«In un mercato che evidenzia una forte contrazione crescere in termini di risultato, seppure con moderazione, è certamente motivo di soddisfazione». Luca Frigerio, Amministratore Unico del Casinò de la Vallée S.pA., chiarisce il suo ragionamento mostrando una tabella che mette a confronto il mercato dei casino italiani.
Nel triennio 2009-2011 i dati del primo semestre sul fronte dei proventi lordi di gioco mostrano un evidente calo della fetta di torta complessiva (da 230,8 a 210,2 milioni). Quasi 12 milioni in meno per Venezia, 6,5 per Sanremo. Mentre Campione d’Italia cresce di 2,2 rispetto al 2010, ma accusa un ritardo di 4,2 se paragonato al 2009. E così anche il non certo esaltante +1% del 2011 rispetto al 2010 può essere annoverato fra i risultati positivi. Nel dettaglio sono i giochi lavorati (leggasi roulette e affini) in affanno (23,67 milioni nel 2011 contro i 26,62 dell’anno precedente, cioè un calo dell’11,06%) superati sul fronte incassi di qualche migliaio di euro da quelli elettronici: 23,76 contro i 20,35 del 2010 (+16,78%). Le presenze invece, sempre nei primi sei mesi del 2011, crescono più sensibilmente: + 8,8% (+24.798 ingressi), per un totale di 306.594 ingressi.
E’ chiaro che Frigerio sa che il tempo stringe e che la congiuntura economica non è ancora superata. Inoltre la concorrenza nel settore è crescente. Il settore dell’azzardo in Italia dal 18 luglio si è arricchito di un’ulteriore offerta on-line. Per la prima volta è possibile giocare il poker nella cosiddetta modalità “cash game”, cioè con soldi veri, quindi non più limitata ai soli Tornei di Texas Hold’Em. Tutto questo inevitabilmente comporta un impegno ancora più intenso verso i clienti vip. Un filone su cui si è registrato un certo malumore nel mondo sindacale che ha accusato i vertici della Casa da gioco di portare avanti «una politica aziendale mirata quasi esclusivamente ad una clientela di medio-bassa capacità di spesa e non più su quella medio-alta, come avveniva un tempo». Accuse che Frigerio rispedisce al mittente. «Non è la posizione di tutti i sindacati. La critica proviene da una minoranza di lavoratori, circa il 10% della forza lavoro. Alle sollecitazioni della crisi abbiamo risposto con i fatti, con un altissimo livello di investimenti, che cresce ogni anno, per servizi di ospitalità e non solo, tanto è vero che la nostra clientela cosiddetta VIP presenta un tasso di fedeltà in crescita. Ed è poi opportuno ricordare che le programmate ristrutturazioni delle Sale da gioco del Casinò e del Grand Hotel Billia puntano, in primis, a rendere maggiormente competitiva la nostra offerta complessiva rispetto ai target di clientela di maggiore prestigio. Per esempio, nel corso di questo mese, riaprirà dopo un’importante opera di restyling il ristoranteLa Brasserie , storico locale destinato alla clientela di prestigio. Tutto si può dire meno che le nostre strategie non siano focalizzate nell’offrire alla clientela di eccellenza i migliori servizi di accoglienza e divertimento».
Un impegno che potrebbe avere positive ricadute soprattutto sulla clientela straniera. «Sui mercati stranieri i target di clientela di potenziale interesse per un Casinò sono numericamente piccoli, ma caratterizzati da aspettative di servizio di altissimo livello; si tratta di persone che amano vivere l’esperienza di gioco in presenza di standard di accoglienza di assoluta eccellenza; l’eccellenza che saremo certamente in grado di offrire loro già ultimato il primo lotto di lavori».
Nel frattempo la tematica Casa da gioco continua a tenere banco in Consiglio regionale. Nell’ultima seduta il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha presentato all'Assemblea regionale la relazione sull'andamento della gestione della Casinò de la Vallée, la società per azioni a totale capitale pubblico costituita con legge regionale del 2001, per l'amministrazione della casa da gioco di Saint-Vincent e del complesso del Grand Hôtel Billia. Critiche le opposizioni. In particolare Albert Chatrian (Alpe) che ha ricordato come «Soltanto 9,8 milioni sono affluiti nelle casse della Regione nel 2010 quale quota parte degli introiti a seguito del nuovo rapporto tra Casa da gioco e Regione, che adesso trattiene per la propria gestione il 90% dei proventi lordi» e che ci fa perdere «il confronto con gli altri Casinò italiani per quanto attiene al denaro versato alla comunità». In seguito ad una interpellanza del consigliere Raimondo Donzel (Pd), si è anche dibattuto sugli emolumenti dei vertici del Casinò a partire dai 240mila euro dell’amministratore unico, seguito dal direttore commerciale Marco Fiore (149.962) che a sua volta precede il direttore del personale Rodolfo Buat (138 mila), il direttore marketing Pier Francesco Caria (130 mila) e il direttore dei servizi alberghieri Adriano Rosina (129.858). Sullo stesso tema è intervenuto ancora Chatrian (Alpe) che ha fatto notare come si tratti di compensi molto alti così come i premi di risultato che andrebbero meglio parametrati. Il presidente Rollandin rispondendo ai consiglieri ha precisato che nel 2001 la retribuzione di mercato di un direttore generale era tra i 273 e 322 mila euro e all’epoca il compenso del direttore generale di Casinò Spa era, a valori attualizzati, di 250 mila euro. «L’attuale amministratore unico – ha concluso Rollandin - ha sostituito due Cda (8 componenti), assorbito la figura del direttore generale con un contenimento dei costi stimato in circa 500 mila euro».
