4 gennaio 2012

La Compagnia Valdostana delle Acque: Intervista a Riccardo Trisoldi (1)

Riccardo Trisoldi
La Compagnia Valdostana delle Acque (Cva), l’azienda (100% Finaosta, la finanziaria della Regione Autonoma Valle d’Aosta) costituita nel 2000 a seguito dell’operazione di acquisizione, da parte della Regione Autonoma Valle d’Aosta, delle centrali idroelettriche di Enel presenti sul territorio valdostano è da tempo un player importante  a livello nazionale tanto da occupare ormai stabilmente la terza piazza sul fronte della produzione idroelettrica con il 5,3%, preceduta soltanto da Enel (51,0) ed A2A (6,3). Alla guida dell'azienda, dalla sua nascita prima come amministratore delegato e poi e negli ultimi anni in qualità di Presidente Riccardo Trisoldi, manager giunto da Finaosta con una lunga esperienza nell'investment banking. Con lui sulla plancia di comando il direttore generale Paolo Giachino che si è occupato di controllo di gestione e pianificazione strategica. Un team che ha recentemente portato a casa la difficile operazione dell'acquisizione da parte di Enel del 51 % del capitale di Deval e Vallenergie, società operanti la prima nel settore della distribuzione e la seconda sul mercato  della maggior tutela, per circa 40 milioni di euro.
Presidente Trisoldi dal punto di vista delle strategie aziendali che cosa comporta l’acquisizione da parte vostra di Deval e Vallenergie?
Una premessa: Deval è una società di distribuzione che deve garantire la par condicio fra tutti gli operatori di mercato. Di conseguenza l'Autorità regolamenta la governance dell'azienda sia in termini di investimenti, di budget, di gestione delle risorse umane in modo tale da garantire questa autonomia. La possibilità di intervento di un operatore integrato come può essere il Gruppo Cva è limitata e si muove all'interno di un alveo molto stretto. Di conseguenza quello che questa operazione comporterà sarà quello di ricercare delle sinergie, ad esempio, alivello di costo che siano tutte da verificare e tutte da comprendere. E anche delle possibili sinergie di convivenza nella rete di distribuzione con degli impianti di Cva che immettono una parte di energia anche sulla rete di proprietà di Deval. Oggi la preoccupazione maggiore è di altro tipo. E cioè che lo sgancio della società Deval dal Gruppo Enel è stato ammortizzato con una serie di contratti di servizio che vogliono garantire l'autonomia per un arco temporale diverso alla criticità dei contratti temporali di servizio del Gruppo Enel, ad esempio il contratto informatico è strategicamente rilevante e abbiamo negoziato una copertura pluriennale. Il grosso lavoro che stiamo affrontando è quello di già ragionare sui contenuti pratici di questi contratti e verificare quali siano le migliori strategie di distacco totale futuro. Tutto questo deve avvenire nel medio-termine. Vallenergie è invece una società che opera nel mercato della maggior tutela. Il concetto di fondo è che fin quando la normativa richiede che esista questo mercato la società deve esistere. L'obiettivo è quello di cercare di risolvere i problemi che sono ben noti sul territorio. Soluzione dei problemi che non può comunque non passare attraverso la responsabilizzazione, che abbiamo imposto in termini contrattuali, ancora del Gruppo Enel perchè molte problematiche sono di origine informatica e sono state generate in seno alla gestione Enel. Noi come Cva, con il coinvolgimento anche di Deval, stiamo lavorando per cercare di creare le migliori condizioni aziendali per raggiungere questo obiettivo che va raggiunto con la collaborazione di Enel e a tutt'oggi abbiamo aperto dei tavoli di lavoro congiunti per il rispetto delle scadenze e degli adempimenti che abbiamo concordato in sede contrattuale.

Insomma l'obiettivo strategico più immediato è tutto a vantaggio della comunità?
Effettivamente sì. Vogliamo risolvere tutta questa serie di problemi dando una risposta chiara alla comunità, aumentando così la qualità di servizio che oggi non è data alla comunità. Serve però anche comprensione. Deve essere chiaro a tutti che non è il cambiamento di un assetto proprietario che porta alla soluzione del problema.

