Vincent Grosjean |
Breve visita alla cantina e poi, dopo aver posato per la tradizionale foto ricordo di consegna del premio, Vincent, offrendomi un buon Fumin vigna Ravettaz, si è sottoposto al fuoco di fila delle mie 17 domande.
1°)
L’azienda è attiva da che anno?
Dal
1968 come azienda di imbottigliamento. Quando il papà ha cominciato ad
imbottigliare i propri vini. Ma facevamo il vino da molto prima...
2°)
Da quante generazioni producete vino?
Difficile
da dire. Credo da sempre. L'azienda era della famiglia di mia madre che arrivava da Valgrisenche.
E loro già nel 1700 scendevano a rifornirsi di vino da questa azienda. Era
di loro proprietà, ma l'avevano data in affitto. E l'affitto erano castagne e
vino. Fatti i conti direi almeno da cinque generazioni.
3°)
Numero di Ettari e zone di coltivazione?
La
superficie attuale che rifornisce la nostra cantina è di circa 12 ettari di cui
10 che coltiviamo direttamente e due che dove acquistiamo le uve da alcuni vicini.
Il 60% dei vigneti è sul Comune di Quart, il 30% su quello di Saint-Christophe, e poi abbiamo
qualche appezzamento su Aymavilles e Châtillon
4°)
Numero di bottiglie prodotte nel 2011? Quanto pesa l’export?
Circa
106-107mila bottiglie. Il nostro mercato è per il 60% Valle d'Aosta e per il 40% export di
cui un 20% Stati Uniti poi Canada, Belgio, Germania e stiamo lavorando con
Giappone e Cina. Ci sono anche contatti in corso con l'Olanda.
5°)
Giro di affari 2011: meglio o peggio del 2010?
Leggermente meglio
perché c'è un po' di bottiglie in più, circa 8-10mila. Il giro di affari si può stimare calcolando una media di circa 5 euro a bottiglia.
6°)
Che previsioni fa per il 2012?
A
oggi la situazione è tranquilla. C'è una bella levata di uva, ma non si può
ancora dire nulla perché stiamo aspettando la prima fase importante, cioiè la
fioritura, che sarà fra 10-12 giorni. Le prospettive sono comunque buone: una produzione normale intorno ai
massimali di produzione indicati dai disciplinari.
7°)
Avete dipendenti?
Siamo
quattro fratelli a tempo pieno, un altro part time ed il papà che ci dà ancora
una mano e figli e nipoti che iniziano a
collaborare anche loro. Mediamente siamo sei al lavoro.
8°)
Quali sono le tipologie di vino prodotte?
Troppe.
Però il nostro territorio, la nostra viticoltura è fatta così. Sono stati riscoperti
tanti vitigni autoctoni e, mano a mano che sono venuti fuori, li abbiamo voluti
provare. In più ci complichiamo molto la vita separando i vigneti, facendo i
cru, quindi Torrette, Fumin e Cornalin vigna Rovettaz e Pinot Gris vigne Creton.
Anche perché al momento dell'impianto
cerchiamo sempre di posizionare le vigne in zone che hanno una storia e che
comunque siano già state citate o dal Gatta o da qualcuno che ha scritto nel 1800. In quei
casi sarebbe poi un peccato andare a mescolare tutto. E' chiaro che si tratta
di una complicazione in più a livello di cantina, di registri, di gestione complessiva però
la soddisfazione di fare un vino di terroir è grande e il mercato lo sta
chiedendo.
9°)
Quali particolarità e preferenze avete nella vinificazione?
Prima
di tutto la continuazione di quello che si fa nel vigneto, quindi noi vinifichiamo molto in metodo naturale.
Non usiamo lieviti selezionati ormai dal 2004, quindi fermentazione con lieviti
indigeni, in contenitori diversi dal legno all'acciao e al cemento a seconda
delle tipologie. Per esempio per il Torrette vigna Rovettaz abbiamo scelto di
fermentarlo e affinarlo completamente in cemento, mentre altri in tino di legno
o in vasche di acciaio. L'attenzione è rivolta soprattutto nel limitare al
massimo gli interventi sul vino, soprattutto con i solfiti. Noi andiamo ad
imbottigliare con i solfiti molto bassi. Recentemente abbiamo fatto la scelta del
biologico che è quello che ci permette di lavorare in un determinato modo in cantina.
10°)
Come è andata l’ultima vendemmia?
L'ultima
vendemmia è stata molto particolare perché è stata la più calda che ho fatto
fino ad ora. E' vero c'era stato il 2007 e il 2003, anni indubbiamente molto caldi, ma un finale come il 2011 non l'avevo
mai visto. A settembre abbiamo avuto delle giornate in cui a mezzogiorno si è
dovuto sospendere la vendemmia perché l'uva era troppo calda. Situazioni che di
solito si verificano in Puglia, in Sicilia.
11°)
Il più bel complimento che ha ricevuto e da chi?
Non
individuerei una persona specifica. Per me il miglior complimento è quando mi
arriva qualcuno in cantina che mi dice ho bevuto il suo vino al ristorante e
sono venuto a comprarlo. Non c'è medaglia, non c'è concorso, non c'è guida che
tenga. Quella persona si è alzata da
tavola, si è guardato l'etichetta, si è annotato l'indirizzo, è partito ed è
venuto in cantina. Vuol dire che quel vino lo ha emozionato. E' quello il
momento più esaltante. E' chiaro che i Tre Bicchieri fanno piacere ma non
valgono quanto questa esperienza.
12°)
Lezioni imparate a vostre spese sul mondo del vino?
Tutti
i giorni di lezioni ci sono delle lezioni. Non si finisce mai di imparare. Cito
l'ultima a livello cronologico. La splendida accoglienza che ci hanno fatto al
salone dei vini di Chambery al sottoscritto e ad un altro produttore. In fondo
eravamo dei concorrenti perché andavamo nel
loro salone a vendere i nostri vini eppure ci hanno ricevuto magnificamente.
Molto emozionante
13°)
La difficoltà maggiore che incontrate nel fare il vostro lavoro?
Vincent Grosjean con l'autore di questo blog |
14°)
La soddisfazione maggiore che vi siete preso?
Citerei
di nuovo il cliente che bevuto il tuo vino al ristorante viene a comprarlo in
cantina.
15°)
Vinitaly sì o Vinitaly no?
Assolutamente
sì.
16°)
Bisogna fidarsi delle guide?
Sono
state molto utili soprattutto all'inizio perché hanno dato una svolta al sistema
vino. Hanno aperto un mondo nuovo. Diciamo che non tutti i vini buoni sono
nelle guide.
17°)
Progetti futuri?
Il
mio progetto futuro è un ulteriore passo nel biologico, cioè un avvicinamento
al biodinamico. Però si tratta di un passo molto più complesso. Non bastano i
consigli degli esperti. Bisogna imparare, capire e poi si può fare.
Aggiungeremo poi anche qualche ettaro in più visto che mio figlio e mio nipote
devono trovare spazio in azienda e attualmente la nostra produzione è sottodimensionata
per il numero di persone che ci lavorano. Nel giro di due anni ci sarà un altro
ettaro che entrerà in produzione il che significa circa altre 10mila bottiglie.
E poi mi sa che bisognerà mettere di nuovo mano al portafoglio per ampliare la
cantina. Speriamo che il mercato tenga. Di certo l'interesse a livello
internazionale per i vitigni autoctoni è crescente. Un buon segno.Per saperne di più clicca qui.
0 commenti:
Posta un commento