Da sinistra Charrère, Lévêque, Rollandin e Rosset |
Nel corso dell’incontro sono intervenuti il Presidente della Chambre,
Nicola Rosset, l’imprenditore Costantino
Charrère (che i lettori di questo blog conoscono bene) e il Presidente della Regione, Augusto Rollandin. Come sempre l’intervento
più atteso è stato quello del prof. Massimo Lévêque, economista e docente
presso l’Università della Valle d’Aosta, che ha illustrato i risultati di una
analisi economica da lui realizzata per conto della Camera di Commercio
valdostana. Presente ai lavori ti offro un testo di sintesi che è stato dato ai
giornalisti. Vale 93 pagine di ricerca ed è fitto di informazioni, proprio per
questo te lo sottopongo in due puntate.
Inserita in un contesto nazionale fortemente problematico, l’economia
valdostana, che dapprima ha mostrato segni di parziale tenuta, stanti
la durata, l’intensità e l’ampiezza della crisi, con il passare del tempo ha
iniziato a manifestare preoccupanti segnali di deterioramento. In
particolare il numero di imprese risulta in progressivo calo (tra
fine 2007 e il marzo 2012 la riduzione è di 940 unità (-6,3%) e quella delle
sole imprese artigiane tra il 2010 e il primo trimestre del 2012 è di circa 130
(-3%)) il mercato del lavoro indica tra il 2010 e il 2011 una
flessione solo lieve di occupati, accompagnata però da un incremento
della disoccupazione che, in media, nell’anno sale dal 4,4 al 5,3 per
cento con punte, a fine 2011, superiori al 6%, con un aumento della
precarizzazione negli avviamenti, e con un tasso di disoccupazione
giovanile che si colloca al di sopra del 20 per cento;
Non mancano comunque indicatori che segnalano tendenze al miglioramento.
Infatti, in positivo, vanno evidenziati, sul mercato del lavoro, la
progressiva riduzione, in atto dal 2010, delle ore autorizzate di C.I.G.,
ordinaria e straordinaria, e la crescita fatta registrare
dall’occupazione femminile negli ultimi 12 mesi, prevalentemente
concentrata nel settore dei servizi. Si nota inoltre la tenuta, nel
2011, delle esportazioni del comparto metalmeccanico e le buone performance provenienti
dall’interscambio internazionale di servizi, principalmente per effetto
delle presenze turistiche straniere, in costante crescita nell’ultimo biennio. Infine,
sul fronte del credito, si registra una situazione a fine 2011 che non
indica né flessione dei depositi delle famiglie né contrazione degli
impieghi verso le imprese.
In questo difficile contesto, debbono essere tenuti in considerazione il permanere anche per il 2012 del pacchetto di “misure anti-crisi” adottate dalla Regione, sin da fine 2008, e indirizzate alle imprese, alle famiglie e alle fasce deboli e la riduzione delle disponibilità finanziarie del bilancio regionale, determinata dagli effetti combinati delle misure per l’attuazione del federalismo fiscale e delle diverse disposizioni volte al contenimento della spesa decise dal Parlamento a partire dalla fine del 2010.
Nel breve, le aspettative sull’evoluzione del quadro economico locale
risultano improntate a cautela e preoccupazione. In questo senso la
consueta indagine trimestrale realizzata da Confindustria Valle d’Aosta indica,
a partire dal quarto trimestre del 2011, un marcato deterioramento del “sentiment” degli
imprenditori locali e, nel primo trimestre 2012, evidenzia un
ulteriore peggioramento delle aspettative “…. dovuto alla frenata
degli scambi internazionali e dell’attività economica globale.”
Con riferimento all’economia locale, l’indagine indica il delinearsi,
anche in Valle d’Aosta, di una “…flessione degli indici economici in
tutti i comparti del settore manifatturiero e dei servizi.” Più in
particolare, il primo trimestre 2012 evidenzia una tendenza al calo di
produzione e ordini, anche provenienti dall’estero, che determina una riduzione
dell’utilizzo degli impianti (dal 68 al 63 per cento nei 12 mesi) e
una brusca frenata degli investimenti programmati. A riguardo
dell’occupazione, aumentano rispetto al IV° trimestre 2011 le
imprese che prevedono di ridurre i livelli occupazionali (dal 5 al
17%) e quelle che prevedono di dover ricorrere alla
C.I.G. (dal 5 al 22%). Dall’indagine emerge infine l’accentuarsi
delle criticità sulla liquidità delle imprese che, nel 59% dei casi,
segnala ritardi nell’incasso dei crediti (53% nel trimestre
precedente).
Le indicazioni previsionali sulle economie locali pubblicate da
Unioncamere ed elaborate dall’Istituto Tagliacarne, indicano, anche
per la Valle d’Aosta, un 2012 caratterizzato da una contrazione del valore
aggiunto locale, benché di entità più contenuta rispetto alla stima
nazionale (-1,2% contro -1,5%). Sempre secondo Unioncamere, la spesa
per consumi delle famiglie si prospetterebbe in calo (+0,7% a valori
correnti corrispondente ad una contrazione reale di almeno il 2,5%) mentre
le previsioni sull’export confermerebbero un lieve incremento anche
nel 2012 (+2,3% a valori reali contro il 2,8% nazionale).
Il quadro che complessivamente emerge, lascerebbe intravvedere per
l’economia valdostana il rischio, da non sottovalutare nella sua portata
prospettica, di un ulteriore depauperamento del tessuto industriale –
e della sua occupazione diretta e indotta – con, come
conseguenza, una terziarizzazione sempre più marcata del sistema locale, polarizzato,
da un lato, sui servizi legati al turismo e, dall’altro, sul
comparto pubblico. Sul turismo, soprattutto quello “domestico”,
non possono non essere considerate le criticità e le potenziali
turbolenze derivanti dal protrarsi e dall’aggravarsi della crisi
a livello nazionale e dal suo previsto effetto sulla capacità di spesa delle
famiglie. Sulle risorse finanziarie pubbliche e sulle
connesse possibilità di assorbire ulteriore occupazione nelle amministrazioni
pesano invece, da un lato, i vincoli di spesa posti dal Patto
di Stabilità interno - che coinvolgono pesantemente anche gli enti locali - e,
dall’altro, i limiti ormai raggiunti per la provvista
“fiscale”, stante la già elevata pressione esistente, da molti
ritenuta a livelli non più superabili.
Colpito da una crisi “strutturale”, che con tutta probabilità quando sarà
seguita da un nuovo ciclo espansivo avrà lasciato poco o nulla “come
prima”, il tessuto imprenditoriale locale per trovarsi
pronto all’appuntamento con la ripresa economica deve continuare a
guardare avanti con coraggio e “non mollare” concentrando gli
sforzi tecnici, organizzativi e gestionali dell’impresa sulla
qualità dei prodotti e dei servizi offerti, non
rinunciando ad investire ancora in innovazione, di prodotto e di
processo, anche approfittando delle misure regionali di sostegno esistenti, mantenendo,
rafforzando o, nel caso, attivando la presenza dell’impresa sui
mercati esteri, in particolare su quelli europei ed
extra-europei a domanda più dinamica. (continua)
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