2 maggio 2013

#Coldiretti - #ElezioniRegionali2013 - Un programma per l’#Agricoltura


Ti propongo un articolo tratto dalla rivista di Coldiretti «L'Agriculteur valdôtain»  che presenta, approvato dalla Giunti di Coldiretti Valle d'Aosta, un «manifesto» per il settore che verrà discusso con il nuovo Governo regionale e con l'Assessore all'Agricoltura che verrà. 


Che il settore agricolo debba essere considerato elemento di grande attenzione è certamente questione indiscutibile. I valori messi in campo, nella nostra Regione, sono – da sempre – legati fortemente all’economia complessiva. Il traino del settore industriale  iniziato negli anni sessanta si è spento e l’economia della nostra Regione si basa sulla valorizzazione del territorio e sulle specificità locali che creano un mercato di nicchia che traina turismo, commercio, artigianato e, appunto elemento fondamentale per la catena, il settore agricolo, che fornisce eccellenze enogastonomiche – ricordiamo che non esiste a livello Comunitario una Regione tanto piccola con ben quattro denominazioni DOP -  ma anche tutta quella serie di beni immateriali legati all’ambiente, alla qualità, alla salubrità dei cibi, la multifunzionalità e la distintività della filiera agroalimentare locale attraverso la quale viene riconosciuto tutto il territorio  Valdostano,  soprattutto in momenti in cui tutti stanno scoprendo le speculazioni e le falsità di una certa industria e distribuzione agroalimentare.

E’ del tutto evidente, però, che se da una parte le strategie politiche  sono state – tutto sommato – corrette, dall’altra ci troveremo per il futuro a scontrarci con la drastica  riduzione delle risorse che impongono delle strategie comuni e condivise. 

Coldiretti Valle d’Aosta  ritiene di massima importanza perseguire alcuni fondamentali obiettivi dando però un generale snellimento e ammodernamento al settore, attraverso innovazione, garantendo da una parte qualità sempre crescente dei prodotti e dall’altra le strategie commerciali più opportune.

Il Concetto:

 Il concetto fondamentale che, crediamo, possa essere di aiuto al settore,  è quello di spostare strategicamente l’attenzione da quella che chiamiamo la cultura delle procedure alla cultura del risultato.

Oggi, trainati dall’impazzare della burocrazia (dalla U.E. fino al più piccolo Comune), si sono messe in atto procedure  atte a gestire un lavoro che, innegabilmente, è “diverso” dagli altri, e tale concetto è evidente se il settore è regolato interamente da leggi e norme speciali (dal fisco alla previdenza, ecc). E’ superfluo sottolineare che tali procedure rappresentano  costi ingenti per il settore.

Sono, quindi,  state messe in campo tutta una serie di procedure per giungere  al miglioramento generale della gestione e alla qualificazione dei prodotti (intendiamo principalmente norme sanitarie, igieniche, ambientali,  alla gestione tecnica,  fino alla progettazione e realizzazione dei fabbricati rurali, ecc)  e tutti, colpevolmente, – sia le autorità preposte al controllo che il mondo agricolo – hanno spostato l’attenzione sull’efficacia del controllo della filiera piuttosto che sul risultato finale.

Ora riteniamo che il concetto di modernizzazione debba passare per questa strada: si devono concordare alcuni punti fondamentali gestionali del percorso ma deve essere valorizzato il risultato finale e una volta accertato questo, dare per scontate molte prassi e procedure che, oggi, fanno perdere tempo e ulteriori risorse al settore. Sarà piuttosto facile misurare il benessere animale tramite indici di cui siamo già in possesso così come stabilire nuovi elementi di qualità della Fontina.

Questa procedura potrebbe, contemporaneamente, portare quei processi di sburocratizzazione che nessuno pare voler affrontare seriamente.

I temi :

1)      Il Mercato

·         Rafforzare quanto più possibile il mercato della Fontina DOP , unico prodotto che possiamo considerare “non” di nicchia, e che è frutto della grande maggioranza del PIL agricolo, e conseguentemente, prima fonte di sostentamento del settore primario valorizzando l’attività di alpeggio, nostra specificità vincente. Spesso ci si lamenta che il prezzo della Fontina è pressoché invariato da oltre venti anni ma ci dobbiamo chiedere, tutti insieme, cosa abbiamo fatto in questi venti anni per far aumentare il prezzo ?

2)      I Destinatari degli aiuti

·         Rafforzare la possibilità imprenditoriale locale attraverso politiche di sostegno diverse tra gli agricoltori professionali e non professionali, che devono sicuramente essere tenuti in considerazione per quanto fanno a livello ambientale, ma dovendo confrontarci con le riduzioni economiche – che sicuramente ci saranno – insistiamo, come peraltro già molte volte sostenuto,  affinché i beneficiari principali debbono essere prioritariamente gli agricoltori attivi, vale a dire quanti vivono di agricoltura e producono costantemente generi agroalimentari, differenziando gli aiuti  spettanti da chi è titolare di attività agricola non predominante dell’insieme delle sue attività economiche.
·         Rafforzare gli aiuti e la valorizzazione dell’ alpeggio: si tratta di una pratica specifica della nostra Regione che garantisce produzioni di qualità ma a costi altissimi. Si deve necessariamente premiare vi chi si dedica  ma, anche qui, diversificare a favore di chi investe per la caseificazione il loco.

3)      Il Lavoro

·         Il lavoro e le procedure connesse alla sicurezza degli imprenditori agricoli e dei lavoratori necessitano di una globale revisione, certamente di concerto con i Parlamentari,  rapportando le norme alla realtà delle zone di montagna, con procedure che garantiscano la sicurezza, sulla quale siamo i primi a non transigere, ma con poche norme chiare, efficaci ed efficienti che tengano conto della realtà delle cose e non della teoria, si sottolinea in tale ambito le difficoltà linguistiche nei rapporti con i lavoratori che, spesso, sono stranieri.

4)      Il territorio

·         Da sempre il bene primario del settore agricolo è la terra. Si devono attuare politiche che permettano agli agricoltori di non essere dipendenti dalla proprietà e di poter accedere facilmente al bene-terra, anche nella soluzione del problema della polverizzazione  fondiaria.

5)      La distintività

·         Da tempo insistiamo – ad esempio – su una identificazione specifica, attraverso un marchio univoco “Valle d’Aosta” ed è indispensabile che si lavori in questa direzione, mentre siamo molto più scettici sulla recente ipotesi di utilizzazione Comunitaria del marchio della montagna in quanto, prima di tutto, andrebbero riviste le politiche e i criteri che identificano la montagna stessa, visto che – a livello nazionale – gran parte del territorio è considerato “montano”  con la chiara “delegittimazione” della presunta identificazione specifica.

6)      La Società

·         Altro tema di primaria importanza è l’utilizzo di risorse atte a valorizzare e diffondere l’importanza generale che il settore agricolo ha nei confronti della società, quindi all’esterno del settore.  Le politiche di sostegno generale non potranno continuare se il settore agricolo rimane chiuso. Il peso specifico economico agricolo non giustificherà interventi economici di fronte agli interessi di altri comparti, se non sostenuto dai valori immateriali di cui il settore è portatore ma tali valori saranno determinanti per il futuro agricolo solo se condivisi con la società e con i consumatori. Un importante settore a cui dedicare attenzione dovrà essere il settore della scuola attraverso una formazione alimentare e comportamentale che insegni ai giovani a scegliere e a non farsi imporre modelli di consumo preconfezionati.     

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