«L’agricoltura biologica in Valle d’Aosta è una nicchia, ma è una nicchia dove la domanda è crescente, in forte controtendenza in un comparto come quello agricolo che anno dopo anno vede invece diminuire il numero di aziende». Erik Verraz, segretario di Agrimercato Aosta, l’associazione nata in seno a Coldiretti che attualmente raggruppa una trentina di produttori biologici e biodinamici, traccia un bilancio positivo del bio in Valle d’Aosta pur nella consapevolezza che si tratta di numeri piccoli. In base a dati forniti dall’Assessorato all’Agricoltura, nel 2009 le imprese notificate erano 83 contro le 87 del 2003.
«In realtà – spiega Stefano Bertello del Dipartimento Agricoltura – il numero del quadriennio è sostanzialmente costante. Infatti pur a fronte di quattro aziende che hanno rinunciato agli impegni previsti dal regolamento 834/07 ce ne sono altre cinque che hanno notificato l’attività verso la fine del 2009 ma sono ancora in procedura di certificazione». Di queste 76 sono produttori (49 operanti nella zootecnia, 22 nell’ortofrutticolo, 2 nell’apicoltura e 3 nelle piante officinali), 5 preparatori e 2 commercianti. Crescono di quasi il 5% le superfici aziendali che passano da 2000 ettari a 2100: 1819 già in regime di agricoltura biologica e 273 in conversione.
Un milione di euro la stima del fatturato del settore, di cui circa il 50% realizzato nel zootecnico. Tanto per dare un’idea dell’espansione del comparto è sufficiente pensare che nel 1995 le imprese erano soltanto due e gli ettari meno di 200. L’interesse per il settore da parte dei consumatori valdostani si deduce anche dal successo di manifestazioni quali le «Piazze del Bio», svoltasi nell’aprile di quest’anno, con ben 15 produttori presenti sulla centralissima Piazza Chanoux.
Anche il Comune di Saint-Vincent ha chiesto a Coldiretti di collaborare alla prima edizione del «Tour des saveurs valdôtains», il 31 luglio e il 1° agosto di quest’anno, e il bio sarà protagonista anche il 26 settembre, sempre ad Aosta, per la Désarpa, manifestazione organizzata dall’assessorato all’Agricoltura per celebrare la discesa degli allevatori con le loro mandrie dagli alpeggi in alta montagna.
Nel settore lattiero-caseario cresce ancora l’impegno della Fromagerie Haut Val d’Ayas di Brusson che da sei anni produce la prima fontina biologica: 13mila forme che si possono trovare in molte catene nazionali bio di recente costituzioni (una, la Biobottega di Torino, ha aperto anche alle porte di Aosta), e incontrano il favore dei mercati nord-europei, in particolare di quello tedesco. «Da pochi mesi – commenta Danilo Grivon, dal 2006 alla guida del caseificio, una laurea in Scienze delle tecnologie alimentari e un passato nel settore sviluppo e marketing di Barilla, Colussi e Saclà – abbiamo inaugurato una filiera biologica per la Mocetta e confidiamo nel corso del 2010 di poter certificare anche la produzione di burro». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 30 giugno 2010)
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