20 ottobre 2011

Un Fornitore Evasore Mette nei Guai la Cogne Acciai Speciali

Monica Pirovano e Roberto Marzorati
Un milione di euro di Iva evasa più le eventuali sanzioni. La Cogne Acciai Speciali (in compagnia di altri importanti stabilimenti siderurgici del Nord Italia) è rimasta involontariamente coinvolta in una truffa perpetrata contro l’erario da un suo fornitore e si prepara a ricevere un salatissimo verbale da parte della finanza. E’ stata la stessa azienda valdostana - per chiarire subito le proprie responsabilità - a decidere di dare per prima la notizia in forma ufficiosa. I fatti sono stati illustrati dai vertici aziendali, il vicepresidente Roberto Marzorati e l’amministratore delegato Monica Pirovano, ai responsabili delle testate di informazione regionale, convocati lunedì mattina in una sala riunioni dell'albergo Milleluci di Aosta.
La Guardia di finanza ha scoperto che un fornitore della Cogne nel 2007 non ha mai regolarizzato i suoi rapporti nei confronti dell’erario, dichiarando di pagare un euro di Iva. «L’erario in questi casi – spiega Pirovano – viene a cercare il soggetto passivo che ha versato l’Iva al fornitore. L’acquirente infatti ha una responsabilità solidale ed è tenuto a pagare l’Iva all’erario in quanto la somma in questione è divenuta indetraibile». Il risultato è che la Cogne non può essere parte lesa, ma viene considerata come associata. Inoltre il fornitore in questione (con il quale la Cogne non intrattiene più rapporti dal 2007 essendo stato considerato nel frattempo poco affidabile) è fallito, di conseguenza l’azienda non può neppure ipotizzare di rivalersi nei suoi confronti.
La questione Cogne si complica però ulteriormente per un problema di codici doganali. «In realtà – spiega ancora Pirovano – la materia prima che ci è stata fatturata non era esposta ad Iva, ma il fornitore l’ha inserita lo stesso indicando un codice diverso dalla materia prima che ci è stata fornita». In pratica sul fronte amministrativo si pagava un certo tipo di materia prima ma sul fronte opertaivo, l’uno all’insaputa dell’altro, se ne lavorava una diversa. E, al di là dell’entità economica del danno, è quest’ultimo punto a preoccupare di più Marzorati. «Si tratta di un danno di immagine enorme e per questo abbiamo anche avviato un’indagine interna. E’ il primo caso in cui siamo stati coinvolti. Ma purtroppo è sostanziale. Il nostro sistema di controllo ha fallito. Le fatture presentavano un codice diverso da quello della merce realmente consegnata alla Cogne. Dobbiamo assicurarci che un simile circostanza non si verifichi più».
L’azienda non ha ancora deciso se fare ricorso. Dipenderà  dal fatto se verranno addebitati oppure no atti illeciti all’azienda.

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