Nel triennio 2009-2011 i dati del primo semestre sul fronte dei proventi lordi di gioco mostrano un evidente calo della fetta di torta complessiva (da 230,8 a 210,2 milioni). Quasi 12 milioni in meno per Venezia, 6,5 per Sanremo. Mentre Campione d’Italia cresce di 2,2 rispetto al 2010, ma accusa un ritardo di 4,2 se paragonato al 2009. E così anche il non certo esaltante +1% del 2011 rispetto al 2010 può essere annoverato fra i risultati positivi. Nel dettaglio sono i giochi lavorati (leggasi roulette e affini) in affanno (23,67 milioni nel 2011 contro i 26,62 dell’anno precedente, cioè un calo dell’11,06%) superati sul fronte incassi di qualche migliaio di euro da quelli elettronici: 23,76 contro i 20,35 del 2010 (+16,78%). Le presenze invece, sempre nei primi sei mesi del 2011, crescono più sensibilmente: + 8,8% (+24.798 ingressi), per un totale di 306.594 ingressi.
E’ chiaro che Frigerio sa che il tempo stringe e che la congiuntura economica non è ancora superata. Inoltre la concorrenza nel settore è crescente. Il settore dell’azzardo in Italia dal 18 luglio si è arricchito di un’ulteriore offerta on-line. Per la prima volta è possibile giocare il poker nella cosiddetta modalità “cash game”, cioè con soldi veri, quindi non più limitata ai soli Tornei di Texas Hold’Em. Tutto questo inevitabilmente comporta un impegno ancora più intenso verso i clienti vip. Un filone su cui si è registrato un certo malumore nel mondo sindacale che ha accusato i vertici della Casa da gioco di portare avanti «una politica aziendale mirata quasi esclusivamente ad una clientela di medio-bassa capacità di spesa e non più su quella medio-alta, come avveniva un tempo». Accuse che Frigerio rispedisce al mittente. «Non è la posizione di tutti i sindacati. La critica proviene da una minoranza di lavoratori, circa il 10% della forza lavoro. Alle sollecitazioni della crisi abbiamo risposto con i fatti, con un altissimo livello di investimenti, che cresce ogni anno, per servizi di ospitalità e non solo, tanto è vero che la nostra clientela cosiddetta VIP presenta un tasso di fedeltà in crescita. Ed è poi opportuno ricordare che le programmate ristrutturazioni delle Sale da gioco del Casinò e del Grand Hotel Billia puntano, in primis, a rendere maggiormente competitiva la nostra offerta complessiva rispetto ai target di clientela di maggiore prestigio. Per esempio, nel corso di questo mese, riaprirà dopo un’importante opera di restyling il ristorante
Un impegno che potrebbe avere positive ricadute soprattutto sulla clientela straniera. «Sui mercati stranieri i target di clientela di potenziale interesse per un Casinò sono numericamente piccoli, ma caratterizzati da aspettative di servizio di altissimo livello; si tratta di persone che amano vivere l’esperienza di gioco in presenza di standard di accoglienza di assoluta eccellenza; l’eccellenza che saremo certamente in grado di offrire loro già ultimato il primo lotto di lavori».
Nel frattempo la tematica Casa da gioco continua a tenere banco in Consiglio regionale. Nell’ultima seduta il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha presentato all'Assemblea regionale la relazione sull'andamento della gestione della Casinò de la Vallée, la società per azioni a totale capitale pubblico costituita con legge regionale del 2001, per l'amministrazione della casa da gioco di Saint-Vincent e del complesso del Grand Hôtel Billia. Critiche le opposizioni. In particolare Albert Chatrian (Alpe) che ha ricordato come «Soltanto 9,8 milioni sono affluiti nelle casse della Regione nel 2010 quale quota parte degli introiti a seguito del nuovo rapporto tra Casa da gioco e Regione, che adesso trattiene per la propria gestione il 90% dei proventi lordi» e che ci fa perdere «il confronto con gli altri Casinò italiani per quanto attiene al denaro versato alla comunità». In seguito ad una interpellanza del consigliere Raimondo Donzel (Pd), si è anche dibattuto sugli emolumenti dei vertici del Casinò a partire dai 240mila euro dell’amministratore unico, seguito dal direttore commerciale Marco Fiore (149.962) che a sua volta precede il direttore del personale Rodolfo Buat (138 mila), il direttore marketing Pier Francesco Caria (130 mila) e il direttore dei servizi alberghieri Adriano Rosina (129.858). Sullo stesso tema è intervenuto ancora Chatrian (Alpe) che ha fatto notare come si tratti di compensi molto alti così come i premi di risultato che andrebbero meglio parametrati. Il presidente Rollandin rispondendo ai consiglieri ha precisato che nel 2001 la retribuzione di mercato di un direttore generale era tra i 273 e 322 mila euro e all’epoca il compenso del direttore generale di Casinò Spa era, a valori attualizzati, di 250 mila euro. «L’attuale amministratore unico – ha concluso Rollandin - ha sostituito due Cda (8 componenti), assorbito la figura del direttore generale con un contenimento dei costi stimato in circa 500 mila euro».
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