto dell’applicazione dello Small Business Act nelle norme che regolano l’economia in Italia. Innanzitutto bisogna fare chiarezza su cosa sia l’atto della Comunità Europea riguardante questo tema. Sì perché leggendo i documenti in italiano della Commissione Europea, ho notato un po’ di confusione nella traduzione dello “Small Business Act”: a volte traducono con atto, iniziativa, legge ... Da una verifica effettuata grazie all’assistenza di UEAPME Unione Europea delle Associazione delle Piccole Medie Industrie e dell’Artigianato) si è evinto che Lo SBA è un contenitore che si compone di un processo tecnico (che parte con la Comunicazione della Commissione al Consiglio e al parlamento Europeo del 25.6.08) e di un processo politico (Consiglio Europeo del dicembre 2008 a seguito della profonda crisi economica adotta un Piano di Azione, che gli stati membri si impegnano a implementare e mettere in atto delle priorità sullo SBA)».
La pagina del sito di UEAPME spiega bene gli step».
Ma quindi cosa dobbiamo aspettarci dallo SBA in Italia?
Colombo è fiducioso. «Credo che questo sia un cambiamento epocale nei rapporti fra economia e mondo delle Piccole e Medie Imprese. Direi quasi “Sovversivo”... Infatti se in Italia dovessero dare applicazione alla metà delle enunciazioni fatte nello SBA credo che il Mondo delle Piccole e Medie Imprese avrebbe dei vantaggi competitivi enormi. Ed allora serve l’impegno del mondo delle associazioni di categoria a fare un’azione di lobby trasparente affinché il Parlamento, Il Governo e le Istituzioni Nazionali e Regionali applichino in tempi rapidi quanto tracciato nello SBA. Non vorremmo che prevalessero quelle perverse logiche che hanno già fermato la legge alla Camera per la semplificazione nell’accesso delle PMI agli appalti. Lì la grande Impresa ha saputo tutelarsi bloccando l’iter parlamentare già passato a larga maggioranza, anche trasversale, al Senato. Ecco, il Nostro compito è quello di comunicare, diffondere e convincere che questa volta l’Europa è andata nella giusta direzione».
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