Quali sono le previsioni per il bilancio 2011?
L''utile ante tasse 2011 sarà pari a 97 milioni, mentre quello netto è stimato intorno ai 57-58. Il gruppo ha venduto sul mercato nazionale energia netta per circa 4.2 miliardi di kWh su 59.600 punti di fornitura.  C’è una contrazione dell’utile di CVA rispetto ai 78 milioni del 2010 per effetto della sfavorevole situazione metereologica, che ha interessato l’intero settore idroelettrico nazionale, e per la scadenza della convenzione CIP6 (che prevedeva il ritiro da parte del GSE dell’energia prodotta a prezzi favorevoli rispetto a quelli di mercato)  di cui godeva l’impianto di Maen, con un conseguente minor apporto di ricavi pari a circa 10 milioni. La posizione finanziaria netta del gruppo è invece confermata ampiamente positiva. In questo esercizio il nuovo campo fotovoltaico di Alessandria ha registrato un ottimo livello di produzione, superiore al budget, per l’irraggiamento, ma anche come rendimento. E così pure i primi mesi di Valenza si stanno rivelando positivi. Anche se comunque assommano ad un valore di produzione contenuto pari a 15 milioni di Kwh che ovviamente il calo di circa 100 milioni di Kwh nell’idroelettrico in termini di produzione storica dell’azienda. Sono investimenti che stanno in piedi soltanto con un sistema normativo adeguato, cosa che oggi per il fotovoltaico a terra non esiste più in quanto l’incentivo è spostato sugli impianti integrati.
Sul fronte della produzione la scarsità di neve ha avuto delle ricadute?
Certamente. A metà anno il calo era pari a 190. Poi il caldo anomalo ha dato fondo alle nostre riserve che sono i ghiacciai. Abbiamo perciò recuperato ma, mi si passi il termine, a discapito del magazzino. Una situazione climatica che invece ha avuto risvolti positivi sugli impianti solari con livelli di irraggiamento paragonabili a quelli del Sud.

L’ultima manovra finanziaria ha interessato la vostra attività o comunque quella del comparto energetico?
La manovra ha come effetto negativo l’aumento della «Robin hood tax» dal 6,5 al 10,5% che ha pesato sul nostro bilancio per circa 9 milioni di euro e in più è stata estesa a settori che prima erano esclusi quali la distribuzione e, quindi, da quest’anno anche Deval fa i conti con questa imposta straordinaria. Di positivo c’è che l’imposta è versata in Regione per 10/10 e noi lo consideriamo quasi a livello di un anticipo di dividendo. Societariamente però l’impatto è negativo. Poi sempre nel 2011 ci sono stati una serie di provvedimenti che riguardano gli incentivi alle fonti rinnovabili che se hanno tracciato delle linee, cioè il venir meno dei certificati verdi, il passaggio ad una nuova forma di incentivazione, la probabilità che per la realizzazione di grandi impianti sopra i 5 Mgw si passi ad un sistema di aste al ribasso per gli incentivi, ad oggi purtroppo – ed è questo l’aspetto più drammatico per una impresa – non ci sono dei parametri chiari di riferimento. Tutto è cambiato ma non si sa come e quanto. Questo ha comportato una certa paralisi nei confronti du determinati investimenti che hanno una loro proiezione oltre il 2012 visto che si va verso un profondo cambiamento del sistema di sostegno purtroppo pieno di incognite rilevanti.

Quali sono le prospettive per il 2012?
Innanzitutto completeremo tutta la rete d’infrastruttura di fibra ottica che collega i nostri impianti. Questa infrastruttura è accoppiata ad analogo investimento da parte della Regione e, quindi, permettiamo con il nostro completamento di mettere una buona copertura del territorio, pari ad oltre 300 chilometri, al più ampio progetto della Regione di avere un sistema di cablatura a fibra ottica sull’intero territorio regionale. Ad oggi noi abbiamo posato circa 307 chilometri di cavi lungo le nostre condotte, lungo i nostri canali e poi anche lungo alcune strade e completeremo entro giugno. Si tratta di un investimento di circa 7 milioni. Poi abbiamo due corse importanti che sono i rifacimenti degli impianti di Nus e Gressoney. L’obiettivo è di riuscire a realizzarli entro il 31 dicembre 2012 per ricadere nel vecchio régime di sostentamento delle fonti rinnovabili. Erano investimenti programmati per il 2013 che sono stati anticipati. Si completerà anche Torrent che entrerà in produzione e in primavera verranno montate le tre torri eoliche a Saint-Denis. Si tratta di un impianto piccolo ma nuovo per noi quindi c’è la necessità di costruire un know-how nuovo e si è rivelato una palestra utile per il futuro.